R Recensione

8/10

Brian Eno

Another Day On Earth

Another day on Earth non ha avuto un valore specifico solo perché è stato  il nuovo album “di canzoni” di Brian Eno, cantate da Brian Eno: è stato un evento in quanto per il non-musicista per eccellenza ha rappresentato il manifesto, la summa e il frutto delle sue tante collaborazioni, nonostante sviluppato in totale solitudine. Another day on Earth succhia il midollo del genio sonoro e compositivo, sublimandolo in un diamante la cui superficie è costituita da undici facce, ognuna riflettente nell’altra e tutte attraversate da una luce antica, già sperimentata e assaporata eppure nuovissima.

L’insurrezione pre-new wave guidata insieme a David Bowie riecheggia in “Just another day”, la sintassi introspettiva ideologizzata in combutta con Robert Wyatt si ridisegna in “A long way down” e in “Passing over”, il sussultorio disincanto sviluppato con David Byrne riemerge prepotentemente nell’iniziale “This”, le acque leggermente increspate del mare solcato assieme agli U2 si infrangono in “And then so clear”, il sincretismo filosofico fondato con Robert Fripp riaffiora nella già citata “A long way down”, il lessico emotivo immaginato insieme a Peter Gabriel (ed iscritto nel linguaggio di Phil Manzanera) si rivela nella meraviglia di “Caught between”, le inquiete geometrie tracciate a due mani con Laurie Anderson si manifestano nella conclusiva “Bone bomb” (unico pezzo interpretato da una voce femminile), ma anche l’unisono dell’alchimia fra il musicicsta di Bath e (ancora) Byrne risuona in quel sogno ipoteticamente corale chiamato “Under”. “Passing over” oltre a permettere di vedere in prospettiva la stratificazione delle tante anime di Eno, potrebbe, da sola, continuare a indicare percorsi per i prossimi cento anni nella storia della musica. C’è anche lo spazio per un omaggio ai Beatles in “How many worlds”: Eppure anche in questo scorcio il panorama si rivela di una suggestione pittorica priva di confini e cornici. Un disco che ha nell’assenza di illustri collaboratori il suo punto di forza: l’evocazione dei musicisti citati è tanto forte da concretizzarsi nell’unica fonte di origine: Brian Eno. Nelle sue parole, tutta la chiave di lettura del suo universo: “in una canzone voglio sceneggiare le mie fantasie. Voglio interpretare varie parti come fossi un attore in un teatro, su quel piccolo palcoscenico che può essere un disco”. Another day on Earth è, di fatto un Best of, involontario, non pianificato, ma naturale, sentito.

Un atto di ossequio a 35 anni musica che in qualche misura convergono, si condensano e si riversano nello spazio di tre quarti d’ora.  Se lascerete cogliervi di sorpresa, senza esagerate aspettative, la bellezza di questo album potrebbe addirittura stupirvi. Pura degustazione Enogastronomica.

Info: http://www.enoweb.co.uk

 

[Recensione originaria apparsa sul magazine Wonderous Stories]

V Voti

Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 4 voti.
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Teo 8/10
ROX 7/10

C Commenti

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REBBY alle 9:25 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

Per me un album discreto. L'inizio con This è

folgorante! Questo è un pezzo che ascolto ogni tanto sempre com molto piacere. Poi perlopiù

l'album si quieta con "canzoncine ambient"

comunque gradevoli. L'ho riascoltato ieri sera

dopo tanto tempo ed è meglio di come ricordavo.

C'è da dire che io a quest'uomo voglio bene. Forse

è il "mito musicale" della mia gioventù. Nel 78

mio padre mi stava costruendo un synt ed io

sognavo di diventare un non musicista eheh

Totalblamblam (ha votato 4 questo disco) alle 14:34 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

album di una bruttezza disarmante

per Eno il gradevole carino non lo accetto

voto: 4

REBBY alle 16:05 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

Chiaro che per uno come Eno responsabile in

passato, sia in prima persona che come collaboratore, di così tanti capolavori

quest'album è poca cosa ... Ma ripeto This è

un gran pezzo, non ci son discussioni eheh.

Sul tuo voto all'album se per te non ci sono

vie di mezzo per Eno vabbè capisco.

skyreader, autore, alle 16:18 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

Ragazzi, ve l'ho detto... Eno non può far altro che ripetersi (a proposito, sapevate che è sua la colonna sonora di "Amabili Resti" il nuovo film diretto da Peter Jackson??). Però questo mi pare un album importante perche "condensa" TUTTE le sue anime. Un bignami. Non mi fermerei solo a "This". Oggettivamente penso che ogni brano rappresenti una caratteristica della sua musica, anche se magari già espressa in passato in modo più creativo. "Bonebomb" è però a livelli altissimi, al pari di "Passing Over", "And Then So Clear"... Difficile trovare un altro album che nella sua durata racchiuda così tante idee, anche se passate. Io credo veramente che se un alieno mi chiedesse di capire che roba è la musica (alt)rock, avendo solo tre quarti d'ora del suo tempo, gli mollerei questo "Another Day On Earth" e lo rimanderei al suo paese d'origine.

ROX (ha votato 7 questo disco) alle 19:07 del 12 gennaio 2011 ha scritto:

RE:

cavolo, proprio ieri ho visto Ambili resti

dovevo aspettarmelo che la colonna sonora fosse sua... eheh

riguardo all'album a me piaceva parecchio quando è uscito, trovavo quelle sonorità così notturne... lo ascoltavo di notte d'estate ed era di una bellezza disarmante.

Aggiunfgo che a me piace moltissimo anche il disco con Byrne... l'ho praticamente consumato!

REBBY alle 16:44 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

"Difficile trovare un altro album che nella sua durata racchiuda così tante idee, anche se passate"

Se è per qiello a me sembra che Everythings that

happens will happen today, recente uscita con Byrne, sia più vario e più "bignami" di questo e che ci sveli, in un paio di casi, un Eno quasi inedito.

skyreader, autore, alle 17:05 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

He He... ma in realtà io questa rece l'ho scritta prima che "Everything That Happens..." uscisse ;o)

Su quel disco il vertice mi sembra venga toccato in studio e ancora di più dal vivo da "I Feel My Stuff"... Sei d'accordo? Però francamente "Another Day On Earth" resta a mio avviso superiore. Per poter accettare "Everything That Happens..." ho dovuto aspettare di aver visto l'eccezionale performance di Byrne la scorsa estate.

REBBY alle 17:53 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

Ah bè, se l'hai scritta prima ti perdono eheh

A me ne piaccion parecchie di Everything that

happens ..., anche I feel my stuff. Certo è un

album un pochino datato ed è vietato il paragone

col primo altrimenti son botte sicure ...