Il Solito Dandy
Buona Felicità
Se 1 + 1 facesse sempre 2, ovvero se ad ogni manifestazione della realtà si potessero applicare le regole della logica e della causalità, bisognerebbe dire a Fabrizio Longobardi che non si può, a ventanni, dichiarare di essere fuggiti da unadolescenza punk, oltretutto se si è approdati al recupero nostalgico di unepoca in cui non si era nemmeno nati. Si dovrebbe anche obiettare che, insomma, questo pop elettronico in salsa anni 80 ha stancato: abbiamo i Thegiornalisti, gli Ex-Otago, Lo Stato Sociale, I Cani. Abbiamo visto due serie di Stranger Things. Di questo passo ci toccherà chiamare i Ghostbusters. Dovremmo anche dire, a Il Solito Dandy, che mettere tutti quei tipenzotipenztipenzoetipenzo in una canzone è rischioso, soprattutto se seguiti da una cosa che fa paranoiepappaparanoie. E poi tutti quei flanger paraculi, il dentifricio per cuori sensibili, la poetica del supermercato.
Invece, quando cè differenza tra il dato reale e il dato percepito, fare la somma non basta. Owen Wilson, per esempio, riproponendo il solito richiamo allepoca aurea di Umberto Tozzi e Raf allEurofestival, lambisce il Vasco Rossi coevo di Cosa succede in città diventando una canzone decisamente gradevole. Anche labusato tema dellamore di provincia riacquisisce freschezza negli accenni funky à la Get Lucky di Vittorio Emanuele, quasi un Alan Sorrenti semplificato e rimasterizzato. Altrove è il modello Thegiornalisti con i suoi debordanti tastieroni a fare bella mostra di sé (Dentifricio, che poi anche i Coldplay, vabbè) oppure una spinta danzereccia in stile Flashdance (Tigre Pasquetta) e un senso generale di classicità pop (Milena Mazzora, In questo caldo porpora) che potrebbe avvicinare questo dandy decisamente solito in un ottimo artigiano pop del futuro.
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