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7/10

Levante

Manuale Distruzione

Levante è ormai uno dei nomi più promettenti della scena musicale italiana. Siciliana di nascita, trapiantata poi a Torino, ci racconta in maniera molto sincera la sua vita e la sua crescita sia personale che artistica. Tutto questo mettendo in evidenza le difficoltà di vivere le cose nuove e fare tesoro delle proprie esperienze.

Non stai bene è una pagina di diario. Ma non sarà l'unica che Levante decide di mostrarci. Parte con una negazione che viene ripetuta per due volte. Forse per auto convincersi che il passato non dev'essere così rumoroso, così doloroso. Non può. Ma è nostro. È presente tra le pagine di quei diari, nella pelle. Trafiggono il cuore.

In Cuori d'artificio il cuore compie i suoi soliti sussulti. Il sangue lo colora. A poco a poco comincia a sgretolarsi. I pezzi non per forza cadono giù, si alzano e vanno in alto. Ma in realtà non è facile dare un'indicazione di ciò che succede. I pezzi saranno migliaia e contineranno a mescolarsi forsennatamente, ma a ritmi diversi. In alcuni momenti il cuore si ricuce fino ad assumere la forma di partenza. Sono i nostri sogni, che ci fanno innalzare, ci fanno sentire vivi. Ma per la paura di provarci e viverli restiamo terribilmente coi piedi a terra. Immobili, pensierosi (Ho un cuore che ha puntato tra le stelle, eppure vivo sotto questa pelle).

Dove va a finire tutto l'amore di una storia d'amore”? Pura quotidianità si respira in Memo. L'amore visto dall'alto. Un enorme telecamera riprende le persone dall'alto. Vengono riprese le nostre vite. Tante immagini, così veloci così lente. Come in slow motion quasi ad analizzare ogni frammento della nostra quotidianità.

I campi aridi. Il grano illuminato dai raggi del sole. Poche case. E due figure ormai distanti, troppo incidentali, il cielo e la terra. Ridono dei loro ricordi. Scappano dalle loro paure. Piangono per ciò che non sono più. Le margherite sono salve è un grido di dolore che l'altro non può ascoltare. Il tempo li ha divisi, il tempo ha raffreddato i cuori.

Vivere la quotidianità in due. Anche guardare le stelle sembra difficile da fare quando la persona al nostro fianco non c'è. Trovare e ricercare la spontaneità negli occhi di un'altra persona. Nei nostri. Ecco spiegata Sbadiglio.

Come quando fuori piove ricorda la Consoli dei primi anni duemila. Lei femme fatale. Lei ragazza nuda. Lei ragazza in jeans. Suona la chitarra, quella acquistata coi soldi raccolti in anni di sacrifici dietro al bancone di un bar. Lo stesso bar che le ha regalato tutta l'ispirazione possibile, insieme a tante vite e tante storie.

In Nuvola nuovamente scorrono le pagine del suo diario lasciato sul prato e il vento lì, ad accarezzarlo. Anche le nuvole passano veloci, proprio come nei film. Come in quei filmati in cui tutti camminano svelti e non distinguiamo chi sorride da chi non lo fa.

Le feste di Alfonso. Questa sa di locale alternativo, forse hipster. Decine di ragazzi che ostentano uno stile “alternativo” e vagamente fighetto. Festa, tante mani che battono a tempo. Ragazzi si baciano, ragazzi si fotografano.

Uno sguardo al Po. Sole. Verde. Seduta. Lascia che il vento gli soffi tra i capelli. Pensa. E scrive. Ripensa alle Farfalle che tutti noi ospitiamo nello stomaco. Che accarezziamo e odiamo. Cerchiamo di distruggerle. E ancora coccolarle, vederle volare. Vederle librare nell'aria, come quando viviamo senza pensare alle conseguenze, quando giochiamo di istinto e la loro confusione non ci da il tempo di pensare al domani. Al domani poi ci penseremo.

La paura di buttarsi e di sbagliare. Quella di non ammettere, di non essere. Accarezza il microfono, occhi socchiusi. Pianoforte che respira di scuola cantautorale anni '70. Lei alunna che mostra tutta la sua convinzione, il talento. La passione. Gli occhi luccicano, questo in Senza zucchero.

Duri come me. Foglio bianco e matita. Ritorna l'immagine di lei immersa nel suo quotidiano. Mentre prepara un caffè osserva le realtà che le sono attorno. Le anime impegnate a vivere la loro giornata.

L'essenziale. Un giro di chitarra tutto uguale, ciclico. Lui e lei. La nascita di un rapporto. La scatola blu che potrebbe essere il cielo. Immenso, grande e così piccolo della grandezza giusta per contenere due vite, l'essenziale per l'appunto.

Queste pagine di diario sono sofferte. Parlano delle gioie ma anche dalle sofferenze, le macerie, come lei stessa le ha definite. Da qui il gioco di parole tra istruzione e distruzione: tener conto delle sofferenze – anzi, macerie – e ricostruire le fondamenta daccapo.

Quando non canta torna ad essere Claudia. E' una ragazza sincera. È pura. Vien da pensare che sarà difficile (forse) raccontarsi nuovamente in un nuovo album. Sappiamo già tutto di lei, paradossalmente. Magari andrà a scavare tra le pagine di diario più nascoste. Ci son tante altre vite da raccontare. Nuove anime che si sfiorano ogni giorno.  

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