The Beatles
Help!
Tutti conoscono le canzoni dei Beatles, a decine; impossibile sfuggire ad esse, la loro popolarità è intramontabile, la loro programmazione su tutti i media e in tutte le occasioni, dalla radio e televisione alle feste e festini fino alla musica passiva dei luoghi pubblici, supermercati ascensori eccetera, non conosce flessioni, le coverizzazioni su disco e dal vivo sia da parte di grandi nomi che di umili e sconosciuti gruppi e solisti altrettanto.
Molta meno gente ha idea di dove i brani più noti e fortunati siano posizionati allinterno degli album ufficiali, premesso che diverse assolute eccellenze uscirono solo come singoli, trovando sede comune solamente nelle raccolte postume: per tutti quegli estimatori del quartetto di Liverpool meno coinvolti e/o analitici, Help è il quinto album dei dodici di carriera; fu pubblicato ad inizio 1965 ed è il disco di Yesterday, di Help e di Ticket To Ride.
A fianco di queste tre colonne, delle tante che sostengono il tempio beatlesiano, vi sono poi altre discrete squisitezze, sicuramente celebri ma certo in maniera non così planetaria, a nome Youve Got To Hide Your Love Away, Youre Going To Lose That Girl e Ive Just Seen A Face. Episodi di aura relativamente modesta sono The Night Before, I Need You, Another Girl, Its Only Love, You Like Me Too Much e Tell Me What You See. Vi sono infine pure due cover: Act Naturally del countryman Buck Owens ed il rocknroll Dizzy Miss Lizzy di Larry Williams, incluse per far quadrare il minutaggio totale senza ulteriori sforzi creativi (il gruppo era ancora costretto, per contratto, a pubblicare due album e quattro singoli lanno, ed ancora teneva regolarmente concerti in tutto il mondo).
Che dire ancora e di nuovo su Yesterday? Arriva quasi alla fine, tredicesimo pezzo dei quattordici totali, dopo la frenetica e caruccia Ive Just Seen A Face, penalizzata in questo dal fatto che McCartney e il produttore Martin lavevano realizzata da soli, escludendo gli altri tre una novità assoluta al tempo, e che quindi non poteva pretendere di essere messa in evidenza più di tanto. Fa tuttora un certo effetto sentire questa canzone di astronomica fama e mostruoso riconoscimento venir fuori tranquilla, in mezzo alle altre umane sorelline, con la chitarra acustica di Paul che prende a pizzicare gentilmente sul FA maggiore, accogliendo la sua voce a declamare subito il titolo.
Ed ecco la prima modulazione di accordo, che dà la stura a quellincredibile risalita melodica che da subito ha preso a lasciare di stucco chiunque al mondo sa e percepisce di melodia e composizione, che sia in ambiente classico, jazz, rock o altro. E poi ancora la ridiscesa, il fraseggio che prende a differenziare la cadenza, di una impeccabile perfezione e creatività.
Il ritornello non è così geniale come la strofa, arranca (relativamente, beninteso) e si ripete, certo funziona alla grande ma insomma fa venire voglia di risentire la strofa. Quandessa ritorna, compare su di un canale dello stereo lasciutto e composto quartetto darchi concepito e realizzato, arrangiamento ingaggio degli orchestrali e tutto, dal grande produttore. Niente smancerie Martin non era il tipo, solo impeccabile e rigorosa musica da camera, a contrappunto di una melodia ed una progressione di accordi che meritavano tale coloritura.
Fatto sta che Yesterday fu pubblicata come singolo solo in un secondo tempo, quando in classifica erano già passate le prime cover di essa, fiondatesi come logico al numero uno! Su Wikipedia si afferma che ad oggi le riproposte di questo brano regolarmente pubblicate sono arrivate a 2.200 mi pare un po esagerato, comunque risponde per certo a verità che questo motivetto che si ritrovò tutto intero in testa McCartney una mattina scendendo dal letto sia la canzone più coverizzata di tutti i tempi.
Il gruppo però al tempo puntava, giustamente, su realizzazioni più collettive, ed il brano di Lennon che intitola lalbum ne è il perfetto esempio. Ancora aperto e ben disposto verso i colleghi, lautore accettò il suggerimento di accelerare di parecchio la velocità del pezzo, nonché limportante ed incisivo controcanto del suo socio e bassista, a partire dalla seconda strofa. I residui beat lanciati nel ritornello, con i coretti in falsetto (e relativo scuotimento dei capelli a caschetto, sul palco e davanti alle telecamere ) riescono, insieme al ritmo serrato, a mettere in secondo piano il testo decisamente intimista, disperato e problematico di Lennon.
Ticket To Ride pone invece laccento di novità sulla ritmica, cadenzata e pesante, di Ringo che colpisce le pelli con entrambe le bacchette allunisono e accentuato vigore, in un prototipo di ritmica rock che per i Beatles, squisito e purissimo quartetto pop proveniente dallo skiffle e dal rockabilly, costituisce la prima concessione a quel nuovo genere che di lì a poco invaderà il mondo.
Le folkeggianti Youve Got To Hide Your Love Away ed Ive Just Seen a Face, accomunate dallarrangiamento acustico ancorché sviluppate ed interpretate una da John e laltra da Paul, accolgono entrambe lo stile di Bob Dylan, loro più grande rivale americano (insieme ai Beach Boys) in termini di forza innovativa ed anche successo commerciale.
Youre Going To Lose That Girl è mirabile: Lennon la canta da dio, specialmente quando si cimenta in intonatissime ed usignolesche impennate in falsetto nel ritornello, di contrappunto agli insistenti coretti in risposta di McCartney ed Harrison. E una canzone brillante, energetica e ben arrangiata, con il Macca anche al piano (forse per la prima volta) e Ringo anche alle percussioni, il tutto risultante in un arazzo musicale assai più consistente e spesso della media di questo stesso disco e in generale del pop del tempo. E sicuramente una delle perle nascoste (si fa per dire) del repertorio Beatles, specie a livello esecutivo.
Il resto della scaletta può essere trattato, e definito, collettivamente: deliziosa musica leggera pop-beat degli anni sessanta, sopra la media ancorché senza lode. A partire dallalbum subito a seguire Rubber Soul tali riempitivi si diraderanno considerevolmente, rendendo le uscite dei Beatles di ancor più variegato e quasi costantemente eccezionale interesse, depositarie di gran parte del loro mito, che comunque già in questopera lascia profonda traccia.
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