V Video

R Recensione

5/10

Bruce Soord with Jonas Renkse

Wisdom Of Crowds

Due frontman, due differenti esperienze musicali. Bruce Soord, voce-guida e chitarrista dei The Pineapple Thief (band inglese dedita ad un progressive sferzante più incline al rock degli Anni ’90 che non ai sinfonismi dei ’70) e Jonas Renkse, cantante – con un passato da drummer – dei Katatonia (gruppo svedese elettivamente votato ad un post-metal levigato dall’approccio intimista), appongono congiuntamente le proprie firme su un’opera che si estranea da qualsiasi velleità sperimentale, preferendo una espressività introversa ma “aperta”, sempre alla ricerca di melodie cristalline che possano incantare già ad un primo ascolto. Soord instruments, Renkse vocals, Steve Kitch additional programming: questi gli stringati credits che il booklet offre. Soord inoltre compone, mixa e produce il tutto.

Sicuramente la comune esperienza, accumulata nei lunghi anni di militanza nelle rispettive formazioni di provenienza, tesa a cercare linguaggi sempre più comunicativi – cosa che ha funzionato più per i Katatonia, che non per i The Pineapple Thief – ha fatto in modo che il disco, sviluppato in un arco temporale brevissimo, si potesse avvalere di brani dalla scrittura solida e di atmosfere evocative perfettamente tradotte nella forma-canzone: basta ascoltare una Radio Star per avere una fotografia precisa delle ipotesi armoniche che il duo propugna.

La batteria “sintetica” è l’elemento sonoro più ricorrente e tende a mostrare la corda prima del tempo dovuto e a far meditare su quanto all’intero progetto avrebbe giovato una più protratta lavorazione. Il problema non risiede tuttavia nelle ritmiche programmate: a minare la riuscita della messinscena è semmai la scelta di pattern ideati per simulare il “vero”.

Se un esempio fosse necessario, Frozen North potrebbe persino costituire il manifesto dell’intero album: nulla da dire sulla melodia, che sgorga da un sentimento di indefinita malinconia, ma gli sviluppi sono incerti, come se Soord e Renkse avessero deciso di accontentare entrambe le proprie fanbase, frustrando però sia il cupo intimismo che il brano effonde (le parti più “heavy” suonano fuori contesto), sia gli effluvi metal-folk che vanno alla deriva con l’emergere di una sezione pseudo-elettronica decisamente kitsch. Una chitarra acustica da sola avrebbe potuto essere più eloquente ed emozionante.

The Light, sostenuta da tocchi di synth dal sapore insipido e da percussioni altrettanto inefficaci, prova a offrire la propria melodia FM-rock radiofonica come una gemma: ma nulla risplende come il titolo avrebbe voluto suggerire. Praticamente analoga la sorte di The Centre Of Gravity, anche se l’andamento vagamente electro-post-rock in qualche modo consente al pezzo di rimanere a galla. Non si salva dalla deriva la title-track che pare voler indugiare sulle stesse tristi ambientazioni di Hotel California: un interessante lavoro di chitarre va a scontrarsi con l’ingombrante iceberg delle batterie artificiali. Indurendo il viso, ma lasciando inalterate le mire, anche Stacked Nacked tende a catturare subito l’attenzione, senza poi saperla mantenere viva, vivida, dissipandola in contraffatte vibrazioni epidermiche.

Ecco, questa voglia di consumare tutto a livello epidermico, di limare ogni asperità, di giocare la partita semplificando le regole, di consegnare buone idee ad un allestimento poco elaborato – o almeno incompiuto, se non posticcio – è dove si compie l’arenamento del piroscafo Wisdom Of Crowds.

Si potrebbe anche cominciare quest’album al contrario e partire dalla sua fine – i sette minuti di Flows Through You – per vedere palesati tutti i pregi e i difetti costitutivi di un progetto che, pur dotato di una buona ispirazione e di idee di per sé non banali, non ha la determinazione di dare loro pieno valore su un terreno più coraggioso, magari anche impervio e brullo, ma meno coperto di quel leggero, inconsistente strato di neve lucente destinato a disciogliersi ai primi raggi di sole.

I riferimenti alle ariose epifanie degli Anathema, ai crepuscoli degli Storm Corrosion, agli orizzonti degli A Perfect Circle, nonché alle drammaturgie delle band di origine, non sono sufficienti per osservare quest’album in prospettiva, per inquadrarlo come una risultanza di stimoli: appare piuttosto chiaro che i due artefici di Wisdom Of Crowds, sfruttando un momento di buona visibilità (offerto da recenti tour caratterizzati da una ottima affluenza di pubblico), hanno voluto a proporre subito qualcosa con cui ingannare il tempo che separerà i propri fan da nuovi lavori in studio dei The Pineapple Thief e dei Katatonia. In tal senso le tematiche sonore oggi rappresentate, appariranno sicuramente appetibili principalmente a chi non può fare a meno dei propri beniamini. E tuttavia, piuttosto che trincerarsi dietro un atteggiamento rassicurante e carente di un nucleo incandescente, il duo avrebbe potuto focalizzarsi sull’ideazione di prospettive future più desiderose (e bisognose) di sovvertimenti.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.