R Recensione

6/10

Everything After Grace

Love, Sex And Rain

August And Everything After” dei Counting Crows prima, “Grace” di Jeff Buckley poi. Ecco le due principali influenze che, secondo Fabio Zaboi, voce e mente dei padovani Everything After Grace, hanno dato vita al suono della band così come viene proposto in questo esordio, autoprodotto, “Love, Sex And Rain”, con copertina firmata dal fotografo chicagoano Aire Eidet. Impossibile non essere d’accordo, specialmente con la ben più che visibile impronta che il gruppo di Adam Duritz sembra aver lasciato sul quintetto. In un panorama musicale, quello italiano, che sempre più spesso trae ispirazione da canoni noise rock ormai muffiti, fa dunque piacere sentire una proposta che, dello Stivale, ha solo la provenienza geografica, e si dipinge anzi maggiormente di stelle e strisce.

Il suono degli Everything After Grace, pur ancora fermo ad una fase acerba ed embrionale, presenta una grande varietà di soluzioni ritmiche e melodiche che, sovente, donano alla semplice struttura dei pezzi una spinta propulsiva altrimenti mancante. È, certamente, l’eterogeneità dei loro ascolti a ricoprire di nuove sfumature il disco, che risulta perciò, quasi sempre, ben più che normale prodotto da air play radiofonico. Invece i testi, cantati in inglese, giovanilistici ed imperniati quasi esclusivamente sulla triade di cui il titolo –nella quale “rain” ha valore metaforico di impedimento-, urgerebbero di un rinnovamento radicale, onde evitare di cadere in quell’inflazione che ormai contraddistingue questi particolari stilemi.

La partenza, a dirla tutta, lascia interdetti: “Everything After Grace”, mediocre rock elettronico dalla struttura traballante, degenera in coda in una serie di falsetti corali onestamente imbarazzanti. Tuttavia è solo un’apnea momentanea, questa: il danno viene da subito riparato con una sequela di canzoni oneste e ben costruite. “You Kill Me Inside” viene sorretta da un riff quasi funk, “No More Lies” è una classica ballata in cui voce, chitarra acustica e sintetizzatori vanno ad esorcizzare l’ennesima emulazione della new wave: fin troppo prevedibile, seppur gradevole, lo svolgimento di “My Feast”.

Per riuscire a trovare davvero qualcosa che catalizzi l’attenzione, però, dobbiamo pescare in capo e in fondo a “Love, Sex And Rain”. Evitando la trascurabile “You Are My Dream”, un po’ troppo zuccherosa ed incerta a livello vocale, si troverà dunque “Try To Be The One”, gustoso power rock dalle aperture tastieristiche quasi prog, ed ancora “Winsome Worries”, vera sorpresa del debutto, dove R.E.M. e Soundgarden si incontrano, scatenando le chitarre verso un epilogo trascinante, a fronte di una fase centrale un po’ zoppicante.

I ragazzi ci danno appuntamento, infine, alla prossima tappa, con un'ottima traccia che è più di una speranza, “Hope To See You At My Show”: voi che ne dite?

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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fgodzilla (ha votato 6 questo disco) alle 14:26 del 20 novembre 2008 ha scritto:

Perfetta

recensone perfetta , disco acerbissmo , ottimi spunti con una produzione decente e sopratutto

con un cantante che sappia cantare in inglese

poteva essere un bel disco.....

Marco_Biasio, autore, alle 12:53 del 23 novembre 2008 ha scritto:

RE: Perfetta

Grazie mille dei complimenti! Aggiungo il link da dove si può comprare il disco e dare un sostegno a questi ragazzi: http://cdbaby.com/cd/eag. Scaricabile in formato zip a soli 5 dollari, oppure acquistabile in formato fisico a 8 dollari!