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R Recensione

6/10

Kild

Smallness Towards the Secret

Che una giovane band italiana che canta in inglese sia derivativa è quasi scontato, curioso invece è il fatto che questa suddetta band derivi da un'altra giovane band, a sua volta derivativa. Sofismi a parte, il gruppo di cui sto parlando sono i Kild, quattro ragazzi milanesi, e la band a cui sembrano ispirarsi, neanche troppo velatamente, sono gli ormai celebri A Toys Orchestra.

Chi conosce almeno un po' la musica di Enzo Moretto e soci, saprà che la peculiarità della band di Agropoli sta proprio nel fatto di aver superato del tutto le proprie radici italiche, avendo ormai raggiunto una dimensione spontaneamente internazionale, grazie alla propria miscela di british sound e pop-rock dalle forti venature psichedeliche. Scelta che ha forse privato l'Orchestra di avere, almeno per ora, un suono proprio e riconoscibile, pecca, se così possiamo definirla, degli stessi Kild, che sembrano a proprio agio nel districarsi nei vari tracciati del rock esterofilo dai '70 ad oggi, senza però lasciare tracce del proprio passaggio.

 

Basta ascoltare l'iniziale Dear Friend per capire meglio il meccanismo di rimandi che scaturisce da questo gioco di specchi sonori: il brano è comunque godibile e ben strutturato, segno che l'originalità non è necessariamente sinonimo di qualità. Il problema si pone invece quando la fonte a cui ci si abbevera risulta essere l'immagine di una pozzanghera! E questo il caso, isolato fortunatamente, di Earth Dance: ascoltatela ed il richiamo alla triste No Regrets di Robbie Williams sarà immediato.

 

Per il resto il disco si attesta su un livello qualitativo più che discreto, tra sognanti ballate folk alla Fanfarlo come Philosophy The Necessary Food e pezzi più smaccatamente pop-rock come Here in my Bedroom, Joyfulness e A Place Inside of You, tutti giocati a metà strada tra gli U2 più ispirati e gli Incubus più ortodossi. Non mancano episodi in cui i nostri si lasciano andare ad un rock più grezzo e sanguigno come le godibili Rock in his Likeness, Your world e soprattutto MTBiker, pezzo dal groove avvolgente e dal ritornello fulminante. Il disco si chiude pian piano cullato dalla dolcezza squisitamente eighties di Afterall.

 

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