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R Recensione

4,5/10

Muse

The 2nd Law

Dopo i tre anni trascorsi da “The Resistance”, i Muse scendono nuovamente in campo con l’ultimo, chiacchieratissimo disco che tanto sonno ha fatto perdere ai fan di tutto il mondo e alla critica. Sicuri ormai di poter pubblicare qualsiasi cosa (tanto i complimenti arriveranno sempre e comunque, almeno dai milioni di discepoli sparsi per il mondo) i tre di Teignmouth tracciano un solco fondamentale della loro carriera, dando vita al loro disco più sperimentale ma anche apatico, e concedetemelo, il peggiore.

Dal 6 giugno, giorno in cui sul tubo viene inserito il trailer dell’album, molti sono rimasti spiazzati da quell’improvvisa scarica di brostep: che diamine hanno combinato stavolta? Tanto clamore, eppure inconsistenza a palate. “Madness”, singolo ormai onnipresente nelle radio nostrane, dimostra come sia facile per i Muse stupire il grande pubblico con falsi approcci avanguardisti, ma che di futuribile hanno davvero poco e nulla. Il rock sinfonico à-la Queen, da sempre marchio di fabbrica della band, prende il sopravvento su pezzi come “Panic Station”, mentre il bassista Chris Wolstenholme fa il suo esordio da songwriter e voce principale in “Liquid State” e “Save me”, brani che trattano l’angusto tema dell’alcolismo: l’acceleratore come sempre è tirato al massimo, e il risultato è una sorta di epico incontro di piano e archi, ma il tutto risulta tremendamente scialbo. “Unsuistainable”, infine è un timido tentativo di scalzare dal trono Skrillex (un altro che sta imparando a campare di rendita), che può dormire sogni più che tranquilli.

Nel complesso parliamo di album che tenta invano di infilare la stoccata giusta, ma pare che al momento le frecce siano già belle che esaurite. Con “The 2nd Law” i Muse hanno segnato uno spartiacque evidente della loro, fino ad ora, eccellente carriera dal punto di vista delle vendite, un po’ meno sul piano della qualità. La sensazione è che Bellamy e compagni stiano iniziando a rimanere intrappolati nelle sabbie mobili del proprio autocompiacimento, trascinati dal fatto che il seguito ormai è così imponente, da potersi permettere di cacciare dal cilindro qualsiasi cosa.

Forse una nuova pausa è ciò di cui hanno veramente bisogno. E anche noi, ma da loro.

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Voto degli utenti: 4,7/10 in media su 37 voti.
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hiteck 6/10
Kid A 6/10
max997 5,5/10
kida 5/10
bluewitch 5,5/10
Dusk 1/10
Richardo 5,5/10
frenkoso 5,5/10
B-B-B 4,5/10
Robio 1/10
Lelling 4,5/10
madara 6,5/10
robinf 6,5/10
mtmagne 7,5/10
Naruto 7/10
K.O.P. 4/10
luca.r 2/10

C Commenti

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Franz Bungaro (ha votato 5 questo disco) alle 10:05 del 9 novembre 2012 ha scritto:

Concordo con il voto, meno sulla apparente mancanza di frecce. Nel primo, fantastico album, si giocava sullo Showbiz. Ora, nello showbiz, ci sono dentro in maniera irreversibile. Cosa comporta il ciò? Soldi a palate. Per carità, buon per loro. Non per me. L'album è un polpettone (ci senti dentro Rage ATM (Supremacy) Queen (Survival), Led Zeppelin , INXS (Panic Station) Queen of the Stone Age (Liquid State) cloni di se stessi (Explorers è praticamente identica a Invicible), con alcune cose buone davvero (Animals) ed una media generale che è buona solo per il TRL live di Mtv. Non per altro. Personalmente sto vivendo la stessa "tragedia" vissuta con i Dream Theater, quando hanno iniziato a fare dischi per essere venduti. Dalle perle ai porci ai porci con le perle.

hiteck (ha votato 6 questo disco) alle 10:56 del 9 novembre 2012 ha scritto:

Certo le aspettative sono state tradite, ma... l'album si lascia ascoltare, e il loro è uno "stile" particolare dove inventare qualcosa di travolgente è molto difficile.

Concordo sul polpettone e aggiungerei all'elenco di Franz anche gli U2 di Zooropa e Pop, almeno nel risultati.

Ovviamente meglio non drammatizzare, e dire che alcuni brani sono degni del prossimo Guitar Hero.

In auto devo dire comunque che tiene bene compagnia

Un 6 per la musicalità, un 4 per i contenuti!

hiperwlt alle 10:54 del 10 novembre 2012 ha scritto:

Daniele, direi che hai centrato, con lucidità e semplicità, il tipo di critiche da rivolgere al gruppo e al disco - e sei stato fin troppo buono nel giudizio

bravo!

bluewitch (ha votato 5,5 questo disco) alle 11:55 del 19 novembre 2012 ha scritto:

Pur esendo un disco assolutamente piacevole da ascoltare condivido appieno la recensione: un pasticcio di tante componenti non certo non amalgamate fra loro tanto da far risultare i brani in molti passaggi alquanto schizoidi! Siamo ben lonatni dalle vette di showbiz e origin of simmetry....deludente!

Simone Giorgio (ha votato 3,5 questo disco) alle 16:58 del 22 novembre 2013 ha scritto:

Questo disco è divertente. Non perché lo fosse nelle intenzioni (avrebbe dovuto parlar di crisi economica, e solo tre brani su tredici hanno quel tema, evvabbè), ma perché ascoltandolo si trova dentro un sacco di roba. Il che non è positivo, ma fa ridere. Supremacy è la versione pop di Kashmir dei Led Zeppelin, Madness sfocia nell'U2ismo, mentre Big Freeze ci è immersa fino al collo sin dal primo secondo. La megalomania (la malattia, non l'ottimo brano che concludeva il loro Origin of Symmetry) viene tradita anche da Survival, per me la traccia peggiore. Salvo solo Panic Station, che pur nel funky più sbronzo (richiama per certi versi quasi tutto il genere, persino abomini come The Adventures of Raindance Maggie degli ultimissimi RHCP) ha un arrangiamento mica male, la radioheadiana/floydiana Animals e la strumentale che chiude il disco, Isolated System. A mio avviso è comunque migliore di The Resistance. Il punto è che possono fare molto meglio. Potrebbe in futuro essere ricordato come il disco della loro svolta pop.