V Video

R Recensione

5/10

Nada Surf

If I Had A HiFi

Ci sono gruppi che nascono con una palese vocazione minoritaria: per carità, questa non è una colpa, né necessariamente un difetto, basta esserne coscienti. E i Nada Surf conoscono perfettamente la loro natura, e in qualche modo la onorano da ormai 17 anni. Giunti alla ribalta nel 1996 con un singolo, “Popular”, dalle sonorità moderatamente punk, hanno pian piano sviluppato una predilezione per un’indie pop dalle aspirazioni pacatamente power(pop), raggiungendo l’apice con il loro must “Let go” nel 2002.

Giunti, tra alti e bassi, al loro ottavo disco, Caws e soci si sono imbarcati in questa scivolosa scelta dell’album di cover, con risultati francamente sconfortanti.

La tracklist, se non appetitosa, si mostra almeno interessante, in quanto i nostri ragazzotti newyorchesi si sono dimostrati quantomeno coraggiosi. Troviamo infatti in scaletta, tranne alcuni nomi celebri, brani minori di artisti che definire misconosciuti può risultare in alcuni casi eufemistico (ma dove li hanno presi i Mercromina?).

Per quanto riguarda invece la resa musicale, è proprio il coraggio a mancare più di ogni altra cosa.  Un lavoro di pulizia indistinta e sommaria ha privato ogni pezzo della propria peculiarità, generando un'anonima sequenza di brani dalla velocità media, potenza media, profondità media. Sembra che un esattore delle tasse (tanto per citare il grande B. Bragg) si sia messo a rettificare le bozze di un’antologia di poesia, 'correggendo' ogni licenza poetica.

Partiamo dagli esempi più lampanti: tutti noi, che ci piaccia o meno, conosciamo “Enjoy the silence” dei Depeche Mode, ne abbiamo apprezzato i ritmi netti, claustrofobici e malati, ed ora sentirla suonare con queste chitarrine powerpop e la vocina angelica di Caws francamente ci sembra quasi uno scempio.

Lo stesso discorso vale per “Love and Anger” di Kate Bush, brano originariamente dall’ampio respiro, qui privato di qualsiasi pathos ed aspirazione di cosmopolitismo.

La questione si fa ancor più seria, scusate il gioco di parole, con “Question” dei Moody Blues: bè qui i Nada Surf sono riusciti nell’impresa di risultare più zuccherosi e melensi di un gruppo giudicato “morbido” gia negli anni ’70.

Sarà che stiamo parlando di un pezzo pop praticamente perfetto e difficilmente scalfibile, ma “Love goes on” è qui resa sorprendentemente bene, molto fedele all’originale ma non per questo priva di personalità: una nota positiva anche per aver ricordato un gruppo troppe volte sottovalutato come i Go-Betweens.

La media si abbassa di nuovo con “The Agony of Laffitte” degli Spoon, sporca ballata acustica che non aveva proprio bisogno di essere pulita, inamidata e stirata.

Il resto del disco è composto di nomi meno conosciuti, che in originale meriterebbero qualche ascolto in più (Coralie Clement), ma in questo "If I Had A Hi-Fi" si perdono tra sbadigli e deja vu. 

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.