V Video

R Recensione

5,5/10

Placebo

Loud Like Love

O si amano o si odiano, non ci sono mezzi termini. I Placebo sono così.

Dopo sei album, l'inconfondibile voce di Brian Molko continua imperterrita a costruire buone melodie sulle solite armonie minori che confluiscono in ritornelli aperti e orecchiabili.

Chi ama le certezze nella musica può comprare o scaricare da iTunes il disco, senza il rischio di trovarsi deluso; chi si è stancato della formula Placebo, si tenga alla larga da Loud Like Love.

Dimentichiamo il periodo di Sleeping With Ghost o di Without You I'm Nothing e rassegnamoci ad ascoltare ottimi esercizi di stile, spesso privi di urgenza.

La formula ormai consolidata non si sposta di un millimetro, quindi l'unico modo per poter capire il valore di questo lavoro è scoprire quali canzoni funzionano meglio e quali, invece, proprio non girano.

Il primo singolo Too Many Friends ha tutte le caratteristiche per rimanere in testa fin dal primo ascolto; un brano furbo, con un testo che colpisce sin dalla prima frase e una struttura vincente per le playlist radiofoniche. Non c'è che dire, è scritto bene e prometteva buone prospettive anche sulla tenuta dell'intero disco... e invece già nelle prime tracce della scaletta, si cade in risoluzioni scontate e già sentite altrove (Scene Of Crime, Hold On To Me).

I pezzi più tirati come Rob The Bank o Purify suonano sempre alla grande, ma si fermano lì, sulla linea di confine tra l'autocompiacimento e la noia.

Exit Wounds è uno dei brani più riusciti dell'intera scaletta: siamo sempre sulle solite strutture pop - rock, ma qui tutto gira come si deve e il ritornello funziona perfettamente.

Piccole tracce di rinnovamento si possono cercare verso la fine del disco, in Begin The End, un brano coinvolgente, che, pur mantenendo intatte le caratteristiche base della band, si sviluppa in un lungo crescendo emotivo e sonoro che si stacca un po' dal classico schema strofa-ritornello.

Troppo poco per una band che ha avuto grandi momenti di scrittura e che torna in pompa magna dopo 4 anni di assenza.

"Forti (o rumorosi?) come l'amore"... sì, come quegli amori adolescenziali estivi, emotivamente "forti" ma brevi: tempo un mese e te ne sei già dimenticato.

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Voto degli utenti: 5,6/10 in media su 7 voti.
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frenkoso 6,5/10

C Commenti

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futuroalt-j (ha votato 4,5 questo disco) alle 0:35 del 13 settembre 2013 ha scritto:

Alla valutazione 4,5 di questo album il sito propone l'aggettivo "misero". Ecco, penso che un aggettivo possa bastare per descrivere questa "band" che probabilmente vivrà di rendita per i prossimi (al massimo) 3 anni..

tramblogy alle 21:48 del 13 settembre 2013 ha scritto:

Bhe, posso solo dire che il singolo fa veramente schifo...

motorcity5 (ha votato 4,5 questo disco) alle 12:57 del 14 settembre 2013 ha scritto:

singolo imbarazzante, però il video è particolare e lasciano il segno. ormai sono ridotti all'apparenza.

zagor alle 21:18 del 14 settembre 2013 ha scritto:

è incredibile che i placebo siano sopravvissuti agli anni 90 e ancora facciano dischi.

futuroalt-j (ha votato 4,5 questo disco) alle 11:29 del 15 settembre 2013 ha scritto:

Mah sinceramente a me i Placebo dell'ultimo disco non mi erano neanche dispiaciuti totalmente. Cioè, si vedeva che era una band in declino rispetto a un passato sicuramente più positivo e con più idee..

Quello che voglio dire io è che ok, si erano dati al commerciale e ai soldi con Battle For The Sun, ma perlomeno qualche pezzo in qua e là in quell'LP ce lo trovavi. Qui proprio orrore, vuoto totale.. Non posso immaginarmi come le case discografiche si proporranno in futuro di pubblicare un loro nuovo album..

nebraska82 alle 12:33 del 15 settembre 2013 ha scritto:

per me l'ultimo bel disco che hanno fatto è stato "sleeping with ghosts"...comunque nel complesso hanno fatto una carriera discreta, ascoltare i loro classici uno dopo l'altro in macchina è tuttora piacevole.

futuroalt-j (ha votato 4,5 questo disco) alle 0:55 del 23 settembre 2013 ha scritto:

Su "SpazioRock" valutato 8.. -.-''

zagor alle 1:21 del 23 settembre 2013 ha scritto:

la recensione l'avrà scritta il parrucchiere di molko....

swansong (ha votato 8 questo disco) alle 11:14 del 13 agosto 2014 ha scritto:

Album, per me, validissimo, che migliora quanto di buono già fatto sul precedente Battle For The Sun. Ha tutto quello che deve avere un perfetto album pop rock. Suoni cristallini senza essere levigati, produzione ipertrofica, ma potente ed equilibrata allo stesso tempo, musicisti all'altezza, arrangiamenti coi fiocchi, testi non banali e, soprattutto, melodie che ti perforano il cervello e non ti escono più...

Sinceramente non capisco tutti sti detrattori. Sappiamo bene che non sono più i Placebo degli esordi (e per fortuna aggiungo, visto che oramai si erano un po' accartocciati su loro stessi e la formula emo-dark dei primi dischi non dava più i risultati sperati - il mediocre Meds sta lì a dimostrarcelo..), anzi sono, di fatto, un altro gruppo, ma, vivaddio, se non altro hanno avuto il coraggio ed il merito di cambiare registro e le vendite credo diano loro ragione. In particolare, quest'album è proprio uno spettacolo: le prime tre canzoni, poi, sono un pugno in faccia di perfetta potenza melodica con un tiro micidiale che ti stordisce e ti lascia al tappeto ed anche quando alzano il piede dall'acceleratore (o tolgono i guantoni, per rimanere nella metafora..), ti piazzano un gioiellino di rara bellezza come Begin The End.

Insomma, era da un po' che volevo spezzare una lancia su queste pagine a favore degli ultimi Placebo, che forse non saranno dei mostri di tecnica e nemmeno dei simpaticoni ed hanno un leader che prenderesti a schiaffoni dalla mattina alla sera, ma (ed è quello che per me conta di più) sanno scrivere dannatissime ottime canzoni pop rock! Attualmente, nel genere, non sento tanto di meglio in giro. Ma sono pronto a raccogliere con entusiasmo vostre segnalazioni...ciao!

braian-ino (ha votato 6 questo disco) alle 12:05 del 29 gennaio 2016 ha scritto:

Si vabbè ma Bosco?

L'unica traccia che, insieme a "A Million Little Pieces" porta alla sufficienza un disco che si arena in partenza.