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R Recensione

9/10

Placebo

Without You I'm Nothing

Quando uscì il debutto dei Placebo, lo comprai per due motivi: mi piacevano sia la copertina che la casa discografica. Della musica non avevo ascoltato una singola nota, ma per quello c'era sempre tempo. Dopo continui ascolti e un pò più di esposizione del gruppo sotto la luce dei riflettori, ero dibattuto tra due dichiarazioni pseudo identiche: "la musica mi piace, ma Brian Molko mi sta veramente sui marroni", oppure "Brian Molko mi grattugia i marroni, ma la musica mi piace".

Non sapendo quale corrente far prevalere, decisi di andarli a veder suonare, agevolato da un loro concerto all'Astoria, a cinquanta metri dal mio posto di lavoro nel lontano 1996. Molko introdusse Nancy Boy dedicandola "al ragazzo che mi sono scopato questa notte", perdendo altri millanta punti nella mia scala di stima personale. E non suonarono neppure particolarmente bene. Formata la mia idea definitiva sull'ensemble, li lasciai a scalare impunemente le classifiche britanniche e a raggiungere un successo dovuto in parte alle indubbie qualità musicali, in parte alla costruzione di un'immagine se non altro piuttosto originale.

Fu così che quando Whitout You I'm Nothing vide la luce alla fine del 1998, il sottoscritto non se lo filò di pezza. Persino la stampa britannica, sempre alla ricerca della next big thing, si stancò velocemente della routine Placebo e lasciò che il disco sopravvivesse grazie ai suoi meriti. A questo punto, fast forward fino a marzo dell'anno successivo, nelle piccole ore del mattino, dentro un taxi che mi sta portando a casa dal lavoro. Le prime luci dell'alba stanno già disegnando i contorni delle case che ci lasciamo alle spalle, io perdo i km con la guancia attaccata al finestrino mentre una manciata di canzoni struggenti si sussegue nell'abitacolo. Chiedo al tassista di chi si tratti, tanto per essere sicuro, e lui risponde come previsto: sono i Placebo. Ah però. Complimenti a loro ed al tassista furbetto, mi dico, conquistato da entrambi. Ho successivamente il tempo di procurarmi il disco e di rendermi conto di ascoltare qualcosa di molto diverso dagli esordi.

Andata è la maggior parte dell'urgenza del primo disco, andata è una certa idea grezza di canzone, andati sono certi atteggiamenti alla chissenefotte. Al loro posto, cambiato il batterista, ecco una collezione di brani estremamente coesi tra loro, pulitissimi anche quando alzano il ritmo, prodotti molto bene, cantati e suonati altrettanto. Persino la copertina finisce per piacermi, un'immagine che trasmette silenzio, abbandono, solitudine: whitout you I'm really nothing... Se l'album d'esordio era una festa senza limiti fatta di sesso e droga, questo è il disco del giorno dopo, quando la testa è sulle giostre e ti rendi lentamente conto dei disastri che hai combinato.

L'attacco di Pure Morning quasi industriale, il ritmo costante a martello, il testo tra il serio e il faceto, donano all'album una presentazione immediatamente riconoscibile, un carattere che in diversi modi si riflette poi lungo tutto l'album: il testo è carico di disillusione, e anche se la musica spinge senza paura, si legge il malessere montante che prenderà spazio nelle tracce successive. Il disco si eleva quando più guarda verso il basso, quando il ritmo rallenta e ti lascia lo spazio per leggere tra le righe: Ask for Answers già puzza di tramonto e abbandono, e non fa altro che introdurre uno dei migliori cinque/sei pezzi della storia della band.

La title track è disperata nella sua impotenza, il lamento di Molko davanti alla fine di una relazione è bidirezionale: le cose vanno male quando ci sei, vanno ancora peggio quando non ci sei ("every time you vent your spleen I seem to lose the power of speech, you're slipping slowly from my reach, you grow me like an evergreen, you never see the lonely me at all", per me il disco poteva finire anche qui e sarebbe stato perfetto). I ritmi si alternano costantemente, ma la sostanza non cambia: che si tratti di odio (the crawl), sesso (every you every me), tragedie d'amore e droga (my sweet prince), ogni traccia è una catarsi verso la liberazione, una purga, il pentimento alla fine della guerra. Alla fine dell'ascolto si esce stremati, rattristati, lambiti da qualche piccolo dolore che non si pensava di avere.Un disco allo stesso tempo tossico e terapeutico, comunque un grande disco.

I Placebo sono diventati enormi in posti come Italia e Francia, vendendo camion di album, trovando l'angolo commerciale della loro musica, senza mai raggiungere il livello espressivo di quest'album che per certi versi può essere visto come il più complesso della band (e quello con il maggior successo nella loro patria adottiva, avendo raggiunto il platino negli UK). Già oggi è unanime il consenso: questo è stato il loro miglior lavoro, per ottenere un risultato simile avrebbero dovuto continuare nella loro strada verso l'autodistruzione, avrebbero fatto di meglio ma sarebbero durati di meno.

Meglio godere del risultato ottenuto dieci anni fa, pescare le chicche sparse nei lavori successivi, e ringraziare il Lussemburgo per essere stato un posto così deprimente per il signor Molko, gotico gay tossicodipendente, al punto di spingerlo a levarsi dalle palle e a fare musica in un altro posto, in un altro modo.

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Voto degli utenti: 7,6/10 in media su 33 voti.

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Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 14:33 del 18 marzo 2009 ha scritto:

Intimo, a tratti carnale e sensibile; un valido inventario d'esperienze sofferte, acuminate e spesso maltrattate. Un album catartico e sovversivo allo stesso tempo. Il migliore della band.

benoitbrisefer (ha votato 8 questo disco) alle 20:44 del 18 marzo 2009 ha scritto:

ok Mr. Wave

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 20:52 del 18 marzo 2009 ha scritto:

classico esempio di gruppo mediocre e iper-pompato da MTV...

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 20:53 del 18 marzo 2009 ha scritto:

RE:

''classico esempio di gruppo mediocre e iper-pompato da MTV...'' ci contavo, che a momenti, sarebbe arrivato qualche giustiziere ^^

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 21:47 del 18 marzo 2009 ha scritto:

potrà anche darsi...

...e infatti nella recensione non sono stato particolarmente lusinghiero. Ciò non toglie che abbiano fatto un disco splendido, che io ho ascoltato, ai tempi amato, votato, e qui recensito. Che poi in seguito abbiano fatto schifo la cosa non è qui rilevante, che MTV (che non ho mai guardato e mai guarderò) li abbia pompati non mi interessa, che siano in effetti una band mediocre, e chi discute? Gli album successivi li ho ascoltati, non mi sono piaciuti, se non in qualche piccolo episodio, ma qui non ho scritto la storia dei Placebo, ho solamente citato l'unico (secondo me) album che merita un posto serio su SdM. I Muse non sono peggiori, sono tremendi su un piano differente, sono peggiorati costantemente da un bell'inizio (showbiz) fino a diventare una macchietta, ma sono peggio dei Placebo per il semplice fatto che Bellamy si prende tremendamente sul serio, dal vivo tende al ridicolo con quell'atteggiamento da "faccio tutto io perchè gli altri non sono capaci".

SamJack alle 21:51 del 18 marzo 2009 ha scritto:

andy

condivido in pieno la tua linea, volta a mettere in evidenza ciò che secondo te è, senza possibilità di interpretazione errata su ciò che dici...

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 23:28 del 18 marzo 2009 ha scritto:

Samjack

grazie, fa piacere ogni tanto trovare qualcuno che condivide la tua filosofia. Come detto in tempi remoti al Capo dei Capi di SdM quando mi chiese se ero interessato a collaborare, io non ti so dire se un disco è bello o brutto, ma posso dirti se mi è piaciuto o meno, argomentando il mio giudizio dal profondo della mia ignoranza globale. Poi ognuno è libero di farsi la propria idea, per fortuna non tutti i gusti sono alla menta... se le mie parole sono servite a qualcuno per formare un parere più completo, voilà, il gioco già vale la candela. Sono stato interpretato male su un dibattito a proposito del britpop già una volta, dove ho fatto la figura del pirla su uno dei pochi argomenti di cui ho un'esperienza di prima mano, ora mi son fatto furbo e non mi fregate più ;D

otherdaysothereyes (ha votato 8 questo disco) alle 21:51 del 18 marzo 2009 ha scritto:

Questo è un bel disco. Stavolta sono d'accordo con Mr.Wave

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 21:56 del 18 marzo 2009 ha scritto:

RE: otherdaysothereyes

mi fa piacere

target (ha votato 6 questo disco) alle 23:01 del 18 marzo 2009 ha scritto:

Non so, i Placebo mi sono sempre sfuggiti via, forse per ragioni di scarsa empatia, soprattutto nei tempi dell'adolescenza. "Pure morning", a suo tempo, non mi entusiasmò, ma qui dentro ci sono altri pezzi non male, e di certo tutto il resto che hanno fatto è (anche di molto) peggiore. "Every you and every me" è il tipico pezzo che fa ondeggiare con le mani in tasca le dark ladies nelle piste dei rock club, e, boh, mi sa di aver ondeggiato anch'io, vagando sul bordo di abissi che tutto sommato questa canzone restituisce bene. Ma quasi mai, ai miei occhi, hanno quella profondità che li lanci al di là dell'ondeggiamento autoscompiaciuto. Sics.

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 9:15 del 19 marzo 2009 ha scritto:

d'accordo con target.....

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 9:19 del 19 marzo 2009 ha scritto:

mr. petrelli (heroes) ha ragione!!

sono d'accordo con te. però cavolo, ci dante dentro col conta gocce!

questo disco si merita un bel 5 stelle pieno!

i successivi un calare, l'ultimo bruttissimo.

però questo cosa potrà mai avere di difettoso?

i muse hanno fatto anche un disco bellissimo che è showbitz e hullabaloo dentro ha della roba che vale la pena ascoltare (inediti scartati)(imo).

troppo severi.il resto è da travaso di bile. l'ultimo (hole..)l'ho buttato nel bidone come pop degli u2!

quando entra in gioco l'etichetta e il successo, quanto influenza un talento artistico?di più e tutto in giù!

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 9:53 del 19 marzo 2009 ha scritto:

RE: mr. petrelli (heroes) ha ragione!!

Guarda, x quanto riguardano le stelle può anche darsi che quel mezzo punto mancante il disco lo meriti, mi sono frenato x diversi motivi: 1-Molko mi è sempre stato antipaticissimo 2-metà dei lettori di SdM avrebbero gridato al sacrilegio (guarda qui che carnaio con 4 e mezzo...) 3-appoggiandomi a Gulliver, per me cinque stelle significa un classico imprescindibile, alla mia veneranda età i classici li conto in una decina, una dozzina...

Rispondendo a Target, a cui i Placebo sono sfuggiti via: in fondo non ti sei perso niente nel complesso, a parte questo discone; tu dai la colpa alla scarsa empatia adolescenziale ed è ok, io nel 98 avevo 25 anni e potevo permettermi il lusso di seguire la musica con maggiore attenzione. Uno dei punti di forza di questo album sono i testi, e forse x questo uno scemo bilingue come me lo apprezza più di qualcuno che con l'inglese magari fatica un pò di più (senza offesa, per carità, mi mancano solo le teste di maiale sulla porta di casa). Rimango dell'idea che sia un disco eccezionale.

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 9:20 del 19 marzo 2009 ha scritto:

ops dimenticavo le stelle!

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 9:26 del 19 marzo 2009 ha scritto:

5 stelle i placebo non le prendono nemmeno la notte di san lorenzo.....ahahah

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 10:21 del 19 marzo 2009 ha scritto:

....boooo??

a far cadere le stelle infatti ci pensa mr. san gulliver.

io se devo aver paura di qualche utente che discute su un disco del genere, oppure sul livello di simpatia di un cantante (che sarà vero, è antipatico ma chi se ne frega) preferirei astenermi o aver coraggio.

Leggere voi: i classici restano classici, i classici sono rari e per forza passati, l'arte è morta, il talento è caduto insieme a 4 stelle del casso, la musica commerciale è per forza brutta..ect..ect...

Pasolini è morto, ucciso.....noi invece lo facciamo con le "rosse".

nel 98 avevo 38 anni, e per me quando ascoltai il disco l'arte non era ancora un classico ma viveva insieme a me!felicità.

d.

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 10:34 del 19 marzo 2009 ha scritto:

scusate..nel 98 avevo 28 anni...pfiuuuu...

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 10:39 del 19 marzo 2009 ha scritto:

RE: scusate..nel 98 avevo 28 anni...pfiuuuu...

...e me parevi un pò troppo vecchietto...

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 10:39 del 19 marzo 2009 ha scritto:

...appunto

concordo in pieno con la disamina di tramblogy, solo il tempo decide quando un classico diventa tale. Essendo comunque la valutazione un discorso puramente soggettivo, può accadere che una certa influenza derivi anche da fattori che non sono strettamente legati al disco in sè. E' importante quindi rendersi conto di quanto il proprio giudizio esuli dall'oggetto in questione per evitare che il discorso cada su una differenziazione tra simpatico e antipatico, per quello possiamo fare un sondaggio a parte Se io stesso mi fossi basato su tale criterio, forse non mi sarei nemmeno preso la briga di ascoltare i Placebo, e con loro un'altra carriolata di cose. Pace e bene.

fabfabfab (ha votato 5 questo disco) alle 10:43 del 19 marzo 2009 ha scritto:

La penso più o meno come Target. Nel '98 avevo 20 anni (l'avete detto tutti, lo dico anch'io) e andavo nei rock club a "ballare". Quando mettevano "Every you ..." andavo al bancone a bere qualcosa, quando buttavano nel mucchio pure "Pure Morning" andavo al cesso.

Molko mi è piaciuto solo quando a spaccato la chitarra al Festival di Sanremo, con tutta la platea spaventata come se sul palco ci fosse Charles Manson. Mi piacque perchè credevo fosse (auto)ironico. Invece poi commentò la cosa dicendo: "a Sanremo ruppi la chitarra per rabbia… Non dormi da due giorni, ti fanno saltare da un continente all’altro e tisbattono sul palco di un festival che non conosci. Prima di te si esibiscono dei tipi che cantano in sardo e poi devi lasciare il palco a dei ragazzini. Hai bevuto per noia tutto il pomeriggio e alla sera ti trovi davanti una platea immobile, mentre canti una canzone su una droga. Cos’altro puoi fare se non sfasciare tutto?". Che paura. Solito clichè da rockstar viziata, infantile e supponente.

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 11:07 del 19 marzo 2009 ha scritto:

.....

la chitarrà la scassò quando without you era già il tempo che fu, se ben ricordo..che a molko abbia dato fastidio l'accento sardo di altri artisti mi pare dubbioso e la droga fa il suo stesso effetto anche con le checche isteriche.la dorga non è razzista..e comunque il suo livello era pari a quello del programma sanremese se non più alto!ma se devo essere d'accordo con chi pensa che una canzone porti all'ondeggio autoscompiaciuto e nemmeno richiesto dall'artista....

TheManMachine alle 11:14 del 19 marzo 2009 ha scritto:

Dei Placebo mi piace una sola canzone, "Teenage Angst". Mi piace parecchio. Peccato che non è in questo album. Avrei potuto mettere almeno qualche stelletta, della serie "questo brano vale il prezzo del biglietto", invece niente. Per il resto e per quanto mi riguarda si possono far rientrare nella categoria delle band che nulla aggiungono e nulla tolgono alla storia del rock. In questo senso l'accostamento con i Muse che ho visto in qualche commento qui sotto mi pare perfetto. Spero non me ne vogliano i fun. La recensione è molto ben scritta, bravo Andrea!

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 11:26 del 19 marzo 2009 ha scritto:

RE: Andy

''per me cinque stelle significa un classico imprescindibile...'' in effetti, dare un 10/10 a "Whitout You I m Nothing", sarebbe stato un rating gonfiatissimo, eccessivo nonchè smisurato, a mio modo di valutar (già 9/10 è abbondantissimo... a mio parere).

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 11:47 del 19 marzo 2009 ha scritto:

a themanmachine

grazie per i complimenti, sono sempre estremamente apprezzati! I gusti musicali individuali non si discutono, ognuno ha il diritto di esprimere il proprio parere, accipicchia e poffarbacco...

target (ha votato 6 questo disco) alle 12:00 del 19 marzo 2009 ha scritto:

Aò, ma da 'sti commenti viene fuori che qua su storia siamo tutti permalosoni e convinti di custodire la Verità Assoluta! Lungissimo, davvero. La cosa dei testi, ad esempio, andy, è vera: di sicuro a suo tempo non ci dedicai attenzione, e sono convinto anch'io che il fattore-testi sia fondamentale per giudicare un disco cantato. Infatti non escludo che riprendendo in mano questo ciddì in futuro possa assorbirlo in modo diverso, più sfaccettato, più profondo. Quanto all'ondeggiamento, tramblogy, è un dato di fatto: vai in un qualsiasi rock club dello stivale ed "every you and every me" (immancabile) fa questo effetto.

lev alle 13:14 del 19 marzo 2009 ha scritto:

il disco non lo conosco, ma nel '98 avevo 23 anniahhhh! che tempi!

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 14:30 del 19 marzo 2009 ha scritto:

ma alla fine che musica fanno questi placebo? non si capisce! i testi bene o male contengono riferimenti ampiamente trattati nelle canzoni sin dalla notte dei tempi, quindi nulla di stravolgente! che musica fanno dove va ricercata la loro matrice?

SamJack alle 14:36 del 19 marzo 2009 ha scritto:

per me la loro matrice va ricercata anzitutto nel glam dei primi anni '70 (certo bowie, certo lou reed).....reinterpretato qui in chiave aggiornata e moderna....

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 14:51 del 19 marzo 2009 ha scritto:

RE:

intendevo proprio questo, non si parla di musica nella recensione, ad esempio cosa usano chitarre, synth, tastiere, sassofoni, basi elettro, basi acustiche, ci sono pezzi tirati o ballate, mood oscuro o solare?

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 16:30 del 19 marzo 2009 ha scritto:

strumenti?

Grazie tramblogy, stavo scrivendo con l'inchiostro al cianuro ma mi hai preceduto quindi mi limito a fornire le informazioni richieste dal nostro Dr. Paul:

Stefan Olsdal usa una varietà di strumenti, inclusa una Gibson Thunderbird, Basso Jazz Fender, Fender O, Fender Bass VI, Gibson Les Paul Custom e una Gretsch Anniversary. Nelle versioni dal vivo di Teenage Angst, Centerfolds e la maggior parte delle performance acustiche utilizza una tastiera Technics. Durante il periodo di Meds, utilizzò anche un Epiphone Flying V Bass per le versioni dal vivo di Nancy Boy, Come Home e altre canzoni solitamente poco suonate live. Apparve anche nel video di Infra-red, anche se questa chitarra la sfasciò alla fine del concerto al festival di Reading nel 2006.

Gli amplificatori sono un misto di Ampeg (per i bassi) e Marshall (per le chitarre). Agli inizi usava pedali del basso Boss quando suonava dal vivo, ma smise quando Bill Lloyd diventò un membro fisso della band in tour.

Brian Molko durante il periodo di questo disco usò una Gibson SF (Every you Every me, Without You I'm Nothing), Fender Jaguar (Pure Morning) e una Fender Thinline Telecaster in Taste in Men.

Per l'amplificazione ha usato una Fender Twin Reverb.

Steve Hewitt utilizza batterie Yamaha, per la precisione una Maple custom (22" bass, 10", 14" and 16" toms), un rullante Sonor 14x5" e un Brady 12x6"

Per quanto riguarda i piatti usa Zildjian di diversi diametri, sono nove in tutto, se desideri ti dò anche le misure.

Per quanto riguarda i testi, con argomenti che sostieni siano trattati dalla notte dei tempi (ma perchè c'è sempre da fare questa discussione con te, vedi Whipping Boy?), cercherò di assegnare loro un valore puramente decorativo nelle prossime occasioni, invece di dare loro un peso espressivo all'interno di un ambiente sonoro. Oppure posso dedicarmi solamente a gente tipo Mogwai, Explosions in the Sky, Pelican, This Will Destroy You, Mono...

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 16:52 del 19 marzo 2009 ha scritto:

RE: strumenti?

...e mò metto su You Don't Care About Us e salto come un posseduto finchè mia figlia non mi percuote con un bastone! Olè anche da qui!

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 16:19 del 19 marzo 2009 ha scritto:

....

non ho mai smentito l'ondeggiamento....!

comunque sempre li ad inserire un disco in un contesto musicale, forse glam, forse rock...sembra questo e quello...l'obbligo di aggiungere o togliere qualcosa alla storia del rock. come se le vostre stellette rosse sono 5 quando aggiungono qualcosa al rock!...oppure che non facciano l'effetto onda autoscompiaciuto.

bowie, non so se è stato scritto, per il singolo di without you i'm nothing ha dovuto pregare il gruppo per parteciparne come seconda voce.

è un disco pieno di melodia, divertente e molto profondo. e adesso lo metto su a tutto volume!olè!

w permalosi!

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 16:56 del 19 marzo 2009 ha scritto:

...senza offesa per petrelli..che mi capirà!

adesso che so tutto questo....mi sento veramente meglio!...mi si è aperto un varco.

ma sti dischi, sti nuovi ventenni espertoni li ascoltano con l'orecchio disincatato o con la bibbia, mereghetti,riviste sborone.. ect...ect...!!???

pensa se mi devo ascoltare un disco e ragionare sulla matrice.relax.

aveva ragione pasolini.

w

analfabeti

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 16:58 del 19 marzo 2009 ha scritto:

peter!!

io adesso ho cambiato genere.

vado di plastikman.

e il culo si muove!

ahahahahaha

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 18:49 del 19 marzo 2009 ha scritto:

avevo rimosso l'episodio di sanremo, veramente patetici....

TheManMachine alle 18:55 del 19 marzo 2009 ha scritto:

Scusami Andrea se mi intrometto, ma forse non serviva una consulenza specialistica perché stiamo scrivendo la sceneggiatura di un film sulla storia dei Placebo e dobbiamo sapere per filo e per segno non solo la marca e il modello di tutte le chitarre e le tastiere usate dai componenti della band, ma anche la marca e il formato della confezione dei preservativi preferiti da Molco... Tra l'altro per questi scopi esistono già vari strumenti in rete, vedi wikipedia. Forse erano sufficienti degli accenni, che sarebbero bastati a orientare il lettore. Forse, e ripeto forse, era questo il messaggio contenuto nel commento di DrPaul. Ma ripeto anche che a me la tua recensione è piaciuta. Ogni recensore ha il diritto di dare il taglio descrittivo-interpretativo che più ritiene opportuno quando scrive per presentare un disco. Ogni lettore può criticare una recensione. La critica può essere costruttiva, oppure no, sta al recensore discernere tra l'una e l'altra possibiltà. Tutto questo per dirti: quasi mai è necessario prendere il contenuto dei commenti alle recensioni come attacchi frontali agli autori delle stesse: si stratta semplicemente di opinioni. Spero di essere riuscito a esporre il mio pensiero in modo sufficientemente chiaro e disteso... In ogni caso: Peace & Love!

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 0:48 del 20 marzo 2009 ha scritto:

re: themanmachine

innanzitutto non devi scusarti, non credo che ci voglia il permesso per esprimere un'opinione in quello che è un semplice scambio di idee. E' ovvio che la mia pedissequa descrizione degli strumenti usati era intesa come una risposta ironica ad una domanda che mi è parsa superflua nel momento in cui non si sta parlando di qualche oscuro combo del profondo sud, ma di una band che volente o nolente è conosciuta piuttosto bene da tutti gli interlocutori di questo sito: le informazioni giungono appunto dalle pagine inglesi di Wikipedia dedicate ai membri del gruppo, well spotted ... Inoltre, in quest'epoca di web 2.0, chiunque è in grado di andare su una moltitudine di siti e farsi un'idea di che tipo di musica si stia parlando, senza dover per forza classificare un genere in base a strutture predefinite. Io stesso, prima di affrontare una recensione, spendo dei giorni solcando pagine su pagine, ascoltando tutto l'ascoltabile e tentando di farmi un'idea di base che sia se non altro attendibile. Ammetto chiaramente di aver omesso determinate informazioni, privilegiando altri aspetti che nell'insieme pensavo fossero più interessanti per il lettore: se questo ha portato ad un risultato finale che presenta delle carenze fondamentali, me ne scuso con tutti gli interessati. Ti assicuro che valuto ogni critica con la speranza e l'umiltà di poter imparare qualcosa, e non con l'arroganza di dover insegnare come e cosa scrivere: garantisco che la prossima recensione che affronterò darà maggior spazio a elementi che, onestamente, pensavo avessero un che di ridondante. La mia risposta è stata dettata da un prurito tra le scapole che mi ha colpito leggendo l'ennesima generalizzazione riguardo ai testi che "bene o male contengono riferimenti ampiamente trattati nelle canzoni sin dalla notte dei tempi": non essendo la prima volta che ricevo un simile appunto dalla stessa persona, trovo una volta di più che tale affermazione sminuisca il lavoro che un artista affronta per formare e trasmettere un messaggio, e questo lo dico non da recensore, ma da scrittore e traduttore bilingue che da anni riconosce il peso specifico delle parole e la loro particolare collocazione in determinati contesti. Il lavoro che si cela dietro la scelta di un termine è oscuro e faticoso, fatto di esclusioni e aggiustamenti infiniti, specialmente nel caso in cui il tutto debba essere inserito in un ambiente nel quale il risultato finale deve "suonare bene". Sminuire questo processo significa secondo me trascurare una parte fondamentale del processo creativo, che poi gli argomenti siano sempre gli stessi lo sanno anche i sordi, io dibatto non sul cosa ma sul come, tentando di farlo con l'esperienza e la competenza che ho accumulato nel corso di anni. Sono la fiera che, punta nel vivo, si imbastardisce e morde il primo che passa: si vede che con l'età invece di ammorbidirmi sto diventando ancora più stronzo... grazie a tutti per le vostre opinioni e per gli appunti anche acidi, solamente così è possibile uno scambio onesto di idee che non può che aiutare a far crescere l'autorevolezza e l'esaustività di queste pagine e di chi le scrive. Peace and love to you all, guys ;D

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 21:08 del 19 marzo 2009 ha scritto:

bah al momento l'unico ad aver capito cosa intendevo è manmachine!!!

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 22:07 del 19 marzo 2009 ha scritto:

mah, non è che ci sia molto da scrivere sui dischi dei placebo, sono tutti uguali....i due- tre pezzi veloci e catchy, la morbida ballata breve alla special needs e poi la morbida ballata lunga straccia palle alla burgher king eh eh eh....

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 23:36 del 19 marzo 2009 ha scritto:

insomma, una matrice variabile

wwoooaaahhh..

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 11:39 del 20 marzo 2009 ha scritto:

la title track è una delle più belle canzoni che io abbia mai ascoltato, il resto dell'album (e della discografia della band) spesso si omologa in un genere ben difinito in cui non c'è spazio per sonorità diverse (spesso faccio fatica a ricordare su una loro canzone s trova in un album o in un altro), dove le canzoni finiscono per somigliarsi.

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 11:44 del 20 marzo 2009 ha scritto:

brian molko

per quanto riguarda Molko, il ragazzo avrebbe dovuto imparare fin da subito a prendersi meno sul serio e ad evitare di proporre vecchi clichè da rockstar io-facci-quel-cazzo-che-mi-pare. La buffonata di Sanremo (chitarra spaccata e provocazioni varie al pubblico), ad esempio,si sarebbe dovuta evitare.

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 14:30 del 20 marzo 2009 ha scritto:

andy ma siamo qui per parlare se rifiuti ogni tipo di osservazione allora buonanotte (uno deve ricordarsi se è la prima o la seconda volta?), dal momento che lasci una rece sai bene che gli altri possono commentare il disco o quello che vogliono...tutto qui. dici "il peso specifico delle parole e la loro collocazione", boh neanche stessimo parlando di bob dylan o di gainsbourg, tutti questi significati reconditi e/o particolarmente evocativi nei placebo io non li sento, posso dirlo spero! smile & realax!

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 1:02 del 21 marzo 2009 ha scritto:

molko pagliaccio etc

Caro Dr. Paul, qui sembra che io abbia iniziato una guerra contro chi non la pensa come me, e mi dispiace. Intanto, mettermi a prendere le difese di un deficiente come Brian Molko mi dà un pò fastidio (e hai ragione dario 1983, due volte: a Sanremo avrebbero dovuto incaprettarlo, e come songwriter devo dire che ci ha azzeccato parecchie volte). Ma non è questo il nocciolo della questione. Non bisogna essere Dylan o Gainsbourg per riuscire a scrivere qualcosa che colpisca nel segno, la poesia si trova anche negli angoli delle strade; per quanto mi stiano sui marroni i Placebo, undici anni fa (sempre secondo me) hanno fatto un gran disco, ed io non ho fatto altro che sottolinearlo. Come ho già scritto in precedenza, ognuno è libero di fare le proprie considerazioni, e ci mancherebbe altro: mica siamo in un regime, almeno non qui su SdM, e alcune tue osservazioni per me sono estremamente importanti. La differenza tra noi due è che io vado a scavare dentro le parole, non limitandomi alla figura di insieme, succube del lavoro che faccio e di tutti i tomi che mi sono sorbito. La mia pignoleria a proposito delle tue critiche riguardo al contenuto delle lyrics nasce dal fatto che, in due interventi che ho fatto commentando o recensendo un album, tu hai ripetuto in entrambe le occasioni che sono cose sentite e risentite, che tutti hanno sempre scritto di tali argomenti, che dalla notte dei tempi si sentono le stesse cose e che quindi, in pratica, non meritano l'attenzione che gli ho dato. Io ho replicato difendendo il lavoro di chi si sbatte cercando la parola giusta nel contesto giusto, sottolineando quanto sia difficile costringere il linguaggio dentro criteri di armonia e musicalità, e finisco per risultare quello permaloso che non accetta le critiche... ti faccio un esempio stupido ma secondo me importante: prendi una canzone cretina, come Every You Every Me, c'è un passaggio in cui Molko canta "Something borrowed, something blue, every me and every you". A leggerla così pare una cazzata, se uno non sa che la prima parte deriva da "Something old, something new

Something borrowed, something blue And a silver sixpence in her shoe", un detto tradizionale inglese che indica gli oggetti da dare in regalo agli sposini come augurio di un futuro radioso. Poco dopo parla di "when the naked leads the blind", storpiando il detto "the blind leads the blind", usato quando un incompetente insegna ad un altro che ne sa tanto quanto il primo. Non dico che ci si trovi di fronte a Neruda, ma sono solamente due esempi di quanto le parole dicano molto più di ciò che è scritto. La mia non è presunzione, bensì conoscenza di elementi di semiotica, pragmatica, semantica frasale: questa competenza, per quanto possa dare fastidio, mi permette di andare un pò oltre le semplici apparenze, e mi spinge a dare maggiore importanza ai testi di quanto possa fare qualcuno che si limita alla superficie. Sono uno spocchioso, un nitpicker, e dall'alto della mia montagna giudico e sentenzio... scrivo tutto questo con un sorriso, pensavo di scrivere una recensione e ho speso più tempo a dibattere attorno ad essa... mi auguro che queste precisazioni possano farti capire qual è il mio punto di vista, mi scoccia dare l'idea di quello che non accetta le critiche, molto più delle critiche stesse. Un sorriso anche a te e una pacca sulle spalle

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 14:34 del 20 marzo 2009 ha scritto:

dr paul, però è anche vero che molko è molto evocativo e nello scrivere i testi non si perde mai in banalità...

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 14:37 del 20 marzo 2009 ha scritto:

he dario io non la penso cosi, che dire....

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 14:41 del 20 marzo 2009 ha scritto:

dr. paul

almeno la pensi come me sul fatto che a spaccare la chitarra a Sanremo è stta una vera idiozia? una pagliacciata inutile? non posso essere l'unico a pensarla così!!!!

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 9:07 del 21 marzo 2009 ha scritto:

"quanto sia difficile costringere il linguaggio dentro criteri di armonia e musicalità", ecco giusto pour parler credimi, secondo me non è il caso dei placebo, e qualora fosse anche il caso dei placebo, vorrebeb dire che è il caso di tutti, quindi verrebbe meno ogni peculiarità, questo è il mio parere.

qualsiasi canzone.... non dico capolavoro, ma appena riuscita, ha la parola giusta nel contesto giusto, dai beatles del 63 fino ai franz ferdinand del '09, ma è solo il mio parere questo! che il verso "something borrowed..." sia mutuato da un vecchio detto tradizionale inglese....è una piacevole curiosità che non conoscevo, ma non credo possa far guardare alla canzone con altri occhi!! mi piacciono i detti tradizionali inglesi, anche lennon nei primissimi 70 era solito storpiarne alcuni, proprio questo intendevo con "notte dei tempi"...cmq non è importante, forse parlo cosi perche non sono un esperto di semantica frasale!! ))

rispondo anche qui a dario, si su sanremo sono d'accordissimo sulla pagliacciata, anche questa mutuata dalla notte dai tempi, coi placebo quasi tutto è ripetizione spersonalizzata di ripetizioni personalizzate! )

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 9:07 del 21 marzo 2009 ha scritto:

a questo punto...complimenti al pupo,

goditi più che puoi tuo padre petrelli.

e io invece non faccio i complimenti al molko, perchè doveva inciendiare il palco di san remo e i clowns comodi sulle poltroncine, raffa compresa..non limitarsi al marshall amps......

dario1983 (ha votato 8 questo disco) alle 14:29 del 21 marzo 2009 ha scritto:

tramblogy

non farti prendere per il culo, queste sono squallide mosse da marketing per vendere qualche copia in più ai ragazzini. sì, bruciare Sanremo è una grande idea, ma fottersi 50 milioni per "suonare" Special k in playback e poi giocare a fare l'artista ribelle è davvero un'azione da avanzo di reality show...

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 15:13 del 21 marzo 2009 ha scritto:

eccoci al traguardo....

non sono io l'impressionato.a me il gesto ha solo fatto ridere e nulla più...io quando parlo di morte...dico morte veramente...una morte tutta italiana e in diretta.sul palco dell'ipocrisia s/bigotta...che bella cosa!...e magari per pochi soldi..

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 23:20 del 27 marzo 2009 ha scritto:

vi giuro mi avete fatto passare una mezzora divertentissima e molto stimolante a leggere il dibattito che avete creato! forza di SdM! comunque vidi i Placebo nel tour seguente a questo disco, e mi fecero davvero cagare, col Molko ubriaco e stonato a ruttare sul palco... ma nel 98 io ne avevo 16 di anni, e questo disco lo amai molto, la title-track su tutte... e non posso prescindere da quel 16enne saltellante nel salotto, nemmeno undici anni dopo. e ci aggiungo bravo andy. ciauz!

andy petretti, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 1:10 del 28 marzo 2009 ha scritto:

RE:

grazie mille per i complimenti, fa piacere vedere che lo sbattimento è servito a intrattenere qualche lettore curioso! Thanx again!

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 23:20 del 27 marzo 2009 ha scritto:

dimenticavo le stellette...

Utente non più registrato alle 1:14 del 5 dicembre 2009 ha scritto:

Album divorato, comprato appena pubblicato (prima edizione, tiè). La critica ufficiale lo snobba machissenefotte, è stato ed è tutt'ora uno dei miei capolavori. Il romanticismo decadente ci salverà tutti.

4AS (ha votato 6 questo disco) alle 13:33 del 14 giugno 2010 ha scritto:

Non nego che abbiano tirato fuori buoni singoli in tutti questi anni. Forse è questa una delle spiegazioni del loro grande successo, oltre al fatto di fare la musica più qualunquista della terra che, essendo tale, è perfetta per un pubblico di massa qualunquista che conosce poco. Anche il tanto bistrattato "brit pop" ha tirato fuori talenti che in confronto i Placebo passano in secondo piano (suede, pulp, blur...). Poi c'è da tenere in considerazione la pubblicità di cui hanno goduto (ingiustificabile rispetto al loro reale talento) e l'immagine che si sono creati nel tempo (alternativi e ambigui sessualmente, che però vanno a sanremo a spaccare le chitarre sul palco, la cosa più stupida e banale della terra. PAGATI! PAGATI!! PAGATI!!! Direbbe Sgarbi...) A parte queste considerazioni, tornando al disco ripeto quanto detto all'inzio: qualche buon singolo, ma le altre canzoni scarse, riciclano all'infinito le stesse (poche) idee, e la voce è a tratti noiosa (d'altronde canta sempre uguale). Appena sufficiente.

Suicida (ha votato 8 questo disco) alle 12:26 del 6 giugno 2012 ha scritto:

Recensione divertentissima. Scrivi più spesso!

Cas (ha votato 7 questo disco) alle 11:04 del 19 luglio 2013 ha scritto:

ah come mi piacerebbe modificare il mio voto, portandolo almeno di una stelletta in su. un discone, questo. pezzi ottimi, dove l'interazione tra i tre Placebo è impeccabile, ripulita e impreziosita rispetto all'esordio, che continuo a trovare acerbo. Molko scrive pezzi pop da novanta, ricama motivi incredibili alla chitarra, mentre la sessione ritmica costruisce solide fondamenta, pur privilegiando un apporto morbido, non aggressivo. Di fino. Ask for Answers, un lento da lacrimoni, Allergic, un pò un manifesto dell'alternative rock di quegli anni, Summer's Gone, e soprattutto la bellissima Burger Queen, con la sua splendida coda strumentale. Da rivalutare.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 13:20 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Rivotassi ora gli metterei 9. Semplicemente essenziale.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 14:21 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Io sono ancora in tempo... I loro primi tre mi piacciono tutti, comunque!

loson (ha votato 8 questo disco) alle 16:06 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Il primo molto bello, il terzo mi piaciucchia. Ad ogni modo, se nel 1998 mi avessero chiesto di fare una top ten dei cd più ascoltati (e graditi) dell'anno, Without You I'm Nothing sarebbe stato al primo posto. Adesso è "soltanto" fra i primi 5.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 22:22 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Per la cronaca, visto che se ne parla, il 16 settembre esce il nuovo Loud Like Love (che io ascolterò!)... Io, comunque sono molto legato al terzo (l'ho consumato, letteralmente; come anche gli altri due, del resto) che conteneva, oltre i soliti singoloni, l'insolita "Commercial For Levi" (che non poteva non piacermi )... Then you'll die, you'll die, don't die, don't die. Please don't die...

Cas (ha votato 7 questo disco) alle 22:27 del 19 luglio 2013 ha scritto:

mi sa che mi vado a ripassare il terzo disco, va

FrancescoB (ha votato 7 questo disco) alle 16:10 del 19 luglio 2013 ha scritto:

Alcuni singoli li ricordo come splendidi, "Every You Every Me" su tutti. Nel complesso trovo si tratti di un ottimo lavoro, dark-pop ferito ma suadente, che regala melodie brillanti in serie.

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 1:04 del 28 febbraio 2014 ha scritto:

Questo era un gran bel disco. Davvero un peccato, visto che almeno per me dopo di questo sono andati a puttane, e di brutto...