Smashing Pumpkins
Mellon Collie & The Infinite Sadness
"Il mondo è un vampiro": lo sa bene Billy Corgan, lo descrive ugualmente bene, attraverso queste due ore di rock emozionanti. Due sono i sentimenti che traspaiono in questo disco: rabbia e tristezza, infinite, vivide, dolenti diversamente, che prendono forma musicale in questo doppio cd.
Emozionante. Ascoltarlo può far male. Può far male, può infastidire la voce nasale di Corgan che intona versi commoventi e reali, commoventi perchè reali. La sinfonica "Tonight tonight" è maestosamente presa per mano dai violini, condotta all'altare sacro della musica rock. Il tempo per l’ascoltatore di riprendersi da tale sfarzo musicale che le Zucche aggrediscono l'ascoltatore con una scarica di pura rabbiosa adrenalina. "Welcome to nowhere", questo l'inizio di "Jellybelly", che è solo la terza canzone del disco, ma subito ci accorgiamo di quanto sia bello il perdersi in questa magnifico triste niente.
E' il tempo di "Zero" e a questo punto capisci che le parole e le taglienti chitarre di Billy sono come schegge di vetro che si infilano nel cuore, che pungono l'anima, che annichiliscono e distruggono ogni ostacolo sulla strada dell’empatia tra te e lui. Tra distorsioni e riff imponenti si giunge a quello che può essere considerato il capolavoro dell'album: "Bullet with butterfly wings". La voce di Billy Corgan raggiunge livelli notevoli di espressività, tormenta e recide ogni nostra resistenza. Il basso e la batteria ci introducono in un vortice, in un'annichilente ruota per criceti, in un mondo vampiro, senza salvezza, senza alcuna certezza. Questa alternanza di stati d’animo, di acustico e distorto, di “rage” and “sadness”, è il leit motiv di questo bellissimo album curato nei minimi dettagli, anche a livello di artwork. La delicata "To forgive" fa capolino subito dopo "Bullet with butterfly wings": un Billy Corgan intimista e raccolto convoglia la sua rabbia in malinconia.
Rabbia devastante, distorta torna "An ode to no one": cambi di tempo repentini e chitarre che rombano e ruggiscono violente ed aggressive. Altri episodi degni di nota nel primo dei due dischi sono "Cupid de Locke", deliziosa ballata di clavicembalo e arpa, "Love", ricca di effetti applicati sia alla voce sia alle chitarre e la "psichedelica" "Porcelina of the vast oceans", lunga oltre i nove minuti, la maggior parte dei quali strumentali. Il secondo disco non è forse all'altezza del primo, ma anche qui non mancano le belle canzoni come "1979" e "Bodies". Proprio questo non mi permette di dare a Mellon Collie il massimo dei voti. Forse avrebbe giovato la riduzione ad un unico cd (si ha l'impressione di ascoltare alcuni riempitivi lungo l'intera opera, soprattutto nel secondo disco), ma si sarebbe anche distrutta, in questo modo, la struttura concettuale e antinomica dell’opera, che è come generata dall’opposizione di momenti disgreganti tra loro, un Pólemos vitale e fertile : ci troviamo di fronte ad un doppio dai toni : l'anima del poeta che si scinde e che racconta i suoi due volti, non opposti, ma complementari, non antagonisti, ma fondamentali l'uno per l'altro, il giorno e la notte, luce ed ombra, amore e morte.
L’impianto apparentemente fragile regge e calamita chiunque. Il disagio umano è difficile da raccontare senza cadere nella più bieca retorica. Billy Corgan è riuscito in questo intento. Piuttosto bene anche.
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