Greg Fox
The Gradual Progression
Lapplicazione pragmatica dei frippertronics al di fuori delle teorizzazioni concettuali e dei ristretti circoli davanguardia ebbe, allepoca, un effetto prometeico: si dimostrava la possibilità di traslare innovazioni ardite ed elitarie in un campo, quello della musica popolare, apparentemente non in grado di accoglierle, né di farle attecchire. Sappiamo tutti, invece, come andò a finire. I decenni successivi di instruments-which-play-themselves pur nella notevolmente incrementata disponibilità di mezzi tecnici e, aspetto da non sottovalutare, con la giovane lezione del kraut sintetico ad influenzare il corso degli eventi implementarono e raffinarono le intuizioni originarie, pervenendo a risultati spesso sorprendenti. I nuovi frippertronics, oggi, sono i software elettronici che oltre lesclusivo dualismo chitarra-turntable ampliano a dismisura il diapason espressivo di pressoché qualsiasi strumento.
Vedere dal vivo Greg Fox, al netto di una certa staticità che inevitabilmente affligge il suo set solista, è unavventura curiosa e per certi versi impagabile. Figura magra, basco calcato in testa, pochissime parole: Fox incarna alla perfezione la figura del batterista tuttofare che il Nuovo Millennio ci ha abituato a conoscere. Nel mulinare incessante delle bacchette, nelle devastanti accelerazioni, nel perpetuo variare di tocco e prospettiva si scopre un musicista essenzialmente metal (non casualmente il curriculum recita, fra gli altri, Liturgy ed Ex Eye), prestato eccezionalmente al jazz ed affascinato obliquamente, tangenzialmente da unelettronica frastagliata, non convenzionale. Ricordate landante vecchio quanto il mondo sono solo in x ma sembrano un esercito? Ecco, Fox lesercito lo evoca per davvero. Merito del protagonista indiscusso di The Gradual Progression che, nella miglior tradizione postmoderna, è un qualcosa e non un qualcuno. Sensory Percussion è un software che assegna a ciascun pezzo della batteria una serie di suoni preregistrati che si attivano a seconda dellintensità e della vibrazione del colpo inferto, imitando così le potenzialità di un intero ensemble e generando una serie di combinazioni che, se non proprio infinita, è sicuramente ampissima.
Se già nellaffascinante esordio solista, Mitral Transmission (2014), Fox dimostrava grande ricettività verso le moderne tecnologie (merito di un apparecchio, ideato dal grande Milford Graves, col quale il batterista aveva potuto registrare e processare i ritmi naturali prodotti dal proprio corpo), The Gradual Progression fa tuttavia un enorme passo avanti in termini di musicalità, componendosi come una vera e propria opera di neo jazz contaminato ed inafferrabile (da qui il giustificato parallelismo coi frippertronics di inizio recensione). La title track è un meraviglioso, autogenerante inno odeporico: attorno ad un drum kit che si fa di volta in volta battito rapsodico, propulsore psych e martello drumnbass si costruisce uno svettante grattacielo di suoni liquidi, world music allo stadio terminale che si spegne in un angelico crescendo di arpeggi chitarristici (cortesia di Michael Beharie) e contrappunti vocali (di Curtis Santiago le lallazioni). Difficile circoscrivere compiutamente lesperienza estetica, anche quando i termini di paragone si fanno più concreti (la jazz-fusion rotonda e fumettosa che svetta sul meditativo sostrato ambientale dellhancockiana Catching An L, il tip toeing shoegaze devastato da blast black metal in unintensissima My House Of Equalizing Predecessors memore di Jesu e Pyramids). Da che prospettiva inquadrare, ad esempio, la notturna By Virtue Of Emptiness, una Mahavishnu Orchestra floydiana che abbia conosciuto Burial? O cosa dire degli astrattismi synth-funk della poderosa OPB che, sul finale, si sfilacciano nello sfregare degli archi di Justin Frye? Ancora, se Preponderance Of The Small è una nebulosa impro jazz a gittata discontinua, è lecito definire Earth Center Possessing Stream una sinfonia urbana delletà contemporanea, che allincalzare dei pattern drumnbass di Fox oppone la levità cool jazz delle chitarre di Beharie e del sax tenore di Maria Kim Grand?
Sono domande destinate a rimanere senza risposta, perché ed è qui che sta la meraviglia The Gradual Progression è una sfinge in grado di mutare radicalmente ad ogni ascolto, per quanto numerosi essi possano essere. È questo, il vostro disco dellanno, quello che per mancanza di tempo o sottoesposizione non avete ancora ascoltato e che, tuttavia, dovreste moralmente regalarvi.
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