Bad Uok
Enter
Enter è un disco strampalato. Non che non lo sapessimo prima di ascoltarlo sia chiaro ma la sua conformazione musicale è davvero spiazzante. Questi quattro ragazzi, un po bolognesi un po fiorentini, sono molto bravi con gli strumenti ma li usano come se non sapessero mettere in fila due note. Ovviamente si scherza quindi la cosa si fa perlomeno affascinante. Leonardo Rizzi alla chitarra elettrica e baritona, Federico Pierantoni al trombone, Andrea Calì al pianoforte classico e a quello elettrico, Andrea Grillini (autore di quasi tutti i pezzi del disco) alla batteria. Limpostazione di base è quella liberissima del jazz davanguardia, ma i Bad Uok passano con grande facilità da brani dichiaratamente pianistici (come Intro), in cui le incursioni elettriche di qualche strumento mal collegato generano una sorta di straniamento, a pezzi totalmente free jazz (come Congo). Così come ci rammenta il titolo della pubblicazione, questo lavoro è totalmente aperto, è una sorta di piattaforma open source nella quale ognuno dei quattro artisti ha liberamente dato sfogo al proprio pennello sonoro.
I titoli dei brani sono numeri e il motivo ci è oscuro: 105 (divisa in due parti), 66, 1112, 33, 1003, 88 e 1000, a cui si aggiunge la splendida coda per piano della title-track. In Enter cè il disordinato rumorismo del futurista Russolo, lopalescente follia di Miles Davis e Herbie Hancock, la trasognata lucidità di Ludovico Einaudi, il tocco mordace e spregiudicato di Frank Zappa, fino ad un certo utilizzo della batteria che ricorda Jojo Mayer e i Nerve. Il risultato finale di questo incrocio di stili artistici e rimembranze sonore è un disco di gusto delicato, avvincente, in cui è possibile assaggiare le sfumature più nascoste degli strumenti messi in campo. Daltronde il disco ha una durata complessiva forse troppo lunga (parliamo di quasi unora di ascolto) per lasciare incollato lascoltatore allhi-fi, ma è anche vero che Enter è talmente free che poteva tranquillamente durare una giornata intera. È unimprovvisazione ma non troppo, è un esperimento ma non sappiamo se sia riuscito, è un happening in corso dopera, di certo è un buon disco.
In copertina troviamo infine due belle ragazze al guinzaglio di una terza mascherata da mostro marino su un terrazzo vista mare. Ma stiamo davvero diventando pazzi?
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