YUM
Hot Wax
Nati nel 2016 da una costola dei Thomas, YUM esordiscono a fine 2019 con Hot Wax cambiando completamente la prospettiva sonora della band. Se per i Thomas si poteva utilizzare il termine rock, inteso nel suo senso più ampio ed eclettico, con YUM si va a ripescare un suono tipico della musica black degli anni 70, in particolare il soul e il funk. Testi in inglese, sezione fiati, tre coriste, e unimmersione totale in quei suoni e in quelle atmosfere, riprese anche nellestetica e nella grafica del disco.
I biglietti da visita sono stati i due singoli, accompagnati da due ottimi video: Milf, perfetta nei suoi stacchi di fiati e dei cori, guidata dalla voce sporca di blues e soul di Massimiliano Zaccone, completamente in linea con i suoni del disco anche in Red Flags, un soul funk dal ritmo più rallentato, dove spicca un solo di chitarra elettrica. Ma è tutto lalbum che sembra girare alla perfezione: dal funkettone alla Prince di Clusterfuck, al funky soul di Lazy Ass, dalla ballad Last Drop, con un pregevole organo Hammond, a Steal A Glance, uno slow soul dove la sezione fiati raddoppia e spinge la splendida la voce di Zaccone, fino a 21 Century Gospel, un bellissimo soul che si interroga su uno dei quesiti fondamentali dellUomo, la presenza di Dio. Questi otto brani in sequenza creano un sound trascinante e carico di groove in cui si nascondono melodie accattivanti, con evidenti riferimenti ai grandi nomi del genere funk e soul, senza però dare mai limpressione di essere troppo derivativo.
Supportati dalla sezione fiati dei The Horny Horns e dalle tre coriste The Lovely Ladies, oltre che da una nutrita serie di ospiti, i cinque YUM (Giordano Menegazzi tastiere, Massimiliano Zaccone voce, Nicolò Gallo basso, Sergio Sciammacca batteria, Enrico di Marzio chitarra) esordiscono con un lavoro ottimo negli arrangiamenti e nei suoni anni settanta, perfetto nella produzione, ad opera dello stesso cantante Massimiliano Zaccone, e nella scrittura, con brani autografi che sembrano usciti da un disco di soul periodo Stax / Volt Records. Un album sorprendente e inaspettato: come abbia fatto un disco del genere a uscire dalla grigia provincia piemontese resta un mistero.
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