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R Recensione

7,5/10

Bill Evans Trio

How My Heart Sings!

L’altra faccia di Bill Evans e del suo inestimabile trio.

Questa potrebbe essere la definizione che calza nel migliore dei modi “How My Heart Sings”, lavoro che esce - per la solita Riverside Records - diretto dalle sessioni di “Moonbeams” (maggio e giugno 1962).

L’altra faccia perché per una volta Bill e i fidati collaboratori escono dal perimetro della malinconia più dolce e si misurano con composizioni virate in direzione mid-tempo, in alcuni momenti addirittura up-tempo. Si canta sempre, ma questa volta si può anche dimenare i fianchi.

Per una volta le ballate, i lenti e lo stillicidio di note intrise di sublime tristezza lasciano il posto al movimento.

Bill ovviamente ci mette tanto del suo: per dire, trasforma il classico dei classici “Summertime” in un pezzo brioso e brillante, grazie anche al contributo di un Israels in forma smagliate, perfettamente a suo agio fra ritmi più veementi e meno struggenti. Il bassista, in effetti, sembra qui muoversi in piena simbiosi con il leader, completando con grazia e intelligenza le linee melodiche del pianoforte.

Il mio cuore canta una lunga serie di standards che Bill, al solito, assorbe alla perfezione e poi rovescia come gli pare e piace: la title-track, per dire, alterna un interludio in 4/4 con movimenti più lirici in 3/4, ed è un pezzo semplicemente splendido. Motian alla batteria è cristallino, spazzola che è una meraviglia, e Bill gli concede (come sempre) il giusto spazio.

In generale, posso dire che altrove Evans ha toccato vertici decisamente superiori in termini emotivi, ma che questo nulla toglie alla luminosa gioia di questo lavoro, che – ne sono sicuro - piace un sacco ai musicisti veri.

Fra gli ariosi fraseggi di “I Should Care”, le scansioni vivide di “34 Skidoo”, la cromatica e “Everything I Love” (copyright Cole Porter) c’è un sacco di carne al fuoco.

E così si trascorre un’oretta piacevole e senza intoppi: fosse anche “solo” per la bellezza perlata del tocco di Bill, per la sua visione limpida o per l’intelligenza delle sue soluzioni.

Personalmente, quantomeno, metto “How My Heart Sings” quando sento il bisogno di liberare spalle e testa da pensieri ingombranti e responsabilità: perché Bill qui mi porta a pedalare nella brezza del mattino, e io non gli chiedo altro.

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Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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Utente non più registrat (ha votato 7 questo disco) alle 16:22 del 16 luglio 2020 ha scritto:

Bello, bravo! Non sarò un "musicista vero" - peraltro categoria di persone generalmente afflitte da una chiusura mentale spaventosa nei confronti della Musica in generale, l'esperienza m'insegna - ma mi è piaciuto. Ogni tanto una piccola perla nascosta ci vuole.