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R Recensione

10/10

Charles Mingus

Fables of Faubus (Presents Charles Mingus)

Little Rock, Arkansas 1957. La scuola media di questa cittadina si rifiuta di ammettere nove ragazzi di colore, la Corte Suprema chiede il rispetto della costituzione, ma il governatore Orval E. Faubus schiera la polizia davanti alla scuola. Scoppia il caos, vengono mandate le truppe federali per scortare i nove all’interno dell’edificio scolastico, come risposta Faubus blocca le lezioni per l’intero anno.

L’episodio, che rientra nel fermento sociale della battaglia per i diritti civili per gli afroamericani, dà lo spunto a Charles Mingus, per comporre uno dei suoi più noti brani di denuncia: Fables of Faubus.

Questo brano comparve in Mingus Ah Um (1959), la Columbia si rifiutò di includere il testo collegato alla musica, per cui nell’album il pezzo è solo strumentale. Una mancanza non da poco, il brano era depauperato della sua spinta satirica, della forza del connubio tra musica e parola. Un anno più tardi, il contrabbassista riuscirà a registrare Original Fables of Faubus ("original" fu aggiunto per differenziarlo dalla registrazione con la Columbia) in forma completa nell’album Charles Mingus presents Charles Mingus (Candid Records 1960), inserendo questa introduzione lirica:

- Oh Lord, don’t let them shoot us / Oh Lord, don’t let them stab us

Oh Lord, don’t let them tar and feather us / Oh Lord, no more swastikas !

Oh Lord, no more Ku Klux Klan !

- Name me someone ridiculous

- Governor Faubus !

- Why is he sick and ridiculous ?

- He won’t permit integrated schools

- Then he’s a fool. Boo ! Nazi fascist supremists / Boo Ku Klux Klan

- Name me a handful that’s ridiculous

- Faubus, Rockefeller, Eisenhower

- Why are they so sick and ridiculous ?

- Two, four, six, eight. They brainwash you and teach you hate.

H-E-L-L-O – Hello!

 Per questa registrazione Mingus si avvale della collaborazione di Dannie Richmond (voce e batteria), Eric Dolphy (sax contralto), e Ted Curson (tromba). Rispetto alla versione Columbia, il brano è molto più denso, lirico e viscerale. D’altronde la prima versione era influenzata dai “consigli” in parte obbligati della casa discografica.

Nell’incisione per la Candid, il pezzo si fonde con la lirica, forma e testo divengono un tutt’uno: il call-and-response vocale di Mingus e Richmond origina una vera e propria perfomance di avanguardia musicale. La satira musicale si sviscera per l’intero sviluppo del pezzo: Faubus ne esce distrutto, ridicolizzato a ogni assolo e cambio di ritmo. L’andamento ondeggiante del brano sottolinea la viltà del governatore dell’Arkansas, gli interventi dei vari strumentisti sono le urla indignate degli afroamericani. Urla che non mancano di irridere Faubus e le sue azioni.

Charles Mingus riesce a trasmettere in musica la protesta per i continui soprusi che gli afroamericani sono costretti a subire nell’America degli anni Sessanta. Il contrabbassista aggredisce metaforicamente e letteralmente il suo avversario, lo colpisce là dove più fa male, nell’immagine. Lo ridicolizza a tal punto che l’ascoltatore ha l’impressione di Faubus come di un inetto.

Mingus è un gigante del jazz, un campione dei diritti civili, sempre pronto a schierarsi in favore di essi. Un personaggio complesso, affascinante, scomodo. Sempre pronto a battersi per la libertà e per le sue idee, Original Fables of Faubus racchiude il grido rauco della protesta nera, lo fa attraverso la satira, espediente ben riuscito e condensato nei circa nove minuti di musica.

Il brano è divenuto uno dei simboli del cambiamento storico avvenuto nella società americana degli anni sessanta. Espressione di lotta insieme a Freedom Now Suite (1960) di Max Roach, Faubus rientra a buon diritto nella storia del jazz, sia per la qualità musicale sia per le connessioni sociali derivanti dalla sua composizione. Ecco che la protesta diviene musica e la musica si fa protesta.

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Voto degli utenti: 9,4/10 in media su 7 voti.
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stefinia 10/10
theRaven 10/10

C Commenti

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FrancescoB alle 9:37 del 25 dicembre 2011 ha scritto:

Pezzo leggendario e di grandissima intensità, oltre che attraversato da ventate di puro sarcasmo che lo rendono anche divertente.

Ottima recensione.

Utente non più registrato alle 14:22 del 16 febbraio 2012 ha scritto:

Personaggio difficile, irrascibile (non senza ragione, vista la condizione dei neri), ha lasciato delle pagine di musica immortali, questa è una delle tante.

Utente non più registrat (ha votato 7 questo disco) alle 21:03 del 4 giugno 2020 ha scritto:

Cioè, questa è la recensione di UN brano? Mi sta sfuggendo qualcosa? Qual'è il senso?

theRaven (ha votato 10 questo disco) alle 12:28 del 5 giugno 2020 ha scritto:

Fabuloso