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R Recensione

7,5/10

Fononazional

Una sera

In un digipack raffinatissimo i Fononazional presentano il loro secondo full-lenght (dopo l’eponimo del 2008), “Una sera”, un’esperienza jazz lunga una vita. La band, nata per la voglia d’incontrare gli stili differenti dei suoi musicisti e farli coesistere in un’unica sonorità, parla di suono, di colore e di unione. Il tratto Fononazional è innanzitutto improntato alla musica d’autore ma qui si spoglia del suo classico arrangiamento per rivestirsi di quel suono tipico del jazz anni Sessanta. Grande spazio viene dunque lasciato all’improvvisazione più libera e viscerale, e la ritmica e l’armonizzazione sono revisionate e personalizzate, senza mai rompere l’equilibrio della dimensione autorale. Tra inediti e cover di grandi brani italiani, “Una sera” è un tuffo in una serata da night club, con eleganti camerieri che servono ai tavoli e un complesso jazz che non sta lì solo per allietare bensì per rappresentare il motore centrale dell’esperienza. “Una sera” è una bella idea, concepita bene e realizzata ancor meglio, con la voce di Paola Atzeni che conferma tutta la sua dotazione.

Nel disco troviamo la cover di “Estate” di Bruno Martino, un pezzo che sempre più sta ricevendo quella considerazione artistica che a suo tempo gli fu in qualche modo negata; troviamo pure la meravigliosa rilettura jazz de “La collina dei ciliegi” di Lucio Battisti, brano che nel 1973 contribuì ad aumentare il mito di un Battisti fascistoide per quel verso di Mogol: «Planando sopra boschi di braccia tese». Al di là delle leggende all’italiana, in questo bellissimo disco è possibile ascoltare altra buona musica nostrana come la divertente revisione bossata di “Figlio unico” di Riccardo Del Turco o la sensualissima cover di “L’importante è finire” di Mina. E non poteva certo mancare un deferente tributo al Domenico Modugno di “Nel blu dipinto di blu”, un cantante spesso equilibrista tra musica leggera, classicismo, jazz e nuove tendenze. I Fononazional cercano ogni volta di inserire un’impronta, una variazione, un accento diverso, e dopo pochi ascolti il loro ci sembra l’unico modo possibile di interpretare queste memorabili canzoni d’autore.

Tra i sette inediti del disco, invece, spiccano “La mia amante”, scelta per il lancio del disco, brano molto sofisticato dal punto di vista del testo, con una musica calda e accogliente che racconta un amore idealizzato che nei fatti non poteva essere, come tutti gli amori a tre. Molto piacevole anche “Vivo”, energica e romantica, e “Chiedimi”, languida operetta di musica-colore tra dolci rimembranze ed amare considerazioni. Godibilissime comunque anche “Sei”, “Primavera” e “La strada” ma grandiosa resta la title-track, musicalmente alternativa, con un testo che fa invidia, le cui parole scandiscono una tracotante difesa della caducità della vita umana. «Chi voleva mangiare un panino, chi fare un tuffo nel fiume, chi seguire con gli occhi le pieghe delle nuvole, chi parlare con sua madre e lasciarla andare via, chi con il proprio figlio e spiegargli che non esiste nulla di sbagliato, chi voleva crescere in pace perché è inutile morire per nulla in nome di un nulla qualsiasi […]. Tutto poteva accadere nello spazio di una sera, durante il sonno». Tutto è possibile, tutto è lecito. Una notte nella vita.

Nel DVD allegato troviamo cinque pezzi performati dal vivo alla Salumeria della Musica di Milano: la bellissima “Oh, che sarà” di Ivano Fossati (a suo tempo cover di “O quesera” di Chico Buarque), l’allegra “Sacumdì sacumdà” di Mina (lato B di “Zum zum”), la spensierata “In cerca di te” (portata al successo nel 1945 da Nella Colombo), “Chiedimi” e “Figlio unico”.

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