The Necks

Vertigo

La vertigine: la distorsione della percezione dell'uomo, che influisce sul movimento della persona, dando ad essa un'errata percezione della stessa, portando alla perdita dell'equilibrio. Quella sensazione di smarrimento, di sospensione, come quando si è appena intrapreso un viaggio interstellare tra le pieghe dell'inconscio, tra veglia e sonno, in bilico.

La distorsione della realtà, di ciò che è visibile, percettibile. Sembra quasi di smarrirsi, ma in realtà il labirinto dell'anima altri non è che un gioco o un inganno. Tocchi funerei di piatti, saliscendi di tasti bianchi e neri di pianoforte, come propaggini del subcosciente, in quella linea mediana che separa il falso dal vero, il se' dall'altro, le profondità abissali dell'oceano o le vette rarefatte di un'altura, provocando assuefazione, ipnosi, catarsi. Quasi un brodo primordiale in cui immergersi, per ritrovarsi e poi perdersi di nuovo.

Dopo ventotto anni e ben venti dischi all'attivo (inclusi live e colonne sonore) una delle migliori band del pianeta, per originalità, coraggio compositivo e coerenza della proposta musicale che risponde al nome The Necks, da quella favolosa ed isolata parte del mondo di nome Australia, è pronta a scuotere nuovamente la senso-percezione di chi, come il sottoscritto, abbia la curiosità di esplorare la forza, allo stesso contempo, materica ed evanescente, nonché inafferrabile, della loro proposta musicale.

Ben 43 minuti di minimalismo, ambient music, jazz d'avanguardia condensati, diluiti, sminuzzati in un'unica traccia, per dare l'idea del continuum sonoro, del flusso di coscienza, del limbo tra veglia e sonno, in una parola: della vertigine.

Monocromatica, eppure dalle mille sfaccettature, stordente, eppure rinfrancante, da rapimento estatico, ma anche da forza cinetica, prepotente eppure gentile, come la carezza di una foglia d'autunno spostata dalla brezza. L'ennesima prova che non smetterà di stupire ed ammaliare. Siete pronti per un viaggio nell'iperspazio? Si inizia il countdown, allora.