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R Recensione

10/10

John Fahey

America

Appunti di viaggio:

L’ America vista da lontano, dai ballatoi del sogno, è un abbaglio. Ma ci è concesso di ninnarsi fra le illusorie acque, proprio perché tale consapevolezza è la sartia di soccorso.

L’America nell’iride del forestiero; il forestiero nell’indole del sognatore.

Dove ci porterà?

Poco importa, purché ci sia abbastanza infinito da perdersi.

Bene, allora ti suono una cicatrice asfaltata in una landa infuocata, una stanca distesa vergine percossa dal sole, l’olezzo della benzina in un distributore abbandonato, il berretto addomesticato al sonno del gestore.

Poco oltre potrai udire il grigiore di un fiume, mendicante fra colline benedette e colonie operose; fra queste terre il vento è la voce di Patton e Skip James.

Poi seguirai l’incedere zebrato delle traversine fino ad una luce zigzagante in una notte cittadina; ti addormenterai sulla spiaggia pallida e ti sveglierai in un radioso mattino festante; la calca legittimerà un giorno di libertà.

Infine ti ostinerai a camminare da una costa all’altra per poter riascoltare l’oceano per la prima volta, finché capirai di non essere mai partito, ma è il paesaggio che si è mosso per te.

Cosa scriverò una volta destato?

Forse che, là dove ogni qualificato cantore americano ha restituito le parole più delicate alla propria terra, John Fahey, con la sola voce della sua American Primitive Guitar, ha saputo svelarne il respiro segreto, la sua intima sottoscrizione all’ordine eterno delle cose.

Sarà meglio risalire la fune per sondare il terreno della mia prossima recensione: “America” di John Fahey.

Avvertenza:

Riuscire a scorgere l’America da lontano vivendole in grembo è un po’ come intravedere se stessi negli occhi di una nostra virtuale proiezione. Non credo sia possibile giudicare le infinite combinazioni dell’animo di un individuo; di conseguenza mi sono astenuto dall’intaccare con parole descrittive e malaccorte il nucleo luminoso dell’opera e del nostro.

A John Fahey (1939 – 2001)

V Voti

Voto degli utenti: 8,9/10 in media su 15 voti.
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Cas 10/10
loson 8/10
REBBY 7/10
stefinia 10/10
B-B-B 9/10

C Commenti

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Cas (ha votato 10 questo disco) alle 13:54 del 2 luglio 2014 ha scritto:

Un lavoro stupendo, il mio preferito di Fahey. Va detto che i pezzi aggiunti nella reissue aggiungono non poco alla tracklist originale (il tema di Jesus Is A Dying Bedmaker è impossibile da cancellare dalla mente)

B-B-B (ha votato 9 questo disco) alle 21:30 del 19 novembre 2015 ha scritto:

Davvero meraviglioso...

Marco_Biasio (ha votato 10 questo disco) alle 11:50 del 14 settembre 2020 ha scritto:

Non so. Si può dare 11?

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 13:48 del 14 settembre 2020 ha scritto:

Davvero eh, oggi vedo il mio 8 come decisamente ingeneroso. Album e artista colossali, io sono indeciso tra questo e "Fare Forward Voyagers", ma ci sono altri 3 o 4 lavori - minimo - che se la giocano.