R Recensione

7/10

Ben Westbeech

Welcome to The Best Years Of Your Life

È facile sparlare di questo esordio di Ben Westbeech: suoni abilmente cesellati, levigati, spesso leccati, a dirla tutta), una ruffianeria di fondo che lo porta a flirtare con tutto ciò che è cool e classy, solerte nel farci sentire quanto è bravo per tutti i 50 minuti che ha disposizione. Ma è anche difficile, per converso, non parlarne bene …

Originario di Bristol patria del Wild Bunch e di Roni Size, trascorsi da emulo di Jamiroquai e collaborazioni col duo Shy Fx and T-power, protagonista di una fugace rinascita del drum’n’bass in chiave latin, eredita dalla città d’origine un certo amore per le atmosfere ovattate, dal suo passato musicale una evidente passione per l’acid jazz.

Il presente di Westbeech è segnato da un endorsement d’eccellenza da parte di Gilles Peterson, per la cui Brownswood esordisce con questo Welcome to The Best Years Of Your Life.

Il percorso tracciato lungo le 15 tracce del disco è coerente ma eclettico: Welcome ci accoglie con la sua battuta pigra e con suggestioni urban e nu soul che rimarranno una costante lungo tutto il disco. Una delle pochissime costanti, a dirla tutta: il piimo colpo di scena si chiama So Good Today, e vira inaspettatamente verso un suono solare e brasiliano, accordi sparsi di bossa e battuta spezzata sullo sfondo. Get Silly sterza ancora, e si dirige verso un nu soul di classe, sapientemente poggiato su basi acid jazz.

Campionamenti jazz imperversano pure nella monocorde midtempo di Bright Future, si tingono di soul in Nothing Else e nel 2 step di Gotta Keep On, tra Musiq e Peven Everett. Uno dei migliori episodi del disco, a dirla tutta, anche se non l’unico: brillano di luce propria anche la sortita di gran classe di Stop Waht You’re Doing, il fortunato connubio acid jazz-drum’n’bass di Get Closer, il nu soul dall’aroma seventies di Hang Around.

La zampata di classe arriva con la filastrocca di In, Out che rilegge l’urban in chiave herbertiana, e a rievocare sottilmente le sortite solitarie di Dani Siciliano.

È facile sparlare di questo esordio di Ben Westbeech: suoni abilmente cesellati, levigati, spesso leccati,a dirla tutta), una ruffianeria di fondo che lo porta a flirtare con tutto ciò che è cool e classy, solerte nel farci sentire quanto è bravo per tutii i 50 minuti che ha disposizione. Ma è anche difficile, per converso, non parlarne bene … perché, piaccia o meno, Westbeech, bravo, lo è davvero, e il brillante excursus sonoro di questo disco ne è la prova più tangibile.

V Voti

Voto degli utenti: 4,8/10 in media su 3 voti.
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motek 6,5/10

C Commenti

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Suicida (ha votato 5 questo disco) alle 20:08 del 3 settembre 2012 ha scritto:

Innocuo sottofondo da lounge bar.