V Video

R Recensione

8/10

Erykah Badu

New Amerykah Part Two (Return Of The Ankh)

Una donna nera cammina per le assolate avenue del centro di Dallas. Porta grandi occhiali scuri ed è vestita pesante, dalla testa ai piedi, nonostante l'afa che traspira dalle immagini. Gira in incognito, come se non volesse farsi riconoscere. Non ha indugi, va per la sua strada, incurante della gente (quasi tutta bianca) che le sfila accanto anonima, senza volto. Poi, come se niente fosse, comincia a spogliarsi. Così, davanti a tutti: prima gli occhiali da sole, poi il cappuccio della felpa, poi tutto il resto. Ora lei è completamente nuda, sulla schiena una scritta tatuata: “evolving”, ma continua ad avanzare imperturbabile, sotto gli occhi esterrefatti dei passanti. Sembra che nessuno possa dissuaderla, che a tutti manchi il coraggio di fermarla. Improvvisamente nell'aria esplode un colpo di fucile e la donna si accascia al suolo. Nuda, esanime, in una chiazza di sangue multicolore. Questo è quello che fanno le persone ai loro simili - ci dice una voce fuoricampo - quando hanno troppa paura per sforzarsi di capire le loro ragioni.

Se aggiungiamo che il video, virato in un finto Super8, richiama fedelmente il famoso filmato di Zapruder e che termina nel punto esatto in cui fu ucciso il presidente Kennedy, si capisce un po' meglio perché l'evitico nudo integrale della Badu, fra una tetta sventolata al Superbowl e una Lady Gaga senza mutande, ha suscitato tanta indignazione negli Stati Uniti. Al punto che la polizia di Dallas, non potendo rivalersi altrimenti, l'ha multata di 500 dollari per “condotta disdicevole” in un luogo pubblico. Il video in questione, grazie al quale la Badu si conferma vera artista multimediale e intelligente provocatrice nella miglior tradizione afroamericana, è la trama audiovisiva del superbo singolo Window Seat, pietra angolare dell'atteso e procrastinato ritorno discografico della cantante texana.

Un album geminale, intitolato New Amerykah Part Two (Reurn Of The Ankh), che rappresenta l'ideale continuazione e la metà mancante dell'osannato e semi-eponimo predecessore. Di 4th World War il nuovo lavoro perpetua la costruzione contaminata, espansa, libertaria, la visione cosmica e trasversale della musica soul, intesa come anima, come inconscio collettivo, come flusso ininterrotto che abbraccia tutta la storia della musica nera: da Nina Simone a D'Angelo, dallo Stevie Wonder di Songs In The Key Of Life all'hip-hop di J Dilla e Madlib, da Marvin Gaye a... Erykah Badu. Perché dopo quasi quindici anni di carriera ai massimi livelli è lei stessa parte viva, pulsante, dialettica di quella storia.

 

Si parte dal dream-soul di 20 Feet Fall, vaporoso idillio discinto da tastiere leggere e adamantine e poi Window Seat naturalmente, funk liquido, ambientale, cinematico che si sforza di apparire canzone, e poi Agitation funk-progressive fulmineo (un minuto e mezzo scarso) ma pieno di spunti e di ripartenze. Due brani maliardi, ballabili, contagiosi come Turn Me Away (Get Munny) e Umm Mmh (sardonica come il titolo), la blaxploitation rosa e femminista di Gone Baby, Don't Be Long, le radici hip-hop del nuovo soul in Fall In Love (Your Funeral) e la oldschool robotica e asintotica di Love. Eccentricità baduiane tipo Incense con l'arpa di Kirsta Agnesta e la base di Madlib: come se Erykah e Joanna Newsom avessero jammato di nascosto per tutta la notte e un frammento di quella jam fosse rimasto incastonato in una goccia d'ambra del sequencer. Più o meno, una cosa dal genere. Fino alla spericolata suite, quasi una stratificata galleria musicale e temporale sulla black music, di Out Of My Mind, Just In Time.

Questo, fratelli e sorelle, è il soul dell'avvenire.

C Commenti

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loson (ha votato 8 questo disco) alle 10:36 del 19 aprile 2010 ha scritto:

Fedele a se stessa eppure interamente calata in questa inedita veste "spacey", la Badu ha dato alle stampe forse il suo disco migliore, quello in cui gli aromi nu-soul dalla persistenza retro-olfattiva jazz si spandono, condensandosi, in un'oasi di calda liquidità, "pink haze" dall'appeal quasi "ambientale" (come ha giustamente sottolineato il Coax nella rece). "Return Of The Ankh" abbandona l'aura battagliera e più rigidamente hip-hop del primo volume (che col tempo mi è un po' calato, a dirla tutta), e così facendo guadagna in mood: sfilino dunque l'eterea "Incense", il synth-funk piacione e civettuolo di "Turn Me Away (Get Munny)", il beat tagliente e leggermente ascincrono di "Fall In Love (Your Funeral)" (minimalista/ipnotico come il miglior D'Angelo), una "Agitation" la quale estremizza le sbandate prog-zappiane che si concedeva, di quando in quando, il signor Stevie Wonder. Tutto scorre meravigliosamente, immerso in una marea di rhodes pastosi, bassi cremosi, e graziato dalla voce divina - mai cantato così bene - della signora. Ah già, manca "Window Seat"... Non prendetela come una castroneria, ma 'sto pezzo mi pare l'apice di tutta una carriera: prima sezione guidata dall'irrisolta, luminosa malinconia sprigionata dagli accordi in minore e dagli incastri fra voce solista e cori; un secondo riquadro "stripped", tutto battimano e sortilegi voodoo, che riporta a galla il D'Angelo più ritualistico, e che sfocia nell'ultima (micro)sezione in cui il coro si fà massiccio, l'arpa gigioneggia e la consistenza pop del "tutto" si schiude come un bocciolo. In pratica: la prima sezione è il vero nucleo melodico ed emotivo, la terza è l'interlocutorio - ed illusorio - approdo alla stabilità; laddove la seconda sezione fà da giuntura, come un bridge innaturalmente "prolungato". Per costruzione, feeling e bellezza, "Window Seat" andrebbe annoverata fra i grandi brani del soul femminile, al pari di una "Time Is On My Side", di una "I Can't Stand The Rain", o di una "Call Me". Stesso discorso si potrebbe fare per la suite "Out Of My Mind, Just In Time", ma ho già scritto troppo...

salvatore alle 13:15 del 19 aprile 2010 ha scritto:

Non conoscevo: caspita, che intensità!!! Sbalordito...

ozzy(d) (ha votato 8 questo disco) alle 13:42 del 19 aprile 2010 ha scritto:

Il disco è veramente molto buono, soul di classe autentica. rece splendida as usual.

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 15:45 del 19 aprile 2010 ha scritto:

Grande Erykah

Disco formidabile.

Daniele, recupera anche la parte prima e Mama's Gun, vedrai che non rimarrai deluso. Ehi, Erykah è una delle colonne della black odierna, va conosciuta .

salvatore alle 15:58 del 19 aprile 2010 ha scritto:

RE: Grande Erykah

Grazie per il consiglio, IraKaplan. Non mancherò...

gull (ha votato 6 questo disco) alle 16:22 del 19 aprile 2010 ha scritto:

Dopo una recensione così bella (complimenti!), un ascolto è d'obbligo. Comincio dal video.....

Dr.Paul alle 21:26 del 19 aprile 2010 ha scritto:

a me piace piu del precedente, in realtà non è il mio genere e non ci capisco una mazza, non ho elementi per un'accurata analisi! è un po fastidiosa quando allunga i vocalizzi...insomma un po troppo beyoncè..no so se rendo l'idea, boh!

Marco_Biasio alle 21:44 del 19 aprile 2010 ha scritto:

Mm, mi costringete a tentare un approccio. Ma sbaglio o nel suo precedente aveva pure suonato Omar Rodriguez-Lopez dei Mars Volta?

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 0:53 del 20 aprile 2010 ha scritto:

la timbrica

la timbrica talvolta stridula fa parte del suo stile, può piacere o meno, ovvio.

beyoncè, che non mi piace molto, ha una voce più rotonda.

con i suoi "miagolii" la Badu, a volte, mi suona come una versione femminile di Al Green, dannatamente black e sensuale.

Dr.Paul alle 14:33 del 21 aprile 2010 ha scritto:

io ho parlato di vocalizzi allungati, no della timbrica stridula!

gull (ha votato 6 questo disco) alle 11:13 del 24 aprile 2010 ha scritto:

Non mi fa impazzire. In bilico perenne sul burrone "mainstream", anche se poi non cade e non scade mai, mantenendo salda la sua estetica.

Una lieve "classicità" black che si fa ascoltare con piacere.

Ma, a mio modesto avviso, niente di più.

mdishes (ha votato 10 questo disco) alle 12:32 del 24 aprile 2010 ha scritto:

unica, al momento la più grande del soul femminile

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 14:00 del 26 aprile 2010 ha scritto:

comunque è decisamente il più classico dei recenti

La forza di Erykah in questi anni è stata la capacità di essere derivativa e innovativa al tempo stesso, classica e sui generisi, con piede dentro al mainstream e uno fuori. Ecco, ai neofiti dico che questo è il lavoro più classicamente soul della Badu ed è molto bello. Se però si vuole capire meglio chi sia Erykah ascoltare Mama's Gun e la parte prima New Amerykah è indispensabile.

gull (ha votato 6 questo disco) alle 17:54 del 26 aprile 2010 ha scritto:

RE: comunque è decisamente il più classico dei recenti

Grazie per il consiglio. Ora dirò una bestialità, ma voi se sbaglio mi "corriggerete"

A me ricorda parecchio Steve Wonder versione 2.0 (cioè quello degli anni '70)!

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 8:29 del 27 aprile 2010 ha scritto:

"Ascoltato tre volte e non sento l'esigenza di

andare oltre" lol Comunque, per i miei gusti,

è meglio di Part one, soprattutto per la presenza

di Incense, la meno classicamente soul del lotto.

abianchi (ha votato 9 questo disco) alle 19:00 del 4 maggio 2010 ha scritto:

gran disco e "window seat" si inserisce tra i capolovori del soul

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 19:20 del 6 maggio 2010 ha scritto:

E invece sono andato oltre. Ogni tanto controllo

sto video (giusto perchè ho appena alloggiato proprio di fronte a dove è stato girato il filmato

eheh) e sono giunto alla conclusione che Window

seat (classicamente soul) è un gran pezzo ...