R Recensione

6/10

Gnarls Barkley

The Odd Couple

Parabola avventurosa quella di Danger Mouse. “Quello”del Grey Album (2004) concept bootleg nato dalla fusione del black album di Jay Z e del white album Beatlesiano. Insieme a As Heard on Radio Soulwax dei 2 Many Djs il disco simbolo della stagione d'oro del bastard pop (e, tanto per farvi sentire vecchi, è già passato quasi un lustro). Tanto che, nonostante la causa intentatagli dalla Emi Damon Albarn (che per Emi incide) lo assolda in regia di produzione per Demon Days, ultimo album di studio dei Gorillaz.

Dal giorno alla notte Danger Mouse pare diventato il nuovo re Mida delle produzioni. Il 2005 è la sua annata d'oro: al già citato Demon Days seguono a ruota produzioni a cinque stelle e The Mouse and the Mask, nato dalla collaborazione con MC Doom (nome in codice dell'operazione, ovviamente, Danger Doom).

Ma è un'altro il team up che lo porta agli onori delle cronache (e delle classifiche), l'anno successivo: stiamo parlando ovviamente del progetto Gnarls Barkley, collaborazione con Cee-Lo che affonda le sue radici nel “lontano” 2003 e del singolo “Crazy”, tormentone dell'anno e sorpresa delle chart britanniche dell'epoca.

Alle spalle del singolo c'era un disco, St. Elsewhere, che portava a compimento un crocicchio di esperienze importanti nell'ambito dell'hip hop alternativo e del cosidetto neo soul: da una parte una serie di uscite che riportavano lontano dalle secche urban e più vicino alle fonti storiche la "musica dell'anima", le variopinte scorribande di Cody Chesnutt, I debutti di gente come Plantlife e John Legend, e il ciclone Outkast, che con Speakerboxxx-The Love Below, avevano aperto nuovi orizzonti all'hip hop meno tradizionalista e più contaminato.

Ecco, St. Elsewhere era stato da molti salutato come l'erede naturale di Speakerboxxx: trucchi e soluzioni di produzione inconsueti, che fasciavano pezzi dall'impianto soul luminoso e ben più pulsante rispetto alla anemica dialettica musicale urban.

Ma i tempi corrono veloci e un paio di anni possono pesare come eoni: scemata in gran parte l'eccitazione per il nuovo soul, accantonate momentaneamente le speranze di nuovi colpi di scena, forse complice il timore che un exlopit come quello di St.Elsewhere debba essere fenomeno one shot, a cui sia sbagliato dare un seguito: fatto sta che l'uscita di un nuovo disco dei Gnarls Barkley smuove poche acque e fa girare poche teste.

A torto o a ragione ? Difficile a dirsi. Certamente la prima impressione è quella di un tardivo bis del disco precedente. Nessun elemento di scarto a marcare grosse distinzioni col precedente. E, d'altra parte, nessun preoccupante passo falso.

Ci sono, ovviamente, i potenziali singoli: Going On insegue il ritornello soul d'effetto sulla falsargia di Crazy, Run (I'm A Natural Disaster) indossa le pose ipercinetice della “vecchia” Go Go Gadget Gospel, e non mancano quegli episodi meticci metà black e metà '60 pop che avevano contribuito a far esplodere l'esordio: Whatever pare una versione beat-soul degli Smash Mouth, Surprise rispolvera i coretti dei Mamas &Papas e il pop caliente di Jose Feliciano, Blind Mary ha la sostanza appiccicosa e profumata del miglior pop radiofonico.

E non viene smarrita, fortunatamente, la vena soul classica che teletrasporta nel post-urban le suggestioni di gente come Curtis Mayfield e Marvin Gaye: si ascoltino gli episodi più scuri e pensosi, come Who's Gonna Save My Soul, No Time Soon o la traccia conclusiva A Little Better.

Se l'effetto sorpresa è andato irrimediabilmente perso la collaborazione tra Mouse e Cee-Lo resta una delle più solide per gli amanti del neo-soul più spurio e meno manierista: se insieme alle strizzatine d'occhio i due ci avessero regalato anche qualche novità avrebbe tra le mani uno dei dischi di punta dell'ormai desolato panorama neo soul odierno. Così non è, e l'impressione resta quella di una (pur riuscita) riedizione deluxe dell'esordio.

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 16:20 del 2 ottobre 2008 ha scritto:

Questo disco ha ricevuto un solo voto. Un 2. Ma dai ....