Mumpbeak
Tooth
Come molti estemporanei progetti targati RareNoise, anche i Mumpbeak delleccentrico Roy Powell si erano fatti notare, qualche anno fa, per un bislacco esordio la cui opulenza di nomi allopera era inversamente proporzionale allorganicità del risultato finale, poco più di unestrosa jam prog-fusion senza ulteriori pretese tra amici e colleghi strumentisti. Oggi, questo Tooth sorprende per almeno due ragioni: il suo giungere totalmente imprevisto (raramente questi all-star ensemble hanno vita discograficamente lunga) e il suo suonare inaspettatamente compatto. Merito, anzitutto, di una formazione più stabile (lesagerata pensata dei quattro bassisti a rotazione viene declinata in favore del solo Lorenzo Feliciati) e, in secondo luogo, di una scrittura se di scrittura è anche solo possibile parlare meno tesa a catturare lintensità esclusiva del momento, maggiormente proiettata verso una certa longevità.
Il fulminante attacco a singhiozzo di Boot una successione di sconnessi pattern ritmici da sequenza morse sembra promettere un altro volitivo bagno di sangue: in realtà il brano, come sempre dominato dai synth e dallHohner Clavinet geneticamente modificato di Powell, segue una strada completamente diversa, maturando in un pencolante ed oscuro jazz rock sintetico (come un Nels Cline prestato alla backing band di Carpenter). Le medesime astrazioni tornano ad intralciare il dub spiritico della successiva Brick (gli stacchi della new entry Torstein Lofthus, letteralmente incontenibile nel funk indemoniato di Saw, intervengono a scombinarne il processing) per poi tramutarsi, nellintensa Slip, in un tentativo di sinfonia ambient-prog costruita attorno alliterazione compulsiva dello stesso arpeggio. Il punto di massima denervazione si raggiunge nei soundscapes dark ambient che Feliciati esibisce nella prima parte di Caboose (uno spigliato cabaret cripto-industrial): poi è solo assalto allarma bianca, con una Cot che esplode in una virtuosistica, ossessiva, assordante ascensione noise (effetto garantito) e il John Medeski gran cerimoniere di rituali gobliniani nella conclusiva Stone.
Per una volta, un ritorno che abbia finalmente qualcosa da dire.
Tweet