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R Recensione

8/10

Fire! with Jim O'Rourke

Unreleased?

Un basso, una batteria, un sassofono. Johan Berthling (Tape), Andreas Werlins (Wildbirds And Pacedrums), Mats Gustafsson (The Things) sono tornati, più in forma di prima. Due anni sono passati dalle sciabolate avant-jazz psicotiche e nervose di “You Liked Me Five Minutes Ago”. Due anni. Settecento e passa giorni. Tante ore e ancor più tempo, e nel frattempo il combo svedese non è stato con le mani in tasca a fischiettare allegro sugli allori. Una creatività indomabile perfettamente espressa dal loro pseudonimo: Fire!. Imperativo e temibile, come un fuoco pronto ad ammaliarti e agguantuarti e carbonizzarti lentamente.

Con “Unreleased?” il trio di origini svedesi ha deciso di giocarsi una carta in più, l'asso nella manica: Jim O'Rourke, il poliedrico genio che già venne a contatto con la complessa ragnatela di collaborazioni dei membri dei Fire! e che tra produzioni proprie (Sonic Youth, Gastr Del Sol, Loose Fur), soliste (“Eureka”, “Insignificance”) e accompagnate (come ad esempio proprio con Mats Gustafsson, Fennesz, e molti altri) ha bisogno di ben poche presentazioni. Che sia jazz, elettronica, rock o avanguardia poco importa, è roba sua e lo dimostra con maestria insaporendo la formula Fire! con cucchiaiate di synth, gittate di chitarra elettrica e aggiuntine di armonica a bocca. Il risultato diventa originale, coraggioso e a tratti addirittura sconvolgente: la costituzione rimane proiettata nell'avant-jazz, ma il suono viene deformato attraverso una lente composta da psichedelia, motori krautrock (Faust), tenaglie noise-rock e illusioni di un'emotività labile e primitiva.

Werlins detta i tempi e Berthling lo segue a ruota conducendo il suono verso una struttura seducente e ripetitiva dai riflessi mantrici, pane croccante e profumato per i denti di Gustafsson. I toni del suo sassofono diventano più tesi e coinvolgenti, a tratti imbizzariti e senza pietà. Un sortilegio in cui O'Rourke si introduce a colpi di chitarra elettrica e synth krauti (“Are You Both Still Unreleased?”), ma è la successiva “Please, I Am Released” che porta la tensione alle stelle tra attacchi di panico noise e ritmi serrati dando vita ad un crescendo sempre più intenso. E finalmente, dopo che Gustafsson raggiunge l'apice della tempesta isterica, la quiete, un po' di tranquillità (“By Whom And Why Am I Previously Unreleased?”), ove l'armonica di O'Rourke e una sezione ritmica da laghetto di montagna post-guerra dirigono l'atmosfera. Un grande respiro essenziale per terminare nei migliori dei modi con “Happy Ending Borrowing Yours”, affidata al baccanale free imbevuto di follia che anticipa la cadenza ipnotica dei minuti restanti, tra schizzi di sax e effettati tocchi di chitarra.

Un'opera densa di fascino primitivo, nera come la pece e prossima ai semi inconsci del jazz. Una danza magica specchio del nostro tempo, tra nevrosi di massa e psicosi che distorcono la realtà con rari momenti di quiete emotiva. Un crescendo di tensione articolato da una base ritmica ipnotica e un'armonia eccellente tra noise elettrico e un sassofono indomabile. Una malia che si insedia di diritto tra le migliori uscite di questo 2011.

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C Commenti

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TexasGin_82 alle 10:37 del 26 luglio 2011 ha scritto:

molto interessante! ma mi domando - perché così lunghe... perché?

Alessandro Pascale alle 14:44 del 26 luglio 2011 ha scritto:

il brano postato nel video è qualcosa di monumentale!