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R Recensione

7,5/10

Luca Sapio And The Dark Shadows

Everyday Is Gonna Be The Day

Luca Sapio è arrivato all’esordio discografico nel 2012, dopo lunga gavetta  che l’ha visto prestare la sua voce prima agli Area e poi ai Quintorigo, arrivando infine al suo album da solista Who Knows, prodotto da Thomas “TNT” Brenneck (già al fianco di vere star della black music come Amy Winehouse e Mary J. Blige), un disco che metteva in luce le grandi doti dell’artista romano, raggiungendo un notevole successo in particolare all’estero, Stati Uniti compresi. Ovvio quindi confermare il team di lavoro per questo nuovo album uscito sul finire del 2014, a partire dal produttore, anche se qualcosa è cambiato nella formazione. Seguendo il motto less is more, il suono viene in qualche modo asciugato: non c’è più la sezione fiati, e spiccano invece la chitarra di Larry Guaraldi e il piano e l’organo di Mecco Guidi. La voce di Luca acquista in personalità, passando con agilità dai toni più soul a quelli più blues e R’n’B. L’anima blues è presente nell’unica cover del disco, Dark Shadows uno slow con un bel solo di chitarra. Sul versante soul si distinguono lo slow con venature gospel di Someone, impreziosito da organo e coro femminile, la ritmata All Around Me e l’R’n’B dai toni Motown Lawbreakers (Making Rules), uno sguardo deluso sul nostro paese, in origine patria del diritto, e oggi di chi, dopo aver scritto le leggi, le infrange.

I testi sono una parte centrale e importante del disco, a partire dalla già citata Lawbreakers, così come in Nobody Knows, un R‘n’B anni ’70 della migliore specie, dai sapori vagamente gospel, con un testo di denuncia (we don’t want to fight every step of the way), fino al brano centrale del disco, non a caso quello che lo intitola, Every Day Is Gonna Be the Day, un soul lento con ancora una volta uno splendido organo, in cui si rivendica il coraggio e la determinazione di continuare sempre a lottare, perché Ogni giorno può essere il giorno giusto, il giorno che tutti stiamo aspettando, quello del cambiamento. Una speranza ribadita in Let it Shine (there’s no hope, but keep believe and you’ll see the sunlight gets your eyes, just let it shine). 

E’ ancora il grande soul a guidare in I'm so Tired, brano introdotto da un giro di basso, a cui segue l’organo che apre alla voce, e nella splendida ballata Telling Like it Is, sulla vita da musicista. Si discosta leggermente dal resto del disco il brano di chiusura, I Was A Good Boy, dove troviamo solo batteria elettrica e piano wurlitzer ad accompagnare la voce, un lento composto da solo tre strofe, un inno all’amore, e all’importanza di questo sentimento. 

Luca Sapio, coadiuvato dagli ottimi Dark Shadows, ancora una volta sorprende per la perfetta aderenza alla musica, e soprattutto per il suo non apparire forzato, non sembrare voler fare l’imitazione di questa o quella grande voce black, e risultando infine davvero personale e emozionante. Che blues e soul in Italia stiano vivendo un periodo eccellente lo sapevamo, con Everyday Is Gonna Be The Day abbiamo la conferma che nel nostro paese ci sono artisti di livello internazionale che niente hanno da temere nel confronto con americani e inglesi. Difficile per un bianco cantare questa musica in maniera così credibile. Luca Sapio ci riesce.

 

 

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