The Mad Scramble
Still Another Nightcap
Io faccio tutto per poter cantar come voi/ ma non cè niente da fare non ci riuscirò mai/ e penso che sia soltanto per il mio color/ che non va
Quando si parla di musica funk, bisogna partire da un presupposto ovvio: è roba per neri. E evidente al punto che i bianchi, per giustificare la propria inferiorità, hanno inventato il funk bianco. Che non esiste se non come ammissione di colpa, un modo per dire: non fate paragoni col funk di James Brown o George Clinton, noi facciamo un'altra cosa. E il primo nome che viene in mente pensando al funk bianco sono i Red Hot Chili Peppers. Dai su, non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato, e non è nemmeno lo stesso sport, come diceva Jules Winnfield in Pulp Fiction.
Fatta salva questa doverosa quanto scontata premessa, cè da ammettere che qualche bianco ci prova con buoni risultati. E il caso di questi dieci ragazzi che, partendo da Udine, hanno portato il loro genuino mix di funk, RnB e soul in giro per mezza Europa. Perché quando ti diverti per davvero chi ti ascolta se ne accorge subito, e allora anche i difetti, le opinioni (personalmente non apprezzo molto la voce di Mr Steve, che però recupera chilometri come bassista) passano in secondo piano, e ci si lascia coinvolgere dai ritmi sincopati di Love is the best way to cheat, dallo spoken-jazz di Its not all about you (davvero un bel pezzo) e da un lavoro sulle percussioni sempre eccellente (You and I). Still Another Nightcap è un disco che se ne frega di dover sembrare originale a tutti i costi ma che coinvolge in ogni sua formula (i Red Hot Chili Peppers, eccoli in The Road, il soul in Every new love, le tentazioni caraibiche in Listen) e sicuramente rende perfettamente nella dimensione live. Quindi linvito è sempre quello: se avete un locale, chiamateli adesso.
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