R Recensione

7/10

Lorenzo Hengeller

Canzoniere Minimo Leggero

Lorenzo Hengeller è una di quelle pepite nascoste della musica italiana che, quando hai la fortuna di trovarle, ti regalano momenti di gioia per il cuore e per la mente, oltre che ridarti quella fiducia nel mercato discografico italiano che ogni tanto si perde. Eppure il musicista autore napoletano di occasioni per farsi conoscere negli ultimi anni ne ha avute molte.

Dalla dalla vittoria del Premio Carosone nel 2007, alle numerose apparizioni in tv (Buon Pomeriggio di Maurizio Costanzo su Canale 5) e in radio (Radio Tre Suite e Viva Radio 2 di Fiorello), in questi anni Hengeller si è lentamente conquistato l'attenzione della critica, con due dischi (Parlami Mariú... ma non d'amore del 2004 e Il giovanotto matto del 2006) in cui si vedono già le sue potenzialità e le sue fonti di ispirazione: lo swing e la musica italiana tra gli anni '30 e '50 e artisti quali Kramer e Carosone e Luttazzi.

In questo terzo lavoro il discorso sul recupero intelligente di quelle sonorità d'epoca si fa ancora più interessante e approfondito. Come ha scritto Stefano Bollani, "Lorenzo rivitalizza le canzoni dell´epoca di sua/nostra nonna con un occhio affettuoso e l´altro ironico, senza indulgere in quella retorica che purtroppo é il tratto distintivo di quasi tutti quelli che si avvicinano al passato della musica leggera italiana". L'arma vincente in questo lavoro di recupero è, oltre alla grande bravura del musicista, anche il senso di gioco, di volersi divertire, prima ancora che divertire l'ascoltatore.

Il brano d'apertura, Ricordi ..Rai!, è un perfetto biglietto da visita in questo senso: un gioco al pianoforte tra jazz e pop sulle arie più famose di 50 anni di RAI, dal mitico intermezzo in poi (un premio a chi le riconosce tutte). Gli anni '50 la fanno da padrone in Superenalotto, un brano in equilibrio tra Renato Carosone e Quartetto Cetra e in Lezioni di piano, testo divertentissimo, pieno di citazioni così come la musica, un vero colpo da maestro per raffinatezza e per la conoscenza dimostrata della materia.

I testi sono un altro dei punti di forza del disco, pieni di ironia acida ma al contempo leggera. In Guapparia 2000 si scherza su Napoli e la napoletanità, raccontando una vita in cui dramma e commedia sono uguali. In Primario ci si diverte a mettere alla berlina un primario d'ospedale, dotato e pieno di prosopopea e di deliri di onnipotenza, colpito da un piccolo problema: la stipsi.

In Tassista, ritroviamo la stessa ironia leggera, che qui colpisce un'altra figura professionale, con uno swing che ricorda il miglior Sergio Caputo, ottimo esempio di canzone d'autore jazz. Ancora swing a cento all'ora in Vetero Playboy, con Stefano Bollani alla voce e Hengeller che impazza al piano, in un brano che non avrebbe sfigurato nel canzoniere di Fred Buscaglione.

Tra gli omaggi del disco, non poteva mancarne uno a Lelio Luttazzi, uno dei più grandi musicisti italiani, di cui Hengeller riprende in maniera strapitosa Nostalgia per la musica, riadattandone il testo. Splendido anche l'omaggio a Modugno con Musetto, uno sfoggio di eleganza e classe al piano da parte di Hengeller.

Un disco davvero strepitoso, divertentissimo, che farà riscoprire a molti un suono a volte giudicato datato, ed il piacere di ironizzare in maniera leggera sulle cose grandi e piccole della vita.

 

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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