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R Recensione

6,5/10

Lilacs & Champagne

Midnight Features, Vol. 2 (Made Flesh)

Mi torna in mente, di tanto in tanto, il periodo “esotico-erotico” di Joe D’Amato, uno che cento ne ha pensate e mille ne ha fatte. Papaya dei Caraibi, Sesso nero, Orgasmo nero, Porno Holocaust, Le notti erotiche dei morti viventi, Paradiso Blu… Pellicole risibili, girate a tempo di record con due lire spicce, buffe e talvolta ridicole contaminazioni di generi (dalla seconda metà degli anni ’80, e per tutti i Nineties, il regista girerà quasi esclusivamente porno), tracimanti di donne – e che donne! – come mai più negli anni a venire, una giostra di colori ed impressioni spesso passati attraverso il colino dello spleen e del pessimismo esistenziale (in altri tempi avremmo azzardato nichilismo). Una fase cinematografica irripetibile, un coraggio d’altri tempi. “Midnight Features, Vol. 2 (Made Flesh)”, terza prova studio sulla lunga distanza per Lilacs & Champagne, intrappola in ogni sua fibra questa particolarissima joie de vivre ad un passo dalla drammatica implosione, dalla marcescente voragine del decadentismo: un suono rotondo, turgido, sensualissimo, ma allo stesso tempo estremamente irreale, chimerico, ambiguo, sottilmente pericoloso. Sarà mica Laura Gemser, quell’ambrata e curvilinea musa ripresa di spalle?

Alex Hall ed Emil Amos superano il deja senti del pur degnissimo esordio e l’eccessiva frammentarietà del successore “Danish & Blue” in una sintesi pur essenziale, ma finalmente compiuta in sé stessa. Alcune istantanee sono da antologia della library contemporanea: un’ovazione accoglie l’entrata del basso in “Roses & Kisses” (un brano costruito su fate morgane crepuscolari, loop vintage di gorgheggi femminili, scratch e percussioni trip hop), “Euro Blow” è drammaturgia metropolitana finemente cesellata da profondissimi riverberi di chitarra (l’exotica oltre l’exotica), “Midnight Creeper II” l’ansiolitica corsa sui tetti sotto il tiro di tastiere mefistofeliche (azzardiamo: i Lounge Lizard al tempo della plunderfonia?), “Longjohn's Lust” la saudade funk rappresa attorno a scheletriche lascivie per sei corde (quanto di più simile ad una canzone i Lilacs & Champagne abbiano mai prodotto). Emblematico, di questa ritrovata forma artistica, è scoprire come il brano più lungo (“Made Flesh”, 3:29, una sonatina per piano elettrico ribattezzata lounge)  e quello più corto (“Dreaded Stranger”, 1:22, un rāga liofilizzato per ambientazioni mitteleuropee) condividano, in tutto e per tutto, messaggio e coesione interna: scoprire, insomma, come entrambe siano parti di un’unità sovraordinata, e non semplici componenti addizionali.

Inevitabilmente, poi, dischi del genere (quale genere?) si prestano eccezionalmente bene al giochino estivo del scegli-la-tua-preferita: per cui, oltre all’ipnosi drum’n’bass di “Peril”, chi scrive vota gli inabissamenti balearici di “Wringing Hands” e una “On Hold” che, in nemmeno due minuti e mezzo, fa tralucere magnificamente la minimal di The Field di riflessi ottantiani. E, sì: se vi doveste ancora chiedervi il perché di quel “Vol. 2”, correte a recuperare l’EP immediatamente precedente, “Midnight Features, Vol. 1 (Shower Scene)”, e godetevi la straordinaria ascensione psych-prog di “Cinemax” (che non farà magari Joe D’Amato, ma Luciano Ercoli, altroché).

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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target (ha votato 7 questo disco) alle 10:15 del 7 agosto 2015 ha scritto:

Grande Marco. La decadenza sudaticcia di questo disco, tra sfattezza esotica e impigrimento voyeuristico, ha finalmente conquistato anche me: la cosa migliore dei Lilacs & Champagne. Miei apici: "Case Closed!", "Euro Blow", "Wringing Hands".

target (ha votato 7 questo disco) alle 10:17 del 7 agosto 2015 ha scritto:

E: copertina eccellente.