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R Recensione

7/10

Gogol Bordello

Super Taranta!

Se, fino a qualche anno fa, parlando di musica fra amici, fosse saltato fuori il termine “gypsy punk”, il massimo che avrebbe provocato sarebbe stato uno sguardo vacuo, o una scrollata di spalle, o un perplesso ed educato: “Scusa?”.

Ora, invece, il cosiddetto “gypsy punk” è un movimento musicale e culturale ben definito ed altrettanto sviluppato. Trattasi nient’altro di una base punk, arricchita – e spesso sorretta – da inserimenti, quasi revivalistici, di strumenti tipici dell’Est europeo: violini, fisarmoniche, tamburelli, e chi più ne ha più ne metta. Il tutto unito assieme da un’allegria palesemente festosa, tipica delle sagre paesane. Ecco, con poche righe abbiamo delineato, oltre che le caratteristiche di un intero sottogenere, i punti essenziali della band protagonista di questa vera e propria reinterpretazione del punk: i Gogol Bordello.

Nati sul finire del Vecchio Millennio, tutti americani d’adozione (se escludiamo l’eccentrico frontman Eugene Hütz, nativo di Kiev), l’ottetto esplose però solamente nel 2005, con quel piccolo gioiellino di “Gypsy Punks (Underdog World Strike)”, quindici tracce che altalenavano fra inserti ’77 style, urla festose che profumavano di bevande alcoliche e continue ondate di sonorità balcaniche, che conferivano al tutto un’aria stralunata e circense. Ora, dopo un lungo tour in giro per il mondo e due anni di pausa, i Gogol ci riprovano. E la formula rimane pressoché invariata, se escludiamo l’unica, vera, grande novità, che i nostri amici ci sbandierano sin dal titolo dell’orrendo artwork: la taranta, il ballo a ritmo di tamburelli popolare nel Sud Italia. Narra la storia che Hütz e compari, durante un soggiorno in Toscana, avessero visto un quadro con rappresentata una donna sofferente a terra e, sopra di lei, un violinista che cercava di guarirla con il suono del suo strumento. Da qui, l’ispirazione.

Prima di analizzare per sommi capi la nuova fatica degli americani, premettiamo subito una cosa: questo cd è, prima di ogni altra cosa, furbo. I Gogol Bordello hanno racimolato non poco denaro con il sopraccitato “Gypsy Punks”, e questo nuovo “Super Taranta!” altro non è che un tentativo di ottenere il massimo risultato con uno sforzo, se non minimo, sicuramente inferiore. Qualcuno, infatti, potrebbe essere stupito, non necessariamente in maniera piacevole, da quella “Ultimate” che, è il caso di dirlo, apre le danze: le linee vocali, la fisarmonica impenitente, persino il ritmo percussionistico, molti ed evidenti sono i richiami alla compagna “Sally” contenuta nel cd precedente. O ancora, sbattere le palpebre, perplesso, davanti alle note di “Supertheory Of Supereverything”, il pezzo, con ogni probabilità, meno riuscito dell’intero album – quante volte si è sentita ormai quella fisarmonica?.

Ma i brani azzeccati ci sono, eccome. E sono numerosi.

Partendo da quella perla seminascosta di “Wonderlust King”, ballata ruvida e malinconica allo stesso tempo, dominata dalla voce impastata del buon Hütz e dalle annesse sviolinate, si pone una particolare attenzione alla movimentata “Zina – Marina”, carillon folcloristico vicino ai migliori Clash. Senza dimenticare le composizioni più innovative, come “Harem In Tuscany (Taranta)”, una sfrenata e sincopata tarantella che si srotola su una linea vocale giocosa e zigzagante, o ancora l’omonima, lunga canzone conclusiva, dove i Nostri danno sfoggio di tutta la loro sfaccettata follia, in un tripudio di percussioni, sonate varie, urla esilaranti, che confluiscono in un climax ritmico coinvolgente e smodato. Per non parlare dell’acido punk di “American Wedding”, la composizione che più di ogni altra si sa rendere ruvida ed elettrizzante.

In conclusione, “Super Taranta!” viene promosso. Non è certamente un capolavoro ma, anche se delude un po' le aspettative di chi si era affezionato a “Gypsy Punks”, si lascia ascoltare volentieri. Il problema che sorge, terminato l'ascolto, è quello di chiedersi quanto potrà effettivamente durare questo allegro baraccone. Il vero, grande problema dei Gogol Bordello è rappresentato dalla ripetitività, una spirale che sembra incombere minacciosa su di loro anche negli episodi meno scontati e faciloni. Due dischi sono già passati: speriamo che nel prossimo si possa ottenere una vera e propria evoluzione qualitativa perchè, forse, fra un paio di anni, ci saremo stancati di questa proposta, tanto originale quanto enormemente abusata.

N.B. È degli ultimi giorni la notizia che Eugene Hütz è stato scelto, nel ruolo di protagonista, nel film che segnerà il debutto alla regia di Veronica Ciccone, altresì conosciuta come la “goddess” Madonna. Che dire, questo è un colpo basso che si sarebbe potuto decisamente risparmiare.

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C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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simone coacci alle 12:36 del 25 luglio 2007 ha scritto:

A letto con Madonna

Già,spero almeno che per convincerla le abbia fatto assaggiare lo "schwantzstuck",alla Veronica...

Marco_Biasio, autore, alle 16:50 del 29 luglio 2007 ha scritto:

Ho sentito che in questi giorni Madonna è in crisi col marito... non è che Eugene ci ha approfittato? ))

otherdaysothereyes alle 11:52 del 16 aprile 2009 ha scritto:

"forse, fra un paio di anni, ci saremo stancati di questa proposta, tanto originale quanto enormemente abusata". Profetico, Marco