John Zorn
O'o
Anche in casa Zorn, seppure con ritardo e dispendio di energie, è arrivata lestate. Cosa fare, dunque? Abbandonare per qualche tempo gli studi di registrazione, staccare dal lavoro e dalle infinite tournèe in giro per il mondo e concedersi, con il beneplacito degli onnipresenti amici collaboratori musici, qualche settimana di vacanza sul mare che bagna la Grande Mela? Affatto, anzi: si suona più di prima. E così sia, tutti chini sui propri strumenti, dentro piccole stanze arse dal sole, per dare vita ad un disco che sappia, paradossalmente, di vacanza e disimpegno. Permeato, diciamo, da unatmosfera come dire? esotica. Una culla per le passeggiate lungo la battigia o gli after hours in compagnia degli amici.
Non è certamente la prima volta che si hanno equatoriali virate di questo tipo da parte dellinfaticabile istrione cinquantaseienne, e più di qualcuno lo saprà bene: eccettuati alcuni, sporadici sconfinamenti, con rum e tequila in mano, allepoca dei Naked City, il grosso della ricerca si è concretizzato, quale più e quale meno, tra i primi volumi del canzoniere Masada (il primo, loriginale), alcuni del seguito Book Of Angels, il raffinato The Gift del 2001 (quasi un compendio della bravura innegabile di Marc Ribot) e, in mezzo agli ultimi lavori se di ultimi si può parlare The Dreamers, datato 2008, una summa del meglio delleasy listening (e non solo) zorniano. Oo riparte esattamente da qui, dove Raksasa aveva lasciato e, come quasi tutti i compagni che giacciono nel catalogo tzadikiano, la sua genesi è segnata da un protettore, lomonimo volatile tropicale ( ma va?) che trovò lestinzione, per mano delluomo, qualche secolo fa. Ritornando, però, colorato e squillante, sulla copertina del cd.
Inavvertitamente, abbiamo già fornito allascoltatore due aggettivate direttive importanti per approcciare questi dodici, nuovi brani. Dato per certo di aver accolto, in sunto, la fruibilità di quanto inciso, come accade ormai da qualche tempo nel nuovo orientamento made in Zorn (che lavanzare delletà stia aumentando lidiosincrasia per il puro e semplice rumore? Speriamo di no), rimangono da fare pochi, semplici distingui di fondo, per restringere il mirino della classificazione sino ad ottenere una precisione (quasi) assoluta. Cosa cambia, rispetto ai capitoli precedenti? Quasi nulla di surf, anzitutto: la chitarra del solito Ribot si sente, in più punti, ma è spesso e volentieri avvolta su sé stessa in desertici miraggi (Po'o'uli, anche se esacerbata al massimo, è assai descrittiva) e ben poche volte si lancia in quelle tirate hard rock da Guitar Hero di cui sono tempestate discografia personale ed Electric Masada (ma i risultati, come nel lounge di Zapata Rail, sono ancora da vero numero uno). La presenza al piano e al Fender Rhodes di Jamie Saft, figlioccio di John tornato allovile dopo lesperienza metal di Black Shabbis, viene altresì incrementata fino a ricoprire un ruolo decisivo nelleconomia di Oo: basta sentirsi Mysterious Starling, klezmer neoclassico sopraffino, o la coltre malinconica e crepuscolare di Kakawahie unico episodio meno caldo e più notturno - , per rendersene conto.
Più compattezza e meno dispersione stilistica rispetto a The Dreamers, nonché un piglio decisamente più fermo, roccioso, in un certo senso rock, al contrario delle sfumate ombreggiature del cugino, giovano complessivamente allascolto, che si potrà distendere maggiormente con il jazz coniugato in bossanova di Millers Crake, lavanzare quadrato di Little Bittern, sei minuti e mezzo e non sentirli come se i Portishead avessero collaborato con il Jimi Hendrix di Electric Ladyland, verrebbe da dire o la scioltezza del vibrafono di Kenny Wollesen nel girotondo di Laughing Owl. Poche eccezioni alla regola, in questo senso, se si escludono la classica samba dincastro (Solitaire) e due fenomenali centri di pura classe, come possono essere Magdalena, klez-rock imbevuto nella psichedelia lisergica, e lancora migliore Piopio, afoso swing dominato dalle percussioni di Cyro Baptista.
Sperando, masochisticamente, nella scomparsa di qualche altra specie protetta.
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