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R Recensione

7/10

Krikka Reggae

In Viaggio

Partita quasi quindici anni fa dal piccolo comune di Bernalda, in provincia di Matera (Basilicata), la Krikka Reggae ha viaggiato in lungo e in largo per la nostra penisola, portando la musica in levare ed il dialetto lucano in giro per l’Italia. Oggi il viaggio prosegue con un quarto disco dal titolo programmatico, pubblicato in autoproduzione grazie al sostegno della benemerita piattaforma di crowdfunding Musicraiser ideata da Giovanni Gulino. Ancora una volta la band passa in rassegna le molteplici sfumature della musica giamaicana, dal lato più classico a quello dancehall, toccando anche i territori del rap e dell’elettronica, tenendo costante l’attenzione verso la realtà che ci circonda, e la capacità di raccontarla con un linguaggio semplice e comprensibile. Esemplare il primo singolo estratto dall’album, Crisi, un grande reggae sulla crisi economica che ci attanaglia, sulle sue cause (che non sono l’Europa o l’euro), su chi l’ha creata e chi invece, incolpevole, ne paga le conseguenze, in cui la Krikka Reggae si fa spalleggiare dalla solita lucida rabbia di Luca O’ Zulù, voce dei 99 Posse. Allo sguardo al presente di Crisi, si accompagna l’attenzione alla storia del classic reggae di Memoria Storica, perché conoscere il nostro passato (il fascismo, i governi della DC, tangentopoli) e preservarne memoria, è fondamentale per comprendere il presente.

Sempre fortissimo il legame della Krikka con la propria terra, qui viene esplicitato in due dei brani più riusciti del disco: Lukania (con il grande Roy Paci alla tromba), inno ragamuffin alla propria regione, un canto di orgoglio e appartenenza alla propria terra e alle sue bellezze, e Royalties, in cui attaccano chi quella terra vuole distruggere per il profitto di pochi, inquinando il territorio per il beneficio delle grandi multinazionali del petrolio. In questa battaglia, il reggae diventa arma per il risveglio delle coscienze in Na Cos Imbortand (con un bel featuring di Fido Guido), fuoco che accende e purifica, come cantano in S’ Addum u Fuok, sostenuti dal riddim di Terron Fabio dei Sud Sound System, una formazione con cui i punti di contatto sono evidenti.

Bravissimi nell’alternare il dialetto all’italiano, sorprendono nel ragga di Life Ova Money dove il dialetto lucano e il patois giamaicano di Perfect Giddimani si integrano alla perfezione, così come con l’inglese di Fyah George in Unite As One, un tema classico del reggae, l’invito all’unità dei popoli per combattere Babylon. Alle contaminazioni linguistiche fanno dal contraltare quelle musicali, unendo il reggae al rap di  Patto Mc in Quello che Mi Passa, e ad una base elettro con tanto di scratch in  La Mia Strada.

Coscienza civile, attaccamento alle radici della propria terra e amore per la musica reggae sono i punti forti di questi sei amici, quattro musicisti preparatissimi che non sbagliano un colpo (Dino Di Biase chitarra, Franco Magliocca batteria, Enzo Rubino basso, Ivano Grieco tastiere) e due voci (Manuel Tataranno e Simone Cammisa, autori dei testi) che, passando dall’italiano al dialetto, sanno raccontare ed emozionare. Sei spiriti liberi che proseguono il loro viaggio senza compromessi e soprattutto senza rotte predefinite.

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