R Recensione

7/10

Sir Oliver Skardy & Fahrenheit 451

Piragna

Il ritorno del bidello più reggae d'Italia si presenta fin dalla copertina più corrosivo che mai: una vignetta del buon Vauro, a raffigurare i Piragna del titolo come dei politici in giacca azzurra e cravatta tricolore, ed evidente dentatura pronta a divorare tutto. D'altra parte è lo stesso Skardy a definire il piragna “un pesce furbetto, non si poteva far altro che associarlo ai nostri politici. Il nostro governo è cannibale nei confronti della democrazia e dei cittadini”.

Uno Skardy quindi sempre combattivo, ma sempre e solo con l'uso dell'ironia, pungente come nei momenti migliori della sua ormai lunga discografia. Nel primo brano, un ottimo reggae ska dal titolo Reggae da dopolavoro, si prende anche un po' in giro, ma soprattutto ironizza sui VIP italiani (da Ricucci a Briatore passando per Anna Falki), e chiude con quattro frasi fulminanti, in cui dichiara apertamente la sua filosofia di vita: non sopportare i marchi sulla schiena e le etichette, e soprattutto, non stare né con i padroni né con i servi.

Mr Bim Bum Bam è un ottimo roots reggae, con una grande musica e bella sezione fiati, e soprattutto un testo davvero maturo, che racconta con parole semplici come arrivare al successo nel mondo dello spettacolo, e il ruolo di promoter e creatore di finti personaggi TV.

E che i VIP non siano più quelli di una volta lo racconta in Povero ricco, invitandoli ad andare a Lourdes. Ma anche Venezia non è più la stessa, ed il ritratto che ne fa in Fame uno spritz è impietoso: la città che scompare invasa da fighetti dementi.

L'arma vincente dell'ironia torna in “Viagra, dove si ironizza su uno dei vizi del nuovo secolo (chi fa vita da convento / chi le orge in Parlamento)! C'è pure una battuta sulle condizioni del mercato discografico (spariranno i grandi artisti / consolatevi coi tronisti), tema che ritorna in Di Gei, un altro ottimo reggae ska con un bel solo di chitarra, in cui si prefigura la vita dei DJ nell'epoca del crollo del mercato discografico, con un futuro da San Precario all'orizzonte.

Politicamente più esplicite Magna magna, riferita ai piragna di cui sopra (chi mai sarà la tribù dei magna magna?) e l'Onorevole, in cui Skardy dipinge, in solo una strofa, tutti i vizi e difetti di una classe politica. Travolgente il finale, con la fantasia di Skardy che gira a mille nell'inventare offese rivolte alla mamma del simpatico onorevole, con i suoi fondi neri, le ragazze che gli cadono ai piedi, mai un giorno di lavoro, fondo tinta e mano morta. Un grande reggae con testo e musica del solo Skardy.

Non manca l'invettiva contro il mondo delle radio in Radio Zapping, un grande roots reggae che descrive il mondo radiofonico italiano come succube di top 20 e tormentoni, (mezz'ora di reclame e poi una canzone, sempre quella). Amare le conclusioni in Pentito, dove si descrive uno Skardy che si pente di essere italiano, con la paura di essere onesti, (i nostri sogni sono crollati), in una società dove i bigotti e i mafiosi hanno vinto sul cittadino onesto.

La speranza verso un futuro migliore si intravede in Cammina cammina, con l'invito a camminare liberi, anche senza una meta precisa, purché senza seguire mode o bisogni indotti, firme sui pantaloni o modelli di telefonini sempre nuovi.

Ma se i testi sono ottimi come sempre, quello che sorprende è la musica. Accompagnato da una splendida formazione reggae quale quella dei Fahrenheit 451 (la loro bravura e perizia tecnica la si può verificare nell'ultimo brano del disco, la versione dub di Mr Bim Bum Bam), Skardy ci porta in un viaggio in cui ci sono tutte le sfumature della musica jamaicana, oltre ai punti di forza dell'allegria contagiosa di questa musica e dei suoi testi. Forse il miglior disco di Sir Oliver Skardy dai tempi degli esordi con i Pitura Freska.

 

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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Teo 7/10
target 4/10

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