R Recensione

8/10

Ballaké Sissoko & Vincent Segal

Chamber Music

Adesso che i giochi sono fatti posso dirlo. Il mio disco del 2009 è questo. Anche se “mio” è l’espressione più infelice che si possa utilizzare di fronte ad un linguaggio così universale, di fronte ad una bellezza (sonora, visiva, percettiva) tanto evidente quanto discreta. Il problema è che quasi si prova vergogna, ad emozionarsi di fronte a questa bellezza. Si teme di essere giudicati infantili, pretenziosi, sfacciati.

Ballaké Sissoko proviene da una famiglia griot del Mali. I griot sono poeti/cantori che hanno il preciso compito di conservare la tradizione orale degli antenati. Fin da bambino lo strumento del cantore Ballaké è sempre stato la kora, lo stesso di Toumani Diabaté, con il quale ha inciso celebri duetti.

Vincent Segal è un violoncellista francese. Pur provenendo da una formazione classica, ha sempre condotto ricerche sperimentali sul proprio strumento. Questa volontà l’ha portato ad affiancare gli artisti più svariati (da Sting a Georges Moustaki a Blackalicious)  

“Chamber music” non fa altro che unire questi due opposti. La musica diventa una forza invisibile in grado di far avvicinare due magneti con poli uguali. Non è neanche una questioni di titoli, di canzoni o cos’altro. Qui ci sono solo vaghi richiami, attimi di delizia sospesa, sentori d’Africa e vibrazioni da Classica contemporanea. Sperimentalismo metropolitano e tradizione del deserto. Qui non c’è più “noi” e non c’è più “loro”. Qui non c’è più niente che non sia collettivo, raccolto, profondo, cardiaco.

Basta sollevare la puntina del giradischi e farla ricadere su un solco qualsiasi. Le strutture circolari di “Houdesti” (impreziosite dal suono del balafon di Fassery Diabaté), i virtuosismi di “Oscarine”, i silenzi solenni di “Histoire de Molly”. In ogni minuto di “Chamber Music” si percepisce il connubio potente tra la ferma ispirazione di Sissoko e la spinta deviante di Segal. Proprio il francese, con il suo stile ricco ma mai troppo presente, dona linfa melodica alle strutture complesse di Sissoko, creando un viatico accessibile anche a quella sensibilità europea che difficilmente riesce ad apprezzare la musica tradizionale africana (a partire dallo stesso Toumani Diabaté).

E se ancora permanesse qualche malagevolezza, la voce di Awa Sangho (che rende “Regret - à Kader Barry” il pezzo più “concreto” dell’album, con il violoncello a creare nuvole che potremmo definire da “folk appalachiano”) e il finale affidato ad una calda, dolorosa e notturna “Mako Mady” faranno tremare le gambe anche ai più insensibili.  

“Abbiamo costruito una complicità reciproca passo dopo passo. Oggi, quando suoniamo, ci capiamo senza dover dire una sola parola: basta uno sguardo. I nostri cuori sono uniti” . Ballaké Sissoko  

Adesso anche i nostri.    

 

Internet:

http://www.noformat.net/       

 Video:  

“Chamber Music” - http://www.youtube.com/watch?v=4h5dI6m6Eh8            

V Voti

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C Commenti

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REBBY alle 8:48 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

"Il mio disco del 2009 è questo."

...quindi la mia idea di stilare la classifica annuale verso febbraio non è poi così peregrina.

Speriamo che questo non si faccia fatica a

trovarlo come quello di Hypnotic brass ensemble

(ancora non sono riuscito ad ascoltarlo...).

Comunque quì "l'uomo nero" è senza dubbio Fab,

non ci sono discussioni...

fabfabfab, autore, alle 9:52 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Sei sempre il solito

Comunque il disco uscirà in Italia solo nel febbraio 2010 (etichetta: Ponderosa Music & Art), mentre è già uscito nell'Ottobre del 2009 in Francia e altri paesi. Quindi, nel dubbio, lo collochiamo tra 2009 e 2010. Fregato!

REBBY alle 10:37 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Bravissimo Fab che l'hai messo nel 2009 (la

categoria 2009/2010 non esiste eheh). Trovo

"provinciale" l'idea di posizionarlo nel 2010

perchè in quell'anno esce in Italia, nell'era

di internet e del mercato globale poi...

ozzy(d) alle 11:21 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Ma è lo stesso Sissoko della Juve? Visti i tempi, ha fatto bene a cambiare mestiere eheheh

REBBY alle 11:30 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

E' suo fratello Gulli, fa il bravo vah!

simone coacci alle 11:49 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Mamma Sissoko ha tipo 8 figli...

REBBY alle 12:12 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Mamma Sissoko ne ha 15 di figli, per il momento..

simone coacci alle 15:06 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Ok, buono a sapersi.

target alle 15:20 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Scriteriato di un Codias, ma gli split di Sissoko con quel folletto di Yann Tambour (aka Encre o Thee, Stranded Horse) li hai sentiti? No? Vola subito sul myspace del suddetto: http://www.myspace.com/theestrandedhorse

Tambour l'ho visto in concerto un paio di anni fa: suona due kora (plurale kore?) contemporaneamente, una mano ciascuna (è normale?). Effetti splendidi. Mo' da altre parti mi accusano (ehehe) di essere anti-afro(-pop), ma il tuo disco del 2009 lo ascolterò. Bien sur.

fabfabfab, autore, alle 15:57 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

Ad essere sincero non ne sapevo nulla. Quelli sul myspace sono due pezzi bellissimi, mi sa che scatterà l'acquisto internazionale. Suonare due kora contemporaneamente, ti dirò, è del tutto normale. Se hai quattro mani.

target alle 16:12 del 12 gennaio 2010 ha scritto:

Infatti, coglione io: suonava kora e chitarra contemporaneamente (corde a vuoto, chiaramente), almeno in "Sharpened Suede", che era uno dei pezzi più intensi di "Churning strides". Concerto bellissimo, peraltro. In ogni caso, contento ti sia piaciuto. Il video che hai postato tu è spettacolare. Hors catégorie.

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 22:29 del 10 febbraio 2010 ha scritto:

commistione ben riuscita di due identità musicali molto differenti: insieme danno vita ad uno sperimentalismo fatto di atmosfere eleganti e flessuose, dal sottile ma intenso impatto emotivo. il disco è ad ogni modo accessibile anche alla nostra "tradizione", come dice bene fabio, benché richieda un minimo di attenzione e di sana "dedizione". su tutte, "chamber music"e "houdesti". l'esempio più lampante di come la musica riesca ad unire, oltre ogni cosa. ps: curioso di ascoltare il "duetto" con einaudi...cosa mi puoi dire in proposito fabio?