Servillo Girotto Mangalavite
Parientes
Soffia una leggera brezza Avion Travel su questa seconda produzione del Trio Servillo, Girotto, Mangalavite, sei anni dopo lesordio con il concept calcistico Futbol, e non è solo per la presenza del cantante del gruppo casertano, o per la ripresa di due classici della Piccola Orchestra, Figlio darte, in felice variante sudamericana e La famiglia, entrambi pescati dal glorioso Opplà, anno 1993.
I richiami derivano anche dal tono generale del lavoro che, nellaffrontare, sotto il titolo emblematico di Parientes, lattualissimo tema di valori e culture dei popoli migranti, attinge suggestioni dal senso di leggerezza, dalla narrativa ricca di ironia e malinconia insieme, che abitava dischi ed esibizioni della formazione di Servillo. Ciò che cambia sensibilmente è il contesto musicale: al posto del quintetto amante della buona creanza, in grado di dare vita a ricche orchestrazioni, qui cè un essenziale trio basato sul magnetico recitar cantando di Peppe Servillo, gli elaborati arrangiamenti di fiati e pianoforte e la voce solista forte, emotiva, spesso tesa fino al parossismo, dei sassofoni di Javier Girotto. Nessun rimpianto comunque, lesperienza Avion Travel ha brillato finchè è durata, per poi esplodere in tanti nuclei diversi, ciascuno con propria personalità, ed in questo caso è agevole individuare lungo quali percorsi si siano incontrati i tre protagonisti.
Tanghi, milonghe e cumbe animano il cuore del disco, ricco di storie e personaggi, emozioni, scampoli di vita quotidiana, ricordi e sentimenti: cè il rimpianto del protagonista di Milonga sentimental, che sembra presa da una soffitta astigiana di Paolo Conte, le memorie affettive di Cafetin de Buenos Aires, i legami parentali dei Parientes, (si vede dal naso che siamo parenti, gli stessi sorrisi, gli stessi commenti), la cultura culinaria espressa nelle rime, enfatiche e pesanti come certi sughi del sud, di Come si usa col ragù, il rancore di Chiquilin de bachin, l epoca fetente di Cambalache. Nel recitato Reyes Magoed in Y todo comenzò, lArgentina, di Girotto e Mangalavite fa capolino in modo diretto anche tramite luso della lingua madre, mentre a La calesita e La nona è affidato il compito di creare un immaginario di emozioni tramite i soli sassofoni e piano, ed il risultato è quasi una piccola colonna sonora per un viaggio dal ritorno incerto.
Alla fine , dopo Kunikarani, episodio meno melodico, tutto sviluppato sugli spigoli di un dialogo fra voce e sassofono soprano, sta forse la parte migliore di Parientes : Canta Nenè, un gioiellino basato sul refrain ritmico del sax baritono con una irresistibile sezione corale, e "Terra che canta non mente, inno al ritorno a casa, allappartenenza, giocato su un tema ripetuto dagli strumenti e quindi affidato alle voci.
Con grazia e leggerezza, come si usa da artisti che sanno parlare al cuore di chi ascolta.
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