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R Recensione

7/10

Effervescent Elephants

From The End To The Beginning

Gli Effervescent Elephants sono stati una delle migliori band della scena della neo-sixties italiana degli ’80, sicuramente una delle poche a potersi fregiare del termine “psichedelico”. Il nome deriva dal titolo di un pezzo di Syd Barrett ( “Effervescing Elephant” che si trova nel suo secondo disco ) ed è indicativo degli intenti programmatici del gruppo i cui suoni si rifanno alla psichedelia più ispirata inglese e americana.

Gli Elefanti Effervescenti si trovarono ad operare in un momento particolarmente vitale della musica underground in Italia in cui, molti gruppi, contemporaneamente a quanto avveniva in America e in Scandinavia, decisero di tornare a sonorità di matrice ’60 per reagire all’eccessiva freddezza della musica new wave allora imperante.

Fu una sorta di full-immersion a ritroso in sonorità garage-punk e psichedeliche la cui storia è approfonditamente raccontata dal bel libro di Roberto CalabròEighties Colors” edito da Coniglio Editore.

La maggior parte dei protagonisti di quell’epoca erano in realtà semplici garage-bands fra cui ricordiamo almeno i torinesi Sick Rose e i senesi Pikes In Panic.

Furono di meno invece coloro che abbracciarono l’autentico verbo “lisergico” fra cui, oltre agli Effervescent Elephants, è doveroso segnalare i No Strange ( forse i più completi di tutti in quanto a competenza e ampiezza delle influenze ), i Birdmen Of Alkatraz, gli Steeplejack ( di cui ho recentemente parlato qui su Storia della Musica ) i Liars e i Leanan Sidhe.

Originari di Alice Castello, vicino a Vercelli, alcuni membri del gruppo, fra cui il leader Lodovico Ellena, avevano un solido background di ascolti di musica psichedelica e progressive ed hanno avuto esperienze musicali nei ’70.

Gli Elefanti esordiscono nel 1986 con l’Ep “Radio Muezzin” e giungono alla pubblicazione del loro primo album “Something To Say” nel 1987 per la Electric Eye di Claudio Sorge, discografico e noto giornalista musicale che allora scriveva per Rockerilla.

Una volta esauritasi quella stagione, l’interesse di pubblico e critica si spostò però verso la nuova moda del momento ( nello specifico il nascente movimento “grunge” ) e, sui gruppi neo-60, calò il silenzio. Gli Effervescent Elephants ebbero in ogni caso il privilegio di una ristampa in cd ad opera della coraggiosa etichetta sanremese Mellow che ristampò nel 1997 tutta la discografia ufficiale.

Ora un’altra meritoria label, ovvero la brindisina Psych-Out, consegna alla storia un altro cd di materiale inedito degli Elefanti ( “From The End To The Beginning” ) che racchiude materiale inciso in cantina in un viaggio “psichico” a ritroso nel tempo e nello spazio dal 1990 fino agli anni ’80.

La qualità audio non è sempre impeccabile, tuttavia la magia che fuoriesce da questa musica è rimasta intatta e ci permette di gustare perle psichedeliche come l’anthem garage-punk “islamicoRadio Muezzin”, un classico della band irresistibile nel suo evocare atmosfere orientali. Il “feeling” e l’approccio sonoro grezzo e genuinamente lisergico degli Effervescent Elephants risplende in pezzi come l’evocativa “It’s Raining”, l’acidissima e orientaleggiante “Mistic Eyes” ( che si avvale di un testo di Van Morrison ) e la liquida ed espansa “LSD”, un autentico trip che ricorda le atmosfere e i viaggi stellari dei primi Pink Floyd.

Splendida poi “Three O’Clock”, un pezzo che non avrebbe sfigurato in un disco come “The Madcup Laughs” di Syd Barrett.

Il cd contiene anche frammenti dimenticati negli archivi della band come “Muezzin Impro” e “Floyd Pink” che mostrano, seppur in forma incompleta e con una qualità sonora deficitaria, gli orizzonti artistici di un gruppo che ha fatto della dedizione alla psichedelia una ragione di vita.

Un gruppo sicuramente da sottrarre all’oblio del tempo e che tutti gli amanti di rarità psichedeliche non dovrebbero farsi sfuggire.

 

 

 

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