R Recensione

7/10

Piet Mondrian

Misantropicana

Chi è Piet Mondrian? Un pittore olandese famoso per avere aperto la strada agli sviluppi della grafica e dell'astrattismo grazie ai suoi studi sulla trocomia e sul minimalismo. Chi sono i Piet Mondrian? Un duo (Michele Baldini – voce e chitarra e Caterina Polidori – voce, tastiere, batteria, percussioni) di Firenze che arriva oggi al primo cd dopo un EP autoprodotto. Cosa spinge una band ad usare il nome di Piet Mondrian? Forse perché, come il noto artista citato sul loro myspace, anche loro costruiscono “combinazioni di linee e di colori su una superficie piatta, in modo di esprimere una bellezza generale con una somma coscienza”?

Il cd si apre con Report 1, un brano elettronico con un testo sorprendente per l'acutezza e l'intelligenza, per l'ironia acida e dissacrante (il testo sarebbe da riportare per intero) sull'Italia di oggi, con i suoi tanti vizi e pochissime virtù. E proprio l'uso dell'ironia e l'originalità dei testi sono le caratteristiche che ritroviamo in quasi tutti i brani del disco. Come in Apocalippo, un vero colpo a sorpresa. Un testo splendido quasi recitato (stile Offlaga disco pax) pieno zeppo di aforismi geniali su cui si staglia il suono di una chitarra elettrica tirata e dura.

Ma anche dal punto di vista strettamente musicale il disco sorprende per la quantità delle influenze musicali messe in mostra. In Ho votato Lega fa la sua comparsa il blues, un blues sporco che si trasforma in un ritmo elettrico e sincopato per chiudersi in un riffone quasi hard rock. In Credo che per natura l'uom sia così è invece il funk a farla da padrone, per quello che potrebbe essere un omaggio alle musica per film anni '70, con tanto di apertura di flauto. Boogie Woogie si apre con un kazoo a cui segue il suono di uno xilofono, per una ballata giocata sul botta e risposta delle due voci.

Lascia perdere è il primo brano lento, cantato tutto a due voci, con ancora una volta un testo che viaggia almeno una spanna sopra le banalità della musica italiana (leggera o rock che sia). L'altra ballad splendida del disco è Un corpo. Ancora una volta il duo colpisce per l'acutezza del testo, una fotografia impeccabile della crisi economica e della precarietà del lavoro di questi nostri cosiddetti anni 0.

Stupisce la capacità di creare una canzone come Forse questo è amore, pop e dolce, dalla melodia vincente, a cui si contrappone un testo però cattivissimo e urticante (l'aria che respirate è piena dei gas di scarico delle vostre auto). Tutto questo, insieme al gioco del rimando delle due voci maschile / femminile, potrebbe far pensare ai momenti migliori dei Baustelle, ma i Piet Mondrian mantengono un'originalità loro propria, anche se è innegabile che l'uso delle due voci possa far pensare alla band di Bianconi.

Due voci che si amalgamano in maniera impeccabile anche in Una notte al Casinò, tutta giocata su un giro di basso ossessivo e suoni sintetici, e nell'altrettanto originale La situazione, accompagnata solo da poche note di una chitarra elettrica.

Splendida Il chiacchiericcio da cortile, che si apre con un campionamento di un bisticcio tra due donne in un tv show. Brano lento e cantato ancora con le due voci insieme, che si prendono gioco del chiacchiericcio da cortile che imperversa nelle nostre tv, nei finti reality show, nei programmi che speculano con la vita privata della gente.

Si chiude con Dogma, brano sulle vittime del fascino di una Idea, che si trasforma appunto in dogma. Dogma di cui i due dichiarano di essersi liberati (tutti i dogmi sono morti, tutte le tesi confutate, basta con le frasi storiche sulle magliette, staccati tutti i poster dei cantanti dalle nostre camerette). E' la logica conclusione di un lavoro il cui tema centrale è in fondo la demolizione dei luoghi comuni, di dogmi e stupidità assortite del genere umano

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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