C Capitolo 60 - L'ondata del new rock - pagina 1 di 7

60 - L'ondata del new rock (1/7)

L’inizio del nuovo millennio è salutato in tutto il mondo da una lunga serie di revival: mentre l’elettronica già comincia a guardare agli anni ’80 il popolo alternativo improvvisamente riscopre i suoni del garage, anche se in realtà parlare di garage è molto approssimativo e in parte pure inesatto: per essere precisi c’è una riscoperta di tutte quelle sonorità che tra la metà dei ’60 e la fine dei ’70 anticipano ( o accompagnano) la nascita del punk: il garage rock americano dei Sonics e dei Wailers, il proto-punk detroitiano di Stooges ed Mc5 e quello australiano di Saints e Radio Bridman e la New York di Velvet Underground e Television sono i punti principali di riferimento.

Bisogna considerare che il revival di questi suoni è un fenomeno che, anche se a sprazzi, prosegue da più di due decenni: negli anni ’80 la penisola scandinava e l’America erano stati attraversati, come noto, da un massiccio revival garage-rock portato avanti da gruppi come Nomads, Fleshtones e Hanoi Rocks. La tradizione di quei suoni negli anni ’90 era passata poi per la rilettura noise del blues da parte di gruppi di New York come Pussy Galore prima, Jon Spencer Blues Explosion e Royal Trux poi, per il lavoro instancabile di etichette underground come Estrus, Crypt, Bomp! e Sympathy for the Record e infine per fertili scene come quella di Detroit e di Memphis, dove la rilettura del garage veniva filtrata attraverso il blues, come nella musica dei Gories di Detroit, ed il rock’n’roll,come nei dischi degli Oblivians di Memphis.

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