R Recensione

8/10

The Fratellis

Costello Music

L’essenza della musica dei “Fratellis” è rappresentata nella sua totalità nei tre minuti e mezzo dell’iniziale “Henrietta”.

Dentro c’è tutto quello che questi tre ragazzi di Glasgow hanno ascoltato, amato e immagazzinato in questi anni e che ora ci propongono in un cocktail davvero sfizioso…

C’è la melodia fresca e spensierata, c’è il ritornello catchy, ci sono i coretti demenziali, c’è la chitarra aggressiva e tagliente e per finire una buona dose di energia, dinamismo e allegria.

Si potrebbe azzardare coniando l’orribile termine punk/britpop ma si sa quanto queste classificazioni lasciano il tempo che trovano.

Impossibile non pensare però al 1994 e al 1995, gli anni d’oro del brit pop.

Prendendo i Blur e il divertissement punk dei Supergrass degli esordi come riferimenti da cui attingere in abbondanza.

Il tutto viene arricchito da quel sempreverde gusto vintage che non guasta mai, quei riff e quello stile tipico delle nuove band U.k., Arctic Monkeys su tutti.

A differenza delle nuove leve anglosassoni però, questi “giocherelloni” hanno dalla loro parte una Qualità da non sottovalutare.

Non si prendono sul serio e sanno quindi divertirsi e divertire l’ascoltatore, grazie alla loro capacità innata e del tutto fuori dal comune nello scrivere inni pop scanzonati e coinvolgenti.

Dal refrain irresistibile di “Chelsea Dagger” alla veloce ed esplosiva “Creepin Up The Backstairs” con tanto di inizio che pare addirittura ammiccare ai nirvana e un’evoluzione decisamente più aperta e solare.

Dal ritornello da cantare in coro con una pinta di birra in mano al pub dietro l’angolo di “Baby Fratelli” alle vocine “demenziali” delle poppeggianti “For The Girl” e “Flathead”, passando per la sopracitata ed emblematica “Henrietta”, i saliscendi di “Cuntry Boys And City Girls” fino alle acustiche e ben riuscite “Whistle For The Choir” e “Ole Black’n’ Blue Eyes”.

Non c’è una sola canzone che possa essere definita brutta.

Neanche “Doginabag”, che grazie al suo riff portante dalle percepibili venature rock blues , si differenzia dal resto del disco creando così un’atmosfera più cupa e meno “colorata”, risultando comunque credibile e piacevole.

Siamo sempre alle solite, qui di innovazione e fantasia ce n’è ben poca.

Ne tantomeno una qualche minima citazione alla musica di Elvis Costello.

Abbiano soltanto tre nomi: Jon, Mince e Barry e un unico “fantasioso” cognome: Fratelli (un chiaro omaggio al film cult degli anni ’80: The Goonies) una combriccola di festaioli perditempo per un disco che non apre sicuramente nuovi possibili scenari da scoprire e studiare, ma riesce nell’intento di ricordarti che la musica “pop”, se fatta con classe, passione e soprattutto urgenza, rimane sempre una meraviglia anche quando non aggiunge nulla di nuovo in un panorama musicale ormai saturo.

Questi ragazzi lo sanno e ci regalano così uno dei dischi più divertenti e accattivanti del 2006.

Il classico debutto col botto.

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Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 12 voti.

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Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 16:14 del 27 marzo 2007 ha scritto:

Carucci

Ma secondo me sono poco originali. E poco coinvolgenti. Basterebbe sforzarsi un attimino in più...

fivestar (ha votato 9 questo disco) alle 20:19 del 14 aprile 2008 ha scritto:

Spaccano

è chiaro che ogni giudizio è da prendere con le pinze perchè i gusti sono una cosa personale, ma questo disco è davvero forte. Ogni singola canzone è carica di energia, è davvero musica che ti squote da dentro. Unica pecca...forse sono un po' monocorde come sonorità.

dario1983 (ha votato 4 questo disco) alle 21:29 del 11 aprile 2009 ha scritto:

quanti gruppi inutili ci sono in giro......

Sor90 (ha votato 6 questo disco) alle 1:20 del 16 giugno 2009 ha scritto:

D'accordo non propongono niente di trascendentale, ma come loro stessi dicono, vogliono solo divertire con la loro musica e allora che male c'è? Le belle canzoni ci sono se fossero più vari avrebbero un 7 sicuro

Roberto Maniglio (ha votato 7 questo disco) alle 1:54 del 16 giugno 2009 ha scritto:

Concordo con la recensione e con sor90. Esordio notevole, con molte belle canzoni. L'album successivo è stanco superficiale.