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7/10

TV Buddhas

TV Buddhas

La cosa più figa da sapere sull’ep dei TV Buddhas è che è stato registrato con una tecnologia risalente al 1970 usando un solo microfono durante una sola sessione di circa due ore. Da queste due righe dovreste già aver capito tutto, essendovi venuti in mente in primo luogo i White Stripes che analogamente si sono sempre distinti per questa scelta vintage e rétro. Anche i TV Buddhas, così come Jack White e tanti altri, sono pienamente inseriti in un’altra, meravigliosa, splendida epoca. Per loro gli anni ’80 non sono mai giunti e il rock’n’roll è ancora vivo e vegeto, in tutta la sua carica violenta e devastatrice.

Che a riproporci l’abituale impasto di garage, punk, wave e heavy blues sia però un trio di israeliani ora stanziati a Berlino che suonano come se fossero cresciuti a Detroit è però un fattore per certi versi nuovo e certamente affascinante. Figli della globalizzazione e della spettacolarità delle musiche rock, che Mark LeVine ci ha mostrato (nello splendido libro Rock the Casbah!) essere in piena espansione e diffusione anche nei paesi islamici nordafricani e del Medio Oriente.

Qui però davvero non è rimasto niente della cultura israelitica, anzi è tutto un puzzare di classici miti del rock: Let me sleep è un fatale incrocio tra gli intrecci estatici dei Velvet Underground, la dinamicità dei Rolling Stones e un pizzico della raffinata maniera di John Spencer & the Blues Explosion. Un brano dinamitardo seguito a ruota da Going out on Saturday: rock’n’roll fino al midollo, riffoni heavy, cantato alla Iggy Pop, e travolgenti cambi di ritmo alla MC5. Hip Street introduce un garage-punk più viscido, ammaliante, vagamente darkeggiante e in fin dei conti abbastanza lercio da meritare un posticino a fianco delle migliori produzioni degli Stooges.

Con Defies definition ci si avvicina ad un rock’n’roll primordiale e roboante più prossimo all’esplosione vitalistica degli MC5 mentre i due brani conclusivi dell’ep (Fast generation e Fun girls) recuperano un approccio più wave e calibrato: distaccato e non molto ispirato il secondo, più interessante è il primo (Fast generation), dove i Velvet Underground vengono frullati in una ballata wave che si accosta nettamente alla produzione dei Modern Lovers, con fughe alla Television squisitamente incisive. Questo è solo un ep. Un piccolo antipasto per un lp che dovrebbe uscire entro fine anno. Le premesse perché sia un piccolo botto ci sono tutte. Aspettiamo fiduciosi.

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