A Bianco, Rosso e Tequila!

Bianco, Rosso e Tequila!

Un piano, un contrabbasso, una chitarra, che con apparente semplicità, amalgamano ritmi blues, jazz e boogie. Vecchi classici, da “Spoonful” di W. Dixon a “Why are woman like that” di B. Charles, riagganciati in una chiave personale. Il risultato? Un disco ricco di grande musica. Loro si chiamano “ Trio Bakame”, all’anagrafe Luca “Ciube” Aliberti (voce e chitarra), Nicola Barbon (contrabbasso) e Omar Zanette (pianoforte). Li incontro in occasione del lancio del loro primo album: “Bakame Trio. Boogie/blues/ tequila”.

Bakame Trio, nome curioso…

Si…Bella storia, questa. Il nome è stato preso dal racconto che ha ispirato il film d’animazione “La città incantata” di Miyazaki. Nel racconto, si parla di questo negozietto di pescatori, dove vengono vendute lanterne, galleggianti, piuttosto che reti ed attrezzatura varia ed eventuale per la pesca…ecco in questo piccolo buco, ad intrattenere la clientela con il suo canto, c’è un pappagallo bianco, chiamato Bakame. L’idea del nome l’abbiamo presa da lui, da questo pappagalletto cantante, nome che inoltre, si abbina anche bene all’immagine del gallo che c’è nella copertina del nostro album, simbolo stesso del blues.

Qualche anticipazione sul vostro album…

Non ci sono grosse anticipazioni. Quello che possiamo dire è che noi facciamo il contrario di ciò che normalmente succede.

Cioè?

Normalmente accade che gli artisti prima registrano un album e poi c’è il tour. Nel nostro caso, si è trattato semplicemente di registrare in studio pezzi che sono nati on the road, che si sono evoluti in due anni di concerti live.

Come nascono i vostri pezzi?

Beh, ogni pezzo ha una propria storia. È ispirazione, solitamente accade che ho un’idea, che diventa un titolo poi un film dentro la mia testa e a quel punto chiudo gli occhi e butto giù il testo. Poi, passo questa creatura a Nicola e Omar, che la rielaborano, mettendoci dentro un delirio…

Un album di cover e pezzi scritti da voi…

Sì, ci sono alcune cover, la mia preferita è “Jokey full of bourbon” del grande Tom Waits ed alcuni pezzi nostri come “Avremo un bambino e non sarò io “o “Danzando sul confine”.

E che mi dici di “E bevo vin” forse, la canzone più nota, quella che tutti conoscono, che tutti ballano e cantano, ai vostri live….Infatti, nell’album  compare solo nel Bonus Track live…

Beh questa canzone è il vero frutto di un connubio tra la nostra improvvisazione e le persone che ci seguono. Suonavamo ad una festa in piscina, l’atmosfera era festosa, la gente allegra, così come noi…e sono partite le note e le parole…qualche tempo dopo, durante un altro concerto, in un’ostera, quando nessuno di noi si ricordava più di questo ritornello, le persone, da nulla, hanno iniziato a cantarlo…e noi li abbiamo seguiti. È stato sorprendente! E sciacalacalacalà…. È il verso che fanno certe donne…a voi l’interpretazione. Avremo un bambino e non sarò io… È una fotografia, di quello che succede in una relazione uomo e donna. C’è un incontro poi forse l’amore, ci sono magari anche figli, ma dentro ogni uomo, in realtà c’è sempre un bambino, che a volte, non si sa perché, ha voglia di mandare tutto in va…ed esce a bere vino, mentre, dentro ogni donna c’è sempre una mamma, che a volte gli strilla…

Ti strillano spesso?

Per fortuna no…(Luca Ciube sorride) Danzando sul confine… Anche questa nasce da una situazione reale. È come quando a volte ti senti solo ed esci, magari finisci in un’osteria e osservi le persone, magari parli con la cameriera magari, lei ti sorride e ti domandi se lo fa davvero o se è solo una maschera..

Amate esibirvi dal vivo

Sì, il bello di essere un musicista è questo, suonare e cantare avendo la gente intorno, che siano dieci o cento, non importa, è l’atmosfera, l’elemento importante, quello che ci fa divertire e sperimentare…

Vi lasciate trasportare molto dal mood quindi….

Beh, accade spesso…per fortuna Nicola e Omar riescono ad incalzarmi sempre. C’è una magica sintonia musicale tra noi, una pura energia e riusciamo a seguirci a ruota ogni volta che qualcuno di noi cambia la base o si lancia in un assolo…è come se fossimo tre catalizzatori musicali…

Quindi, mi pare di capire che ad ogni concerto c’è sempre una sorpresa…

Sì, non è mai la stessa cosa. Ricordo che una volta, ho fatto un assolo di un quarto d’ora. Ero completamente rapito dalle note e dalle emozioni…Paolo, il nostro manager, mi ha detto poi che la gente era tutta pietrificata ad ascoltarmi…non l’ho più fatto. Perché? Perché sono momenti, perché siamo persone, perché è andata così. L’estro, non è qualcosa che arriva a comando.

Da come ne parli, sembra sempre che tu sia sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, sembra quasi che non sei mai soddisfatto…

Una volta, non ricordo se l’ho letto o se ho l’ho visto uno di quei film che faccio nella mia mente quando compongo, forse l’ho sognato. Beh, ho immaginato di andare da un personaggio mitologico della musica per chiedergli un consiglio e la sua risposta è stata “non sta pisae fora dal bocae”.

Cioè?

Fare bene ciò che sai suonare senza troppe paranoie. Da quel momento mi sono rilassato, ho smesso di stare chiuso in casa a suonare e sono uscito. Se non vivi, se non esplori, se non ti emozioni, puoi diventare magari tecnicamente bravo, bravissimo ma rimani chiuso in una stanzetta, con la tua chitarra e tutto il mondo fuori. Per avere idee e ispirazioni bisogna uscire, vivere, confrontarsi, solo così, trovi gli elementi che poi servono per creare. Bisogna far entrare il mondo dentro sé per poi, proiettarlo in note e parole.

Dove suonerete prossimamente?

In giro per il Veneto, Friuli ed Emilia Romagna. Tutte le nostre date, le trovate sul nostro myspace: www.myspace.com/bakamehouse oppure in facebook facebook.com/bakame.trio

Lascio i Bakame Trio prepararsi per il concerto, ordino un buon bicchiere di vino rosso e mi siedo in un angolo, pronta ad ascoltare la loro musica… Die old, live fast, feel free, enjoy! yole

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