A Beatles

Beatles

I Beatles furono un buon gruppo pop-rock inglese degli anni ’60. Oggetto di una campagna pubblicitaria fra  le più tempestive, abnormi e durature della Storia, la “Beatlemania”, i Beatles divennero presto un oggetto di culto per folle di ragazzine urlanti, adorazione che si estese presto a commenti affettuosi da parte di numerosi “colleghi” musicali, per finire con una profonda stima da eminenti musicisti classici/jazz e musicologi di ogni risma – forse il picco tragicomico del fenomeno si ebbe con gli 11 anni spesi dal musicologo Alan Pollack per analizzare ogni singola loro canzone. Ad ogni modo, la loro carriera musicale dagli inizi fino alla fine del ’65 si concretizzò più che altro in una serie di canzoncine orecchiabili (che, gira e rigira, resta l’archievment che li definisce) come She Loves You, A Hard Day’s Night, I Should Have Known Better, Yesterday, Ticket to Ride, Norvegian Wood e Michelle. Finora la loro missione era pressapoco stata l’arianizzazzione del rock ‘n roll di Chuck Berry e il discepolato di Buddy Holly, nonché un ampio utilizzo di coretti vocali. Approdarono comunque a Revolver (1966), che rimane uno degli album pop più sperimentali del periodo, forte soprattutto di I’m Only Sleeping, Eleanor Rigby e Tomorrow Never Knows; ora la produzione di George Martin era diventata cruciale, e difatti definirà gran parte del sound della band fino al ’69. L’importante singolo Penny Lane/Strawberry Fields Forever, tipico ormai della loro ambiguità (un pop barocco e una strana marcetta allucinata) confermò la svolta pop-psichedelica, che però portò a uno sconclusionato concept album (che pur contiene A Day in the Life); altri brani del periodo sono I Am the Warlus e Hello, Goodbye. I Beatles seguirono poi il riflusso contry/traditional con uno sciagurato album (doppio!) che però contiene l’iperboogie Helter Skelter, l’originale Happiness is a Warm Gun e l’appassionata While My Guitar Gently Weeps (con grandi soli di Eric Clapton), ma poco altro. Infine, il fascino per il rock progressivo li portò a registrare Abbey Road (1969), album sorprendentemente solido nonché apice virtuosistico di George Martin. Si sciolsero l’anno dopo.

R Dischi di Beatles