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7,5/10

Mirco Menna

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Mirco Menna ci presenta il suo nuovo disco con un divertente gioco di parole nel titolo, che richiama il celebre brano di Luigi Tenco, ricordandoci contemporaneamente che questo è il sesto disco del cantautore bolognese. Ancora una volta l'ironia è una delle matrici principali nella scrittura del cantautore bolognese. Quella delicata e graffiante a un tempo di “Tutto il resto”, che descrive cosa siamo diventati, con un andamento che lo stesso autore definisce garage bossa, guidato dalla fisarmonica, e quella più sarcastica di “Falena”, con un paragone originale tra l'uomo, che va incontro al proprio destino senza tentare di cambiarlo, e la falena che sfrigola contro la fiamma. Una ballata in cui si uniscono percussioni e ocarina, con un testo fa riflettere sui comportamenti autodistruttivi della nostra specie (“ci faleniamo con cura, sfrigoliamo al momento opportuno, passa il buon senso e passa la paura”).

Anche nel primo singolo estratto, “E parla”, non manca una bella dose di ironia. Un brano ritmato e allegro, guidato dalla fisarmonica, in cui ancora una volta l'autore si diverte a ironizzare sulla società contemporanea e sull'abuso dei mass media e dei social media, che ci hanno trasformato in opinionisti e tuttologi, anche quando non si hanno argomenti, e soprattutto senza contradditorio (“così dissenta senza rivali dai suoi stessi dissentimenti, così disserta dei beni e dei mali nel deserto degli argomenti”). Brani in cui emerge la capacità di Mirco Menna di parlare di temi importanti sempre con leggerezza, strappandoci un sorriso.

In altri brani l'approccio diventa più serio, e lo sguardo dell'autore, sempre attento e puntuale sui difetti dell'uomo contemporaneo, si fa più duro. Con “In fondo in fondo”, ballata trainata dal ritmo della tammorra, stigmatizza i “compiaciuti di compiacere ogni richiesta”, quelli sempre in posizione passiva, “a volersi servi e restare al proprio posto”. Sorprende “L'emergenza”, una canzone d'autore a tempo di tango dove ancora una volta spicca la fisarmonica di Massimo Tagliata, scritta oltre dieci anni fa, sembra che parli proprio del nostro presente (“è l'urgenza di una nuova emergenza, di un'altra calamità, mantenere alto il tasso del morale basso, naturale possibilità per il nostro signore, dacci oggi il nostro orrore e poi proteggici”).

Non manca nel disco un lato più intimo, come il sentito omaggio alla ex presidente dell'ANPI Carla Nespolo, scomparsa lo scorso anno, di “Canzone per Carla”, per il quale Menna sceglie un arrangiamento minimale di chitarra e flauto, la riflessiva e personale “Certi pensieri”, o le emozioni del primo amore raccontato nella ritmata “Primo bacio”, con la tromba di Maurizio Piancastelli che si insinua tra le strofe.

La riuscita del disco è merito anche di questo gruppo di musicisti (oltre ai citati Piancastelli e Tagliata, Roberto Rossi a batteria e percussioni e Max Turone al basso), amici del cantautore bolognese prima ancora che collaboratori, che riescono a dare a ogni canzone un vestito originale e adeguato, con i quali Menna ha arrangiato i brani registrandoli in presa diretta. A loro si aggiungono alcuni ospiti, tra cui spicca Carlo Atti al sax in “Ti prometto”, uno splendido brano venato di blues. Chiude il disco la cover della bellissima “Canzone per te” di Sergio Endrigo, eseguita in solitario solo voce e chitarra.

Tra canzone d'autore e ballate, tammurriate e blues sghembi, tanghi e reggae, Mirco Menna si conferma ancora una volta, per temi trattati e originalità di scrittura, uno dei cantautori più eclettici del panorama italiano.

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