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R Recensione

7,5/10

Rigolò

Slangenmensch

L'immagine che il contorsionista rimanda è quella di un'armonia che ha quasi del soprannaturale, quella di un'eleganza dovuta al paziente esercizio, e alla padronanza dei muscoli. Trasportate la metafora in musica, ed ecco il debut album dei Rigolò, progetto musicale capitanato dall'ex Comaneci Andrea Carella.

In Slangenmensch (contorsionista in tedesco) il primo movimento è senza dubbio il più bello: l'album apre con Hellas, da cui i Rigolò hanno tratto un affascinante video che campiona le immagini della magnifica Odissea televisiva di fine anni Sessanta con Irene Papas e Bekim Fehmiu, bellezza mai più raggiunta in tv.

I Rigolò sono adattissima colonna sonora: Hellas è una meraviglia anglo-mediterranea impreziosita dal violoncello di Jenny Burnazzi (che in tutto il disco è come una seconda voce su quella, magnificamente soffiata, di Carella). Al basso, Massimiliano Rassu chiude la perfezione del tre. La chiarità olimpica di Hellas lascia poi spazio a contorsioni più scure in Out of This Town: gli archi che mostravano la rotta tra le chiare acque greche si distorcono qui in più fredde tempeste di pioggia nordeuropea. 

Growing ha il tiro in crescita del miglior rock anglosassone, l'elegante Keep Down Your Dark Side si tuffa in sovrapposizioni vocali per esplodere delicatamente in un folk rock con accenti improvvisamente psichedelici.Crows On My Head e The Soldier sono ballate di suggestiva raffinatezza.

E il disco si chiude con una splendida Ninnananna in cui torna a soffiare quel vento anglo-mediterraneo che caratterizza tutto il lavoro dei Rigolò: "Don't be afraid of the sky, my son, don't be afraid of the sea", e la musica si staglia, limpida e tempestosa, tra Atena e Thor, dall'Egeo al Mare del Nord.

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Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 10 voti.
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mary 10/10
REBBY 6/10

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