Catapilla
Changes
Catapilla è la corruzione linguistica di caterpillar ossia lequivalente in inglese della parola bruco, ed è proprio il disegno di un bruco dagli occhi rosso fuoco che erode la foglia di una brassicacea che Martin Dean (fratello di Roger) ha utilizzato per la copertina di questo disco.
I musicisti che suonano in questo album sono Graham Wilson (chitarra), Ralph Rolinson (tastiere), Carl Wassard (basso elettrico), Brian Hanson (Batteria), Robert Calvert (sassofono) e Anna Meek (voce).
Il disco si apre con Reflections che oscura, ossessiva e misteriosa si dispiega ora liquida di riverberi ed echi, lenta e cogitabonda, quindi decisa e marziale in un perfetto equilibrio fra le suggestioni jazz allacqua di rose del sax che improvvisa in maniera misurata e il funk sincopato della chitarra wah-wah e del wurlitzer, fino a risolversi in una serie di vocalizzi stranianti. La voce scura ma dotata di discreto falsetto della Meek riesce a convincere e a farsi perdonare qualche piccola imprecisione legata ad alcuni passaggi al limite delle possibilità tecniche di questa strumentista e ad attirarci dolcemente in un mondo onirico e desolato fatto di doppi, di echi dimmagini riflesse e di posti ghiacciati.
Più convenzionale e quasi ammiccante a certi Van Der Graaf Generator, dallincipit swingato e dallintermezzo funky furibondo è Charging Cross che narra linquietante incontro di sguardi fra due persone in una metropolitana; anche qui latmosfera è cupa e si intuisce tragica ma i testi risultano sempre criptici, mai troppo definiti. Molto espressivo e ricco di pathos è lassolo alla Gilmour che chiude il brano e la prima facciata del vinile.
Thank Christ for George appare fortemente permeata da reminiscenze psichedeliche, ancora una volta sono presenti sempre il sax di Calvert e la voce della Meek come elementi guida della composizione che sembra però più immediata e rozza, quasi una jam session costruita principalmente sullimprovvisazione. Ma ciò che è guadagnato in termini dimmediatezza non riesce a compensare un calo di creatività nella scrittura.
Lultimo brano, It could only happen to me, è un decoroso pezzo strumentale che non aggiunge nulla a quanto precedentemente ascoltato.
Nonostante il lato A di questalbum risulti più avvincente del secondo si tratta nel complesso di un buon disco fatto di un jazz-rock ossessivo e cupo, con legami ancora rintracciabili con la psichedelia e attitudine per la sperimentazione effettistica e limprovvisazione. Sicuramente imperdibile per gli amanti del genere può rappresentare un buon viatico per il jazz-rock ed il progressive rock per chi non è avvezzo al genere essendo privo di tempi dispari come anche delle dissonanze che possono esser più presenti in altri gruppi. Inoltre il livello tecnico omogeneo e non stratosferico dei musicisti mette lascoltatore al riparo dalleccesso di ostentazione di virtuosismo che i detrattori rimproverano al progressive rock.
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