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9/10

Le Luci Della Centrale Elettrica

Le Luci Della Centrale Elettrica

Non vengono recensite molte autoproduzioni sulle pagine di Storia, ma questo lavoro di Vasco Brondi da Ferrara, noto anche come Le Luci Della Centrale Elettrica, merita davvero uno strappo alla regola.

Nella desolazione del panorama indipendente di questi ultimi mesi, queste dieci tracce sono davvero un disperato urlo nel deserto, storto e sincero come l'esordio dei Wolfango, assoluto tanto da staccarsi dalle labbra e includere in una bolla tutto lo sconcerto e la stanchezza per/di una generazione o meglio un popolo intero che si lascia andare alla deriva. Scorie CCCP esibite fieramente in segno di scherno ma anche come una delle pochissime rappresentazioni musicali possibili per un mondo piccoloborghese che s'appiglia nel vuoto d'idee d'una marea indie pop che continua imperterrita ad avanzare. “Proteggimi dai lacrimogeni e dalle canzoni inutili” urla Vasco ed è come se - con il mantra di “Lacrimogeni” (forse il pezzo più riuscito del demo) - riuscisse finalmente a squarciare quell'apparenza agiata e benestante e così glamour della quale si sono rivestite tante band indipendenti che si divertono ad assumere pose che non sono loro, che non ci appartengono, mentre l'Italia e il mondo intero continua ad andare a rotoli, e nessuno alza la testa dalle sue All Star per rendersi conto che qui non siamo in UK, che tutte quei sorrisi tenui e tutti quei testi buoni solo per dondolare la testolina ci sono rimasti in gola e bruciano nello stomaco come un boccone mal digerito.

Vasco Brondi spazza tutto via come un tornado che ci libera finalmente della nostra angoscia. E lo fa, magari con ingenuità, ma soprattutto fregandosene d'assomigliare ai suoi maestri, o di suonare innovativo. Se dire agli Offlaga che possono richiamare alla mente i CCCP può causare sui loro volti diverse smorfie, LLDCE invece ce lo dice chiaro e tondo: Giovanni Lindo Ferretti e Rino Gaetano. Ci si può sentire anche qualcosa dell'esordio dei Marta Sui Tubi, soprattutto nei testi, nei climax verticali dell'album seguiti da vortici acquatici e ipnotici. Ma se loro trasfiguravano la vuotezza disperata in altri mondi possibili, e tentavano anche un'obliqua ricerca stilistica, Vasco si spoglia e guarda in faccia alla realtà e lo fa con una spontaneità e una ruvidezza che non si sentiva da parecchio tempo. Certe volte lo fa anche con ottica politica, ma mai da una visuale cieca alle contraddizioni come i tanti gruppi che vivono con le feste di partito. C'è quello scarto che ti fa capire che anche le riflessioni politiche non vengono da qualche stramba teoria ma da esperienze vissute, vissute in modo struggente e col coraggio di guardare in faccia all'assurdità della vita (“Precaria era l'aria / Ma anche l'acqua della doccia / Ma se ci fosse un volo a basso costo della Ryan Air / Giuro che ti raggiungerei [...] / Arrivava via internet la sera / E ti deludeva”). E il tutto dalla benestante e benvestita e pigra e ipocrita Ferrara, che si riflette nello scorrere dei raggi delle biciclette e nell'insegna della Coop, “la città degli attacchi d'asma” che a forza di Ventolin cerca di reprimere tutta l'ansia e la violenza che striscia giù per gli scoli e continua a strisciare sotto alle piste ciclabili. C'è anche tanta ingenuità, ma tutto è sconvolto e schiacciato dall'urgenza e dall'oscura necessità che si arroventa nelle nostre e nelle sue viscere.

Un esordio che ridà speranza alla scena indipendente italiana, sempre più ripiegata su se stessa a rimirarsi l'ombelico. Finalmente qualcuno che parla di ciò che succede davvero, di ciò che occupa i discorsi della gioventù che ha smesso di vivere in un telefilm americano per ritrovarsi in una stanza in subaffitto a riflettere sull'ennesimo lavoro interinale. Un disco da cantare a squarciagola per assolvere finalmente alla sua missione catartica. E chiunque ci metterà le mani in qualche sala d'incisione non potrà che corrompere la sua sporca disperata e spoglia (im)perfezione.

Sul foglio fotocopiato e graffettato che copre il cd leggiamo che questo è stato “registrato il diciannove e il ventuno di dicembre nel container di e da fedeviola” e che è stato “mixato i primi di gennaio tra atroci ubriacature da fedeviola e noi due”.

Uno dei 4-5 lavori da salvare nel panorama italiano di questi (e ormai si può già dire) inutili e sbiaditi anni '00.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 26 voti.

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target (ha votato 9 questo disco) alle 15:53 del 25 settembre 2007 ha scritto:

Ferrara elettrica

Interessante (ma riusciremo mai ad ascoltarlo?). Mi sa di Babalot, almeno nei testi e nella grezzezza. E poi Ferrara mi è cara, Ferrara di cui un suo cittadino illustre scriveva: "Triste città, / dove tutti gli amanti / potrebbero trovare ispirazione / a suicidarsi". E poi compose poesie elettriche che magari con questa centrale fa un po' di contatto. Approfondirò (-rei).

chantalle (ha votato 8 questo disco) alle 16:15 del 25 settembre 2007 ha scritto:

Le luci...

Per target: riuscirai di sicuro ad ascoltarlo, se lo cerchi bene già lo trovi...poi vedrai che prima o poi qualcuno ci mette le mani e allora magari diventerà ancora più facile. Con babalot non ci vedo tanta attinenza però...

Comunque...ce n'è parecchia di gente interessante che non si cura troppo dell'hype e non si annusa solo le scarpe da mattin a a sera, è solo che per poter conoscere i loro lavori bisogna talvolta lasciarsi andare ad ascolti poco reclamizzati, ed essere anche un pò fortunati.

Ottimo e debordante il ferrarese.

Marco_Biasio (ha votato 8 questo disco) alle 19:08 del 25 settembre 2007 ha scritto:

Hum

Vedo. Leggo. Annuso. Scorgo. E quello che riesco a capire, mi piace. Bello il MySpace, ma... forse il voto lo diminuirei di mezza stella. Un saluto caloroso alla grande Chantalle (bellissimo il tuo ultimo cd

Marco_Biasio (ha votato 8 questo disco) alle 19:10 del 25 settembre 2007 ha scritto:

Un consiglio spassionato...

Visto che mi sembri sensibile alla scena musicale -moribonda- italiana, ti do un altro nome di forte impatto, che spero ti piaccia: loro sono i Petrol e il cd si chiama "Dal Fondo", uscito per Casasonica a marzo di quest'anno. Li ho anche recensiti: se vuoi farti un giro...

bradi$ismi, autore, alle 21:54 del 25 settembre 2007 ha scritto:

grazie del consiglio...

cercherò di recuperare i Petrol! Per target: LLDCE ha un suo myspace dove puoi ascoltare qualche pezzo e vedere se ti garba - complimenti per i versi al cittadino illustre

target (ha votato 9 questo disco) alle 7:41 del 26 settembre 2007 ha scritto:

Ferrara elettrica - Pt. 2

Ci sono passato iersera per myspace: piromani si muore promossa a pieni voti. Il resto mi ha ben impressionato soprattutto per i testi (e in quella quotidianità disastrata ci sento un po' babalot, chantalle: in effetti musicalmente non c'entra). I versi sono di govoni, e anche a faenza calzerebbero bene... e pure a treviso. La provincia.

Fufi Saintz (ha votato 7 questo disco) alle 15:44 del 30 settembre 2007 ha scritto:

Bello bello ma

Proprio bello, e io di Ferrara ne so qualcosa, pure della scritta Coop e del resto; ci avrei messo anche la sportona rotante del Billa, che adoro..

A parte ciò, bel disco e complimenti per il coraggio ma non griderei al miracolo: c'è tanto manierismo e gusto autoreferenziale per la parola, e certe volte non mi pare si parli proprio della piccola Ferrara ma di una città che esiste solo nella mente del signor Brodi.

Inoltre questo disco ha lo stesso voto di album nettamente migliori (e dai quali del resto lo stesso Brodi ha preso qualcosa - e spesso anche di più): Offlaga, Marta, Marlene, Cccp. E riguardo al cantautoriale è molto più complesso, polemico, coerente, originale e meno stucchevole il lavoro del Teatro degli Orrori.

Fufi Saintz (ha votato 7 questo disco) alle 15:45 del 30 settembre 2007 ha scritto:

Il voto!

Orco, ho scordato il voto!

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 20:12 del 5 ottobre 2007 ha scritto:

é vero! sono uno dei pochi gruppi che alzano la testa in modo schietto e senza troppi doppi sensi contro un conformismo imperante (in arte e non). apprezzabile quindi per la rabbia e per la lucidità delle liriche...

Alessandro Pascale (ha votato 9 questo disco) alle 0:04 del 24 novembre 2007 ha scritto:

finalmente l'ho recuperato

e mi rendo conto di essermi perso davvero tanto finora. Posso dirlo? Miglior disco italiano dell'anno. Per affinità sonora sta un gradino sopra ai dischi dei teatro degli orrori, dei Fuzz orchestra e dei petrol (che cmq sono più leggeri questi ultimi). I Verdena han fatto un gran disco ma troppo derivativo verso i Qotsa. I Giardini di Mirò non mi sembrano avere la potenza e la carica di queste tracce davvero meravigliose: scarne, essenziali, dosate il giusto, rabbiose e liriche, dai testi eccezionali. Forse l'unico disco italiano che si avvicina per qualità è quello degli Altro ma lo ritengo cmq inferiore per la durata troppo corta. Forse ora come ora mi dimentico qualcuno ma sono davvero rimasto folgorato da questo piccolo grande capolavoro. Per quanto mi riguarda sfiora la perfezione. E non gli dò 10 solo perchè avrei voluto ancora un 3-4 pezzi per raggiungere i canonici 40 minuti

Marco_Biasio (ha votato 8 questo disco) alle 22:46 del 8 gennaio 2008 ha scritto:

Veramente impressionante

Trovo il 9 un po' esagerato, come dissi già qualche tempo fa: concordo parzialmente con Giorgio Canali quando, in un'intervista di tempo fa, lo elogiò, attribuendo però alla sua sezione musicale un compassionevole "pallosissimo monocorde". Si può e si deve migliorare, sotto quell'aspetto. Ma per essere un inizio dal nulla(autoprodotto perdipiù è davvero folgorante.

kiarab11 (ha votato 9 questo disco) alle 14:23 del 28 maggio 2008 ha scritto:

BRAVO VASCO!!

i capolavori non so riconoscerli, quindi per me è eccezionale. Vasco ricorda Rino Gaetano, un po' più incazzato e malinconico. Non lo trovo stucchevole e non grido al miracolo: mi ha colpita ascoltarlo ma mi ha folgorata dal vivo. Energia, ironia e forse un po' di imbarazzo da parte sua, quasi a dire "ma che ci faccio qui?". Dal vivo va visto, assolutamente. Lo promuovo a pieni voti, le sue canzoni girano nel mio lettore da un po', prima la demo e poi CANZONI DA SPIAGGIA DETURPATA.

Sig. Bergamini, magari poteva informarsi un po' meglio e scoprire che il cd ha un titolo e che Vasco si chiama Brondi!

bradi$ismi, autore, alle 14:59 del 28 maggio 2008 ha scritto:

grazie per

il Sig. Bergamini ma Mattia è più che sufficiente; mi scuso dell'errore sul cognome dovuto non so a quale svista, forse al correttore automatico di Word (maledetto!), per quel che riguarda il titolo la recensione si riferisce al demo e non al disco di cui parli, ma sulla sostanza comunque mi sembra che siamo abbastanza concordi

kiarab11 (ha votato 9 questo disco) alle 15:04 del 28 maggio 2008 ha scritto:

RE: grazie per

Scusa per l'incomprensione demo/cd.

A questo punto aspetto una recensione anche sul cd!

simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 16:11 del 24 settembre 2008 ha scritto:

Santo Dio ce l'ho fatta, l'ho ascoltato. Il disco inditaliano più chiacchierato dell'anno. Meglio tardi che mai. Tanto rumore per nulla mi verrebbe da soggiungere, nel senso: il ragazzo è bravo, scrive in modo talmente impudico e torrenziale che fa tenerezza e alcune trovate non sono male ("cosa racconteremo di questi anni 0 ai figli che non avremo" è notevole, ad esempio), però se non è De GRegori (nei brani più riflessivi), è Rino Gaetano (ma senza il suo umorismo criptopasoliniano), altrove (nel peggiore dei casi) raglia come il Vasco Rossi di "Fegato Spappolato". Insomma dov'è la novità? Boh, a ragione comunque chi dice che Canali non gli ha reso un buon servizio: la voce è mixata malissimo e le parti di chitarra grezzissime, fra le altre cose. Promosso a settembre.

simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 16:13 del 24 settembre 2008 ha scritto:

Merda il commento era per l'altro disco, perdonatemi.

Paranoidguitar (ha votato 6 questo disco) alle 15:14 del 30 dicembre 2008 ha scritto:

si esagera sempre in un verso o nell'altro

Mr. Wave (ha votato 7 questo disco) alle 22:07 del 13 aprile 2009 ha scritto:

Il demo autoprodotto è decisamente superiore a 'Canzoni Da Spiaggia Deturpata'. Infatti, dopo una serie d'ascolti, l'ho trovato di gran lunga più coriaceo ed espressivo rispetto al successivo lavoro. [voto: 7.5]

target (ha votato 9 questo disco) alle 23:24 del 21 marzo 2012 ha scritto:

Ricapito qui a distanza di tempo. Rileggo la recensione di Mattia (vogliamo ricordarlo che fu tra i primi a parlarne?) e mi accorgo che c'è praticamente tutto, a partire da questo: "E chiunque ci metterà le mani in qualche sala d'incisione non potrà che corrompere la sua sporca disperata e spoglia (im)perfezione". Ecco, c'è tutto ancora prima che accadesse, perché in realtà quanto contava era già accaduto. Un grazie ancora a Mattia per averci fatto scoprire Brondi nei mesi in cui ne valeva (moltissimo) la pena, quando l'incazzatura era ruvida e scorticata perché altrimenti non poteva essere. E condividerla era cosa naturale. Toh, il demo ce l'ho qua a casa (Brondi avrà ancora il numero di cellulare scritto sul foglio che impacchetta il cd? eheh) ma non l'ho mai votato. E votiamolo.

simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 12:00 del 20 luglio 2014 ha scritto:

"...lasciando come ultime volontà le poesie di Villon". Quoto pienamente Targ. Rivalutato nel corso degli anni. Anche alla luce dell'ultimo. Rivoto 8.

gallico alle 8:46 del 18 luglio 2014 ha scritto:

Sì un misto di Ferretti, Gaetano e altri pallosissimi monocorde.

Voto 6 per l'apprezzabile scelta indipendente di spendere poco sulle riprese e il mixaggio.