V Video

R Recensione

7/10

Lo Stato Sociale

Turisti della Democrazia

C'è un filo rosso (in tutti i sensi) che lega i casi musicali de Lo Stato Sociale ad altre realtà indie di successo come Le Luci della Centrale Elettrica, Ministri e I Cani. Denigrati e disprezzati da più parti dello stesso popolo “alternativo” (specie quello più elitario, cioè dalla critica musicale) questi quattro gruppi hanno però successo perchè riescono a rappresentare i sentimenti, le ansie e soprattutto i modi d'essere di tanta parte della gioventù italica che rifiuta di omologarsi alla società odierna, vissuta in maniera straniante e dilaniante (vedi Mi sono rotto il cazzo, che poi è lo stesso leitmotiv di Noi fuori dei Ministri).

Questo autoisolamento sociale-culturale di gruppo si pone in continuità con certi filoni passati della controcultura e della canzone di protesta, ma vi riesce solo in parte, e forse non ha neanche tanto desiderio di portare fino in fondo questo processo di identitarismo. L'adesione al circuito indie, con tutto quel che ciò vuol significare in termini di adesione sottoculturale, è palese (così come per I Cani d'altronde), e giunge a felici esiti di autoironia (Sono così indie), anche se riduce il bacino di ascolto a settori sociali minoritari in buona misura capaci di estraniarsi criticamente dai circuiti dell'industria culturale.

Quello che però rende così simili Lo Stato Sociale agli altri gruppi sopra citati è l'incapacità di incanalare la protesta e la rabbia in qualcosa di politicamente costruttivo (“me ne vado chissà dove / a cercare lo stesso benessere / in un luogo dove non siano richieste tessere” da Cromosomi). Ne consegue che al di là di qualche sfogo più o meno retorico e rivendicativo di un'appartenenza sinistroide (“va bene lo ammetto odio il capitalismo” sempre da Cromosomi, che ricalca un po' il tenue antifascismo evocato con sprezzo da I Cani ne I pariolini di 18 anni), ogni riferimento rimasto è quello ad un'appartenenza passata, pensata con nostalgia e un po' di rancore (“Il partito negli ultimi ventanni è andato a puttane” da Ladro di cuori col bruco) ma senza che ciò sia capace di suscitare un compito individuale di qualche tipo (come invece ad esempio è rimasto nella memorialistica di lotta degli Offlaga Disco Pax che pezzi come Piccola storia ultras ce li hanno nel sangue).

La conseguenza, figlia (inconsapevolmente?) del famoso “berlusconismo” (che fa molto rima con individualismo e capitalismo...) esploso negli anni '80, è il classico rifugio nel privato e nel travagliato campo del sentimentale (Amore ai tempi dell'Ikea, che rimanda fin dal titolo a L'amore al tempo dei licenziamenti dei metalmeccanici di Le Luci della Centrale Elettrica), in cui prevalgono disimpegno (Vado al mare), divertissement sociologici (Quello che le donne dicono), tanto sdegno e rancore travolgente (e un po' aristocratico, diciamocelo), voglia di ballare e divertirsi, e anche un po' di riuscite immagini poetiche sparse qua e là.

In definitiva il vero dato che caratterizza Turisti della Democrazia è il fiume di parole che invade in maniera straripante l'aria musicale, mettendo in secondo piano basi musicali dagli spunti ridotti e limitati che fanno ampio ricorso all'effettistica digitale (siamo un po' sulla scia de I Cani in quanto a ritmo, stile e genere). Sono quindi le liriche, per quanto bistrattabili e attaccabili in più punti, ad essere il vero motivo di interesse e di successo del gruppo di questi “compagni discotecari”. Sentenziano, sbraitano, giocano, sparano una buona dose di cazzate, ogni tanto fanno i seri, ricordano eventi e personaggi importanti (Federico Aldrovandi e Carlo Giuliani... in Abbiamo vinto la guerra), divertono, riflettono, in maniera amara e sguaiata, con una densità verbosa e geniale che negli ultimi anni è stata raggiunta solo dagli Uochi Toki.

Il giudizio definitivo è quindi positivo, nonostante tutte le riserve (musicali prima di tutto, oltre che testuali e contenutistiche). Perchè di gruppi esordienti come Lo Stato Sociale in questo paese ce n'è davvero un gran bisogno, nonostante tutto. Sperando che crescano, non si svendano, maturino, e sappiano diventare un punto di riferimento musicale per quei tanti giovani che oltre a constatare la degradazione del mondo circostante lavorano ogni giorno per costruirne uno migliore.

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Manci01 7,5/10

C Commenti

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nebraska82 (ha votato 2,5 questo disco) alle 0:22 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

"denigrati e disprezzati" non direi, ne parlano bene pure su Blow UP...."modi d'essere di tanta parte della gioventù italica che rifiuta di omologarsi alla società odierna"..a me sembra una gioventù molto conformista, ma forse sono vecchio io. a me questi sembrano proprio senza speranze, evitiamo di scomodare gli Offlaga.

Franz Bungaro (ha votato 7 questo disco) alle 9:49 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

Bravo Alessandro! Condivido appieno la tua analisi ed il tuo giudizio. I critici musicali che li hanno distrutti e insultati, anche ultimamente, sono solo dei vecchi rincoglioniti che non accettano il fatto di ritrovarsi, alle loro venerande età, a campare parlando di giovani ventenni che smuovono positivamente la loro generazione e pure qualcun altro. Ancora una volta SdM si dimostra superiore. Gli Offlaga ci stanno tutti (anche se non siamo ancora allo stesso livello), come la partecipazione nel video di "Sono così indie" dimosta!

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 15:08 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

ma riguardo questa nuova ondata a cui fa riferimento peasy, i Ministri non sono considerati i peggiori in assoluto? chiedo ai piu esperti...io i Ministri me li ricordo ridicoli ridicoli...ma posso sbagliare! questi e I Cani sono simpatici....almeno musicalmente mi piacicchiano (qui non tutto per la verità, ci sono cose tipo "Quello che le donne dicono" che non fanno per me)! cmq sono dischi un pochino da adolescente giuggiolone, non è questione di critici vecchi rincoglioniti (mica parliamo di Ass. e Cast.), i testi sono ben articolati, strappano anche qualche sorriso, ma è la solita tiritera lamentosa con un grillismo latente che boh per me è vecchia come matusalemme.

Franz Bungaro (ha votato 7 questo disco) alle 15:36 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

Si, vero tutto...mi chiedo però se la stessa attenta esegesi dei testi venga fatta sempre, anche sui milioni di talenti anglofoni che quotidianamente invadono la scena, e di cui pure noi parliamo con toni trionfali qui... sembrano delle divinità...poi vai a vedere cosa raccontano, e ti cascano le braccia. Io questi ragazzi li reputo onesti, pur con evidenti limiti. So che stanno raccogliendo fondi per ri-produrre, con modalità un tantino migliori, quest'album, dato alle stampe con pochissimi mezzi. Io sto con loro. Per la questione critici, ho assistito a degli insulti gratuiti e volgari su questi ragazzi da "grandissimi" critici italiani, che denotano quanto sia brutto sfogare sui giovani ansie e turbamenti da adulti turbati e consumati.

http://www.musicraiser.com/projects/62-turisti-della-democrazia-deluxe-ed

Alessandro Pascale, autore, alle 15:53 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

Federico Guglielmi è stato abbastanza duro con Lo Stato Sociale ad esempio.

Vorrei spezzare una lancia anche a favore dei Ministri, appoggiando le osservazioni di Franz. Guardate che se pezzi come Abituarsi alla fine, Fuori, Bevo, Gli Alberi li avesse fatti qualche gruppetto indie-rock britannico un sacco di gente ci avrebbe sbavato sopra. Ma noi italiani siamo fatti così: ci piace autoflagellarci e autopunirci sempre e comunque, anche quando facciamo cose qualitativamente più che discrete

Franz Bungaro (ha votato 7 questo disco) alle 16:14 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

Abbastanza? Gli ha definiti, testualmente dalla sua pagina FB, "merda". Ho solo da imparare da uno come lui, per carità. Certo che però io almeno mi sforzo di articolare un pò meglio i miei giudizi.

Franz Bungaro (ha votato 7 questo disco) alle 16:15 del 23 ottobre 2012 ha scritto:

"Li" ha definiti. Neanche all'asilo, mi autosospendo.

Marco_Biasio (ha votato 4,5 questo disco) alle 16:56 del 24 ottobre 2012 ha scritto:

C'è quell'etichetta lì, "indie italiano", che secondo me parla da sola. Questi sono molto più simpatici de I Cani (e ci vuole gran poco) ed hanno un modo di porsi sottilmente politico che mi piace, ma musicalmente i risultati latitano ancora paurosamente. Gira e rigira sempre lì si va a parare: nell'"indie italiano". Uno stereotipo che si sta ingigantendo a vista d'occhio. E meno male che loro sono autoironici e un po' - mi sembra - ne siano consapevoli. Per quanto mi riguarda, però, non basta. Spiace.

mauroparanoico (ha votato 3,5 questo disco) alle 17:31 del 24 ottobre 2012 ha scritto:

Mi dispiace doverlo dire ma con questo disco ho smesso di interessarmi all'indie italiano. Il pezzo migliore (secondo me) "Ladro di cuori con bruco" ricorda fin troppo I cani (e già non è che ho detto chissà chi) ma le altre canzoni sono davvero bruttine, sia musicalmente, sia per quanto riguarda i testi (che paragonare ai migliori Uochi Toki è un po' bestemmiare).

Franz Bungaro (ha votato 7 questo disco) alle 22:19 del 24 ottobre 2012 ha scritto:

Sarà, ma a me l'idea che 33 ore, 99 posse, A Toys Orchestra, Aedi, Frank Agrario, Babalot, Bologna Violenta, Brunori Sas, I Camillas, Giorgio Canali, Vittorio Cane, Caparezza, Chewingum, Cico, Max Collini degli Offlaga Disco Pax, Matteo Costa, Di Martino, Edipo, Edo, Ex Otago, Fast Animals & Slow Kids, Federico Fiumani, Forty Wings, Giovanni Gandolfi, Alessandro Grazian, Gazebo Penguins, Jocelyn Pulsar, LE-LI, Mariposa, Marta sui Tubi, Paolo Mei, Management del dolore Postoperatorio, Mangiacassette, Mr Brace, Nikki, Marco Notari, Ofeliadorme, L'officina della Camomilla, L'orso, Perturbazione, Quakers & Mormons, Ila Rosso, Selton, La Tosse Grassa, Ufo degli Zen Circus, Ilenia Volpe, Matteo Zanobini, la pensino diversamente tanto da prender parte al video di "sono così indie" , mi conforta.

nebraska82 (ha votato 2,5 questo disco) alle 15:00 del 31 ottobre 2012 ha scritto:

vabbè hanno partecipato per farsi pubblicità gratis, è una storia vecchia come il mondo .

ThirdEye (ha votato 0,5 questo disco) alle 0:52 del 22 febbraio 2014 ha scritto:

Si sono snob, sono vecchio, sono quello che vi pare, ma questa è MERDA

Lepo (ha votato 0,5 questo disco) alle 11:50 del 22 febbraio 2014 ha scritto:

No, no, questa è merda per davvero, non hai nessun problema tu

Mattia Linea (ha votato 8 questo disco) alle 10:47 del 14 agosto 2014 ha scritto:

La componente strumentale di questo disco può risultare abbastanza ripetitiva (cassa dritta, riff di synth,...). Tuttavia, i testi sono, a tratti, assolutamente geniali, sarcastici e dissacranti: una ventata di aria fresca (e sana) nel panorama musicale italiano. Buonissimo disco.

nebraska82 (ha votato 2,5 questo disco) alle 14:29 del 14 agosto 2014 ha scritto:

mi sembra molto generoso definire buonissimo un disco la cui componente strumentale viene definita noiosa

Mattia Linea (ha votato 8 questo disco) alle 15:37 del 14 agosto 2014 ha scritto:

Personalmente non la trovo noiosa, ma capisco che ad un orecchio estraneo possa risultare tale: in più, trovo che un gruppo come questo debba essere valutato per il messaggio che manda e per l'arguzia dei testi, non per la tecnica strumentale (per quello ci han già pensato gli anni '70).

Dario Diem (ha votato 4 questo disco) alle 18:20 del 16 agosto 2015 ha scritto:

Mi sanno di farsa come pochi altri, non sono elitario ma qui si tratta di vendersi agli "alternativi", ormai sembra che se non ascolti questo gruppo non sei "alternativo" ma bimbominchia.

Frasi scontate e musichette davvero brutte.

Robinist (ha votato 3 questo disco) alle 20:54 del 14 febbraio 2017 ha scritto:

A tratti riescono anche ad essere simpatici, diciamo che non toccano il fondo come mi aspettavo. Per quello c'è J-Ax..

baronedeki (ha votato 3 questo disco) alle 20:07 del 17 febbraio 2017 ha scritto:

Retorici e scarsi musicalmente. Potevo capire l'ideologia comunista negli anni settanta ma dopo i fallimenti di Cuba Cina Est Europa ancora si continua con l'utopia comunismo. Quando mai il popolo è stato bene con il Comunismo.

FrancescoB (ha votato 5 questo disco) alle 10:27 del 13 febbraio 2018 ha scritto:

Mo' hanno sbancato pure a Sanremo, sono dei vips.

Ma lascerei perdere il socialismo, Marx e Gramsci dai, cosa c'entrano con 'sta robaccia da ogni punto di vista.

Robinist (ha votato 3 questo disco) alle 19:10 del 16 febbraio 2018 ha scritto:

La peggior caduta di stile (si fa per dire dato che per me erano già sottoterra..) si è avuta con la strofa "vivere per lavorare, o lavorare per vivere?".

L'emblema della frivolezza che si maschera da profondità, serietà, etica.