Davide Matrisciano
Il profumo dei Fiori Secchi
Napoletano, classe 85, Davide Matrisciano è alla sua seconda prova sulla lunga distanza. Dopo lelettronica pura, tra IDM e ambient, di Traffico di pulsazioni, si ripresenta questanno con Il profumo dei fiori secchi, un disco elettropopolare cantautorale. Limpronta del suono è simile agli esordi ma il risultato è notevolmente diverso, sarà per la preminenza della dimensione testuale, sarà per la raggiunta maturità, sarà perché questo disco è praticamente un oceano di collaborazioni e featuring, tutti assolutamente di notevole rilievo. Premettiamo che lintera costruzione de Il profumo dei fiori secchi è fortemente influenzata dalluniverso di Franco Battiato e dal synth pop italiano in genere.
In Al di là degli ombrelli (con Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale al synth), Corrente elettrica e papaveri e Armonia irreversibile (con Marco Bachi della Bandabardò al basso) il tipico vocabolario battiatiano è preso in prestito in formule quali: «Una cupola spermatozoica / riposa in pace / con monotonia. / Al di là del male virale / cè un bene immenso / che si prostra e decade»; oppure: «Occhi affetti da mixomatosi / fanno collidere totalmente i miei sensi»; od infine: «Le mie pareti psicologiche / son svanite tra le mie mani, / lentropia universale / è unarmonia irreversibile». Limpianto musicale è perlopiù scheletrico ma evolve continuamente in giochi elettronici, svolte rockeggianti, ripartenze elettroniche, lunghi silenzi e cantilene, con una voce recitante di laibachiana memoria.
Uno dei brani più convincenti dellintero LP è certamente Legni bruciati, che vede la collaborazione di Massimo Ghiacci, storico bassista dei Modena City Ramblers. Il pezzo è inizialmente sintetico, per diventare pian piano una ballata bucolica. In Esternazione delle ombre, un pezzo in stile Max Gazzè, cè il featuring con Cesare Malfatti dei La Crus; linee di sintetizzatore e unirreprensibile melodia rendono questo pezzo perfetto per la diffusione radiofonica. Nello stesso solco stanno Guarda su, che vede la collaborazione di Mattia Boschi dei Marta Sui Tubi (violino), e Le favole dello spavento.
Matrisciano si cinge dalloro per farsi ancor più poeta in Ho camminato su un aquilone, una canzone che i fiati di Sauro Lanzi (flauto e tromba) della Casa Del Vento rendono squisitamente nu jazz. Di questinflusso jazzistico ne risente sia la composizione musicale che la scrittura: «Mi sollevo e mimpenno, / mi ricavo un quadrato / rendendo omaggio al mio respiro, / mi libero dalle lacrime / di gioia». Paolo Polcari, tastierista degli Almamegretta, trasforma la successiva In aria per sempre in un pezzo eccezionalmente coinvolgente: le solite pause di Matrisciano vengono qui spezzate da un pianoforte di sensibilissimo tocco.
Il rock prende il sopravvento in Nero arcobaleno, col graffio di Andrea Braido (storico collaboratore di Vasco nellaltrettanto storico tour del 1990), in Soli tra i fiori, ancor più hard per via del featuring con Nicola Manzian (alias Bologna Violenta) e in Prato al terzo piano, una traccia colma di sfaccettature e colorazioni diverse, con Davide Arneodo, eccellente polistrumentista dei Marlene Kuntz, al violino e Saro Cosentino (collaboratore di Battiato) alla chitarra.
Il profumo dei fiori secchi va inesorabilmente a chiudersi nella fioca luce di Ricordi occulti (frammenti di memoria futura distorti) (con Cristiano Lo Mele dei Perturbazióne alle chitarre), nella velocità metropolitana di Sistema venoso (con Massimo Jovine dei 99 Posse al basso) ed infine nella magnificenza totalizzante di Quel camino emette sinfonie (col maestro Carlo Boccadoro alla celesta), un brano che vale come sineddoche per lintero disco: il mondo non sta nel visibile quotidiano, bensì nelle sparute visioni che si schiudono ai folli, agli innocenti, ai coscienti.
Ma di cosa parla realmente Davide Matrisciano ne Il profumo dei fiori secchi? Di noia, di odori, di bugie, di bellezza, di intese, di tenebre, di spirito. Questo disco è più importante di quel che sembra e lautore va tenuto sotto stretta osservazione, perché cè la possibilità concreta che a breve dovremo gridare al miracolo.
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