R Recensione

10/10

Marvin Gaye

What's Going On

C’era una volta, nei lontani anni ’60, una contea chiamata Motown, nel reame di Detroit. Il conte Gordy, despota dotato di grande mentalità imprenditoriale ma molto severo con i propri inferiori di grado, che venivano sottoposti a estenuanti sessioni musicali con uno scopo ben preciso: fare soldi, tanti soldi.

La scena si sposta nella realtà, la cui sostanza rimane la stessa ma può essere riassunta meglio così: l’etichetta Motown di Barry Gordy era (ed è) una colossale catena di montaggio atta a sfornare successi soul e R&B a getto continuo; una squadra di autori, un team di interpreti e un formidabile gruppo di musicisti (i Funk Brothers) erano il braccio tramite cui il mercato veniva inondato di musica tanto fatta con lo stampino quanto di eccellente qualità, pur nella loro splendida semplicità compositiva.

Un decennio di questa gestione portò gemme assolute ad opera di signori facente nome Stevie Wonder, Four Tops, The Temptations, Marvin Gaye. Ed è proprio di quest’ultimo signore che ci apprestiamo a parlare.

Marvin Gaye era stanco di fare il crooner e il “nero figo che piace alle bianche” nell’America della segregazione; un decennio costellato di successi fulminanti, da solo e in duetto con l’amata Tammi Tarrell, ma si trattava sempre e comunque di musica non sua, di testi sole-cuore-amore che poco rispecchiavano del suo vero animo. Decise quindi di comporre qualcosa di suo pugno, qualcosa di veramente nuovo per gli standard soul di allora, e lo propose a patron Gordy. La reazione di quest’ultimo di fronte a What’s Going On (questo il titolo del brano) fu di considerarlo “un pezzo del tutto non commerciale”, rifiutando quindi di dare supporto discografico all’opera.

E Marvin cosa fa? Monta su un ipotetico carro armato, ci carica sopra i Funk Brothers, li porta in studio e registra la canzone, minacciando Gordy che in caso di rifiuto di pubblicazione del pezzo avrebbe dovuto trovarsi un altro cantante di punta per la propria etichetta, per poi mettersi alla finestra “a vedere di nascosto l’effetto che fa”.

Quando, fresco di migliaia di copie vendute in tempo lampo e schizza per 5 settimane in testa alla classifica black USA, Marvin si ripresenta da Gordy sbattendogli in faccia il successo enorme e repentino del suo disco, Mr. Motown non può fare altro che dare la propria benedizione al disco. Quando c’è da fare soldi…

È in questo liquido amniotico che prende le mosse What’s Going On, il disco che fa da evidente spartiacque fra il soul com’era ed il soul com’è. Dai suoi solchi escono note e soluzioni armoniche che assolutamente niente hanno a che vedere con ciò che veniva suonato negli anni ’60, dettando quella che sarebbe stata la linea ricalcata da tutti i colleghi di Gaye negli anni ’70 (il disco è del 1971).

In primo luogo, la musica. I Funk Brothers fanno un lavoro splendido a livello di esecuzione, garantendo una pulizia e una “larghezza” del suono che tutt’oggi vanno soltanto invidiate; la canzoncina strofa-ritornello-strofa-ritornello viene messa nel ripostiglio, per lasciare spazio a composizioni elevate, complesse e strutturate in maniera del tutto innovativa.

Secondo, e parimenti importante, i testi. Gaye mette per la prima volta in primo piano (almeno dai tempi di Sam Cooke) le tematiche sociali dall’America di quel tempo, dalla guerra in Vietnam (What’s Going On e What’s Happening Brother) all’inquinamento (Mercy Mercy Me) al degrado sociale (Inner City Blues), alla droga (Flyin’ High) al futuro che prepariamo per i bambini (Save The Children), passando per la religione (God is Love) ed il rapporto conflittuale col padre (ancora What’s Going On, in questo caso quasi profetica). Di amore e sesso, marchi di fabbrica della Motown il primo e del Gaye successivo il secondo, non c’è la minima traccia.

Il disco, pur non essendo un vero e proprio concept album, deve essere comunque preferibilmente considerato come un’opera d’insieme; oltre alla tematica sociale che unisce tutte le canzoni, in vari punti del disco sono presenti vari richiami a parti e frasi successive o precedenti; l’impressione evidente è di un unico, lunghissimo brano che parte da What’s Going On e arriva a Mercy Mercy Me, senza per giunta alcun silenzio fra i brani, per poi proseguire verso la conclusione con i brani restanti.

Un disco suonato a meraviglia, cantato divinamente composto anche meglio, che tutti gli amanti di musica, qualunque sia il genere e l’estrazione di preferenza, dovrebbero ascoltare all’infinito e tenere fra le cose più care.

V Voti

Voto degli utenti: 8,8/10 in media su 33 voti.
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sarah 10/10
Cas 9/10
4AS 9/10
Teo 10/10
risen 9/10
REBBY 7/10
tecla 6,5/10
Soul-Pop 7,5/10
gramsci 9,5/10
B-B-B 9,5/10
Lelling 9,5/10

C Commenti

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FrancescoB (ha votato 9 questo disco) alle 13:51 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

Recensione puntuale per uno dei massimi dischi soul di sempre, una meraviglia che ancora oggi si ascolta con sommo piacere. La title-track è il classico pezzo che non annoierà mai.

icominto (ha votato 9 questo disco) alle 14:06 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

infatti....

...ascolto questo disco senza mai stancarmi e lo considero fra le cose care a cui tenere in modo particolare!

sarah (ha votato 10 questo disco) alle 14:18 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

capolavoro, "Inner City Blues" è forse una delle canzoni simbolo del secolo scorso.

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 14:30 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

oddio per me è troppo patinato come sonorità, difficilmente lo riascolto!

Totalblamblam alle 15:54 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

troppo patinato questo? mi sciocchi! non è che ti riferisci a lupino e le sue pompe sonore eh

ma che tipo di patina ci trovi? ti suona falso?

allora di songs in the key of life che dobbiamo dire? per restare in ambito soul black

sarah (ha votato 10 questo disco) alle 18:59 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

Io lo trovo quanto di meno patinato possa esistere....basti solo pensare a quell'intro di sax! Non è la prima volta che sono d'accordo con stokerilla e non con paul, devo preoccuparmi?

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 19:02 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

No, deve preoccuparsi Stoke, eheh

FrancescoB (ha votato 9 questo disco) alle 20:36 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

Anche se fosse patinato, cioè curato, ben prodotto etc.. mica è un difetto, se le composizioni sono eccellenti. Una miriade di band dal suono patinato e ricercato hanno fatto cose meravigliose, non perdiamoci in ste guerre ideologiche dai

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 21:00 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

lol, è ovvio che l'iper produzione, la cura e la patina possono dare fastidio in un contesto....e non in un altro! io generalmente mi sento piu vicino alle cose pulitine, con la black/soul no! il disco è alle mie orecchie un buon sentire (gli ho dato 7 e ce l'ho originale), se devo però essere sincero certe sdolcinerie da fidanzatini sul salotto a luci soffuse mi danno fastidio...che vi devo dire! )

proprio quell'intro di sax di cui parla sarah, azz mi sembra di ascoltare young americans (stoke dimmi di no) che è quanto di piu patinato ci possa essere, tanto è vero che lo etichettarono blue eyed soul!

ecco da profano...ho fatto caso che alle cose motown preferisco la stax, dovrei analizzare piu a fondo la cosa (nn ne ho voglia) per essere piu preciso, ma in passato ricordo di essere arrivato a questa conclusione (era il mio periodo di "sbornia" soul), prendetela cosi come viene! se devo ascoltare soul preferisco otis redding, eddie floyd, james brown, papà ray charles ecco...

Totalblamblam alle 21:40 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

beh si quelli che citi sono un filino più aggressivi come sound, marvin era leccato (le liriche però erano punchy) anche nel vestire per dire... basta vedere come vestiva per capire che musica produceva impeccabilmente pulita come i suoi completi e le sue movenze

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 21:54 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

basta vedere come vestiva per capire che musica produceva

eh vedi? troviamo sempre un punto d'incontro! ))

Cas (ha votato 9 questo disco) alle 11:11 del 14 gennaio 2010 ha scritto:

semplicemente immenso. uno dei più bei dischi soul dei '70!

amnesia99, autore, alle 11:23 del 14 gennaio 2010 ha scritto:

Attenzione, Otis Redding, Eddie Floyd e lo Stax sound in generale sono sicuramente molto più "sporchi" e per niente patinati, ma si sta parlando di come era il soul PRIMA di questo disco, che non per niente è una diga netta fra i due tipi di suono e produzione... La Stax e la stessa Motown, e per giunta lo stesso Marvin Gaye negli anni '60 avevano un suono molto più "grezzo", appunto fino a questo disco! Con la Motown più "sole-cuore-amore" con tanto di arrangiamenti orchestrali a iosa e la Stax più "baby give me your love", sesso e sudore... e occhio che il disco suona morbido e amorevole ma le tematiche sono "da telegiornale"...

PandoFightSound (ha votato 10 questo disco) alle 21:44 del 14 gennaio 2010 ha scritto:

Importantissimo per la mia formazione musicale. Di album pieni di spirito come questo non se ne trovano facilmente. Massimo voto!

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 13:57 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

be amnesia/daniele questa tua ultima precisazione è importantissima, meritava di entrare nella rece!! nn ne sapevo nulla di "prima e dopo"!!!

cmq anche tu confermi questa mia sensazione "di naso" riguardo le differenze stax vs. motown (sporcizia vs patina), ecco quel sole/cuore/amore che nn mi va granchè giu, è soul fatto per piacere ai bianchi per come la vedo io, difatti tutti impazziscono dietro a sto disco! W la Stax )

Totalblamblam alle 15:18 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

le differenze stax vs. motown (sporcizia vs patina): beh non sempre è così delineabile...prendi isaac hayes (stax) e suona leccato e patinato ( ho anche un disco delle sue cose pre hot buttered uscit nel 75 75 e già suonava classico levigato...)

anche otis redding non lo ricordo così sporco nel sound...eddie floyd knock on wood la trovi sporca?

avevo anche il disco omonimo che ho dato via e lo ricordo abbastanza levigato...di marvin c'è da tenere presente della sua fervida fede religiosa

oltre ai citati completi impeccabili

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 16:05 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

be stoke anche tu hai detto che sentivi le cose Stax "un filino" piu aggressive, rootsy, insomma ci siamo capiti, poi ci saranno state eccezioni...

Totalblamblam alle 16:30 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

si si probabile che fosse dovuto ad una militanza "politica" più battagliera della Motown, tu che ne pensi? di certo non poteva clonare il sound Motown

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 16:52 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

boh la militanza "politica" battagliera sfocia nel salotto soffuso di sole-cuore-amore? (musicale intendo, non concettuale)

Totalblamblam alle 17:38 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

boh non lo so mai assaggiato olio sole cuore (che vuoi dire poi LOL) ma di certo erano anni di lotte quelli...anche questo disco di gaye è se vuoi di militanza polica basta leggere i testi impegnati almeno me lo ricordo "incazzoso" ...

DonJunio (ha votato 8 questo disco) alle 18:48 del 15 gennaio 2010 ha scritto:

Preferisco il rabbioso ed epocale affresco di orgoglio nero del coevo "There's a riot going on" di Sly Stone. Qui la denuncia sociale c'è sicuramente, per gli standard Motown è poi una rivoluzione, si pensi al Vietnam evocato nella title-track. Ma è troppo raffinata ( anche se solo occasionalmente "leccata" come la intende Paul) per i miei gusti, nonostante gli equilibrati arrangiamenti di David Van dePitte siano un punto di forza del disco.

amnesia99, autore, alle 9:39 del 18 gennaio 2010 ha scritto:

Stoke, di certo la differenza di "sporco" fra le due etichette non è sempre del tutto marcata, ci sono ovviamente dei punti di contatto...ma considera che anche l'Isaac Hayes in veste di performer e "patinato" appartiene agli anni '70, pur se Stax, quindi quantomeno contemporaneo a questo disco (Shaft è del '71).

Redding a mio parere era quanto di più "sporco e sudato" la Stax potesse proporre, ed è quella la sua immensa grandezza... l'enorme passione che trasudava, stesso a dirsi per Sam & Dave e molti altri... per chiarire la mia idea, guardatevi i filmati dello Stax/Volt Tour europeo e un qualsiasi video televisivo di artisti Motown... la differenza di stile e proposta è evidente

La critica sociale di Gaye è molto elegante e ben meno riottosa di quella di uno Sly Stone o degli Staple Singers, ma come ben dice DonJunio, per la Motown era già una sommossa!

4AS (ha votato 9 questo disco) alle 17:46 del 16 luglio 2010 ha scritto:

Ma come cantava questo?!? Mammamiaaaaaaa......Per non parlare degli arrangiamenti, davvero stupendi. Non amo questo genere, ma lui è troppo, troppo...

dalvans (ha votato 8 questo disco) alle 15:56 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Buono

Buon disco

risen (ha votato 9 questo disco) alle 16:51 del 17 dicembre 2011 ha scritto:

uno dei migliori dischi di sempre

Soul-Pop (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:22 del 16 dicembre 2012 ha scritto:

Stupendo anche se preferisco Al Green. A proposito, dov'è????!!!

Mattia Linea (ha votato 6 questo disco) alle 17:50 del 14 agosto 2014 ha scritto:

Pur riconoscendone la grandezza e l'importanza a livello musicale, rimane un genere molto lontano dai miei gusti personali. "What's Going On", "Mercy Mercy Me" e "Inner City Blues" rimangono comunque delle perle di rara bellezza.