A Gun Club

Gun Club

Nati in America nei primi anni ’80 attorno alla figura, carismatica e inquietante, di Jeffrey Lee Pierce, cantante, vera mente e soprattutto anima del complesso, costituirono un esperienza musicale unica e probabilmente irripetibile.

I Gun Club appartengono a quel movimento musicale che, partendo dal punk e dalla new wave riscoprì le radici della musica americana, in particola modo blues e country. Movimento musicale che vede, tra i principali protagonisti, i Flasheaters, guidati da Chris Dejardins, non a caso produttore del primo album del gruppo, X, Jason and the Scorchers, The Long Ryders, Thex and the Horseheads, Cramps, Violent Femmes.

Incisero, per quel che conta, sei studio album, due EP, e, in questa sede, si vuole ricordare anche la produzione solista di Pierce, consistente in due album e un EP.

Inizialmente il gruppo, vedeva la presenza di Jeffrey Lee Pierce alla voce, Ward Dotson alla chitarra, Rob Ritter al basso e Terry Graham alla batteria. Perlomeno con questa formazione i Gun Club registrarono il loro primo album, Fire Of Love (1981).

In seguito ci furono vari cambi di line up, con l’ingresso, tra gli altri, di Kid Congo Powers ( chittarista già presente all’inizio della vita del gruppo, abbandonò prima della pubblicazione dell’album di debutto) e della bassista Patricia Morrison (THE BAGS, SISTER OF MERCY).

Nel loro primo lavoro   l’aspetto punk risulta essere più marcato, non tanto a livello musicale (perlomeno in senso stretto) quanto concettuale, con continui ed evidenti richiami ai generi tradizionali, con particolare riferimento al blues del delta.

Nel contesto relativo la loro produzione è possibile notare un vero e proprio percorso musicale, che poi non consisteva in null’altro che nel percorso e nel viaggio esistenziale, solitario, di Pierce.

La loro musica è spesso caratterizzata da elementi ritualistici, cupi, ossessivi, tribaloidi, e da momenti sinistri, come nella miglior tradizione di un rito voodoo.

Successivamente, l’aspetto più propriamente punk è destinato progressivamente a venir meno, per dar spazio al mondo, angosciato e disperato di Pierce.

Proposero una musica che, attingendo a piene mani dal blues e dal country,  era fortemente legata all’immaginario di questi generi, ricollocati però in ambientazione urbana, riattualizzandoli, in un certo senso, in un contesto di tipo urbano e metropolitano.

Richiamo e considerazione, quindi, delle radici musicali in chiave moderna con un percorso musicale caratterizzato da un altissimo livello di emotività, energia, rabbia e disperazione esistenziale.